Musei aperti nella città chiusa

Musei aperti nella città chiusa E' stata potenziata l'offerta di cultura: ma soltanto quella Musei aperti nella città chiusa Sorprese (eproblemi) per il turista d'agosto cartolina da torino ICIOTTO «Musei aperti» e 115 giovani «acchiappaturisti» reclutati dall'Assessore Perone per reclamizzarli. Risultato? Non si sfugge all'ovvio e mai al già noto Museo Egizio. Cronista e fotografo, «travestiti» da stranieri, ieri mattina hanno tentato di farsi sedurre dalla Torino d'agosto. Prima tappa in piazza Cln, all'Apt, Azienda di Promozione Turistica. Ottenuta la mappa della città, dove andare? L'efficiente hostess sorride: «Che cosa ne dite del Museo Egizio? No? Ci siete già stati? Andate alla Mole, oppure al Museo dell'Automobile. Se credete, per un'occhiata generale, c'è il tour "Week-end a Torino"». Vedremo, magari dopo una capatina alla «Vetrina di Torino», l'ufficio d'informazione organizzato dall'assessorato alla Cultura, in piazza San Carlo. Anche qui: «Niente Museo Egizio? Allora c'è la Galleria d'arte Moderna o il Museo d'Arte Contemporanea a Rivoli». L'assessore sarà contento: il Comune punta molto sull'arte moderna, da quando con lunghe sofferenze ha riaperto la sua Galleria. E gli altri musei? Meglio chiedere ai 115 giovani «acchiappaturisti». Dove sono finiti? I musei sono aperti da più di un'ora e gli unici a fermare i turisti sono gli zingari che in piazza Castello e in via Roma si spacciano per profughi jugoslavi. Davanti all'Egizio c'è anche un giovane magrebino, che riesce a vendere le solite carabattole perché le sa magnificare in un piemontese tanto garbato quanto soiprendente. Vigili urbani in giro? Nemmeno l'ombra. E gli «acchiappa-turisti»? Solo verso le 10,15 ne compare una dozzina. Escono dal portone di Palazzo Madama, con due carretti, volantini e dépliant per incominciare la ronda. Lasciarli allontanare per farsi poi corteggiare da un loro agguato culturale si rivela un errore. Scompaiono volantinando. Solo a mezzogiorno si riesce a in- tercettame due: ragazzi, che cosa si può vedere a Torino di speciale? Si consultano con un'occhiata: «Il Museo Egizio! Altro? Va bene quello del Risorgimento? Dentro c'è il Parlamento italiano di una volta. Poi c'è il Museo Pietro Micca. Lei sa chi è Pietro Micca? Quello che è saltato in aria. Fanno vedere dove è successo, sotto terra». E il Museo d'Artiglieria è interessante? «Beh, ci sono canno¬ ni...». Meglio non insistere. Questi ragazzi, comunque - dicono in Comune - hanno moltiplicato le visite nei musei cittadini. «Ma la Sindone? Se la dimenticano!» mugugnano le guide volontarie in Duomo. «E sa perché? Dicono che non è un museo!». Torino stenta a rispondere anche ad altre domande. Un posticino dove mangiare bene senza spendere troppo? Per i giovani di Perone è scontato: «un fast-food per un hamburgher o una pizza». Dove? Non sanno precisarlo. «Magari in via Garibaldi, dove ci sono bar attrezzati, anche con panini o piatti pronti». Inutile chiedere quali sono aperti. Il servizio non è organizzato per rispondere anche a quesiti di turismo gastronomico. All'Apt c'è maggiore soddisfazione. Distribuiscono un pieghevole con tutti i ristoranti. Ma per sapore quali sono aperti consultano «La Stampa». Poi con sollecitudine provvedono a a telefonare nei locali indicati, finché il cliente trova ciò che gradisce. Dove fare la pipì? Le «urgenze» turistiche trovano soddisfazione per lo più al Museo Egizio e a Palazzo Reale, con servizi igienici appena passabili, anche se quelli dell'Egizio sono imbrattati da graffiti. Altrimenti bisogna rivolgersi ai bar, come invitano a fare alla «Vetrina per Torino». I Vigili Urbani di via Giolitti ricordano la presenza delle toilettes di piazza San Carlo, le uniche della zona, ma l'Apt le ignora: «Sono chiuse!». Non è vero, sono aperte. Anzi le porte dei wc non sono nemmeno chiudibili, per evitare che i drogati vi si appartino. Chi non è esibizionista lo ricordi. Che cosa comperare? Il souvenir torinese in questi giorni di serrata d'estate passa per i musei. Quello Egizio oltre ai suoi libri propone un assortimento di borse, dal marsupio alla valigetta, decorati con geroglifici, editi dal Poligrafico di Stato. I prezzi sono per tutte le tasche, fino alle 100 mila lire. Visto che il cielo talvolta si imbroncia il Museo Nazionale d'Artiglieria vende a 30 mila lire ombrelli serigrafati con dragoni piemontesi alla carica. «La Sindone, segno del nostro tempo» è il tema trattato da una doppia videocassetta, realizzata da Alberto di Giglio, in vendita per 70 mila lire nel negozio di articoli religiosi posto all'interno del Duomo. E' un lavoro particolarmente impegnalo a dimostrare l'autenticità del Sacro lino, in polemica con le analisi al Carbonio 14 che lo hanno datato come reliquia medievale. E' anche un atto d'amore per un bene di fama mondiale e con alto potenziale di richiamo, che l'eccessiva «discrezione» torinese quasi avvilisce. Maurizio Lupo «Tutti ti mandano al museo Egizio Ignorata la Sindone» Difficile trovare bar, ristoranti, toilettes Turisti tedeschi n piazza San Carlo. Sotto, da sinistra la borsa con i geroglifici n vendita presso il Museo Egizio e l video del sistema nformatico Sistel, ancora in allestimento

Persone citate: Alberto Di Giglio, Maurizio Lupo, Perone, Pietro Micca

Luoghi citati: Rivoli, Torino