«Il costo è di 14 mila miliardi»

La Confagricoltura: integrazione nell'Ue in due tempi per i Paesi ex comunisti La Confagricoltura: integrazione nell'Ue in due tempi per i Paesi ex comunisti L'Italia verde fa i conti con l'Est «Il costo è di 14 mila miliardi» ROMA. Si accorciano i tempi per l'integrazione in campo agricolo dei Paesi ex comunisti dell'Europa centrale e dell'Est. Entro ottobre la Commissione europea presenterà il programma per l'integrazione agricola di questi Paesi; a novembre ci sarà un dibattito fra i ministri dell'Agricoltura dei 15 Paesi aderenti all'Unione europea e la determinazione tinaie sarà adottata a dicembre dai capi di Stato e di governo, al termine dei sei mesi di presidenza spagnola, a Madrid. Gli Stati interessati all'integrazione sono sei: Repubbliche di Cechia e di Slovacchia, Bulgaria, Polonia, Romania e Ungheria. Questi sono Paesi che facevano parte dell'ex Comecon e che ora cercano sbocco su mercati nuovi. Ciò comporta una serie di problemi. Secondo il presidente della Confagricoltura, Augusto Bocchini, un'integrazione troppo affrettata «comporterebbe seri rischi, non soltanto per gli agricoltori dei quindici Stati membri, ma pure a scapito delle condizioni per uno sviluppo equilibrato nei sei Paesi». In sostanza, la produzione agricola nei sei Paesi ex comunisti ha avuto una brusca contrazione rispetto ai livelli raggiunti prima del '90. Per i cereali, ad esempio, la diminuzione complessiva e stata di circa 15 milioni di tonnellate e nell'ambito delle produzioni animali la caduta ha toccato il 50 per cento per le carni bovine. Secondo Bocchini, «i sei Paesi ex comunisti hanno sicure potenzialità di recupero e di sviluppo delle produzioni, tali da poter provocare in prospettiva squilibri non lievi sui mercati agricoli degli attuali quindici Stati membri». Un'integrazione dunque che potrebbe comportare costi notevoli per la realtà agricola comunitaria. Le cifre più prudenti indicano un onere di almeno 14 mila miliardi di lire, cioè il 15 per cento dell'attuale bilancio agricolo comunitario. I timori italiani derivano, ad esempio, da un fatto concreto: per far aderire la Spagna è stato previsto un periodo di adatta¬ mento di dieci anni e sarebbe strano che per altri Paesi - con una struttura profondamente diversa da quella occidentale - si possa fare altrettanto in un periodo di tempo inferiore. Inoltre, se venissero estesi regole e sostegni comunitari per favorire i Paesi dell'Est, è vero che gli agricoltori guadagnerebbero di più, ma è altrettanto vero che aumenterebbero notevolmente i prezzi per i consumatori. Ecco perché l'integrazione degli ex Paesi Peco si presenta piena di ostacoli. Occorrerebbe, secondo la Confagricoltura, prima un'integrazione strutturale ed economica dei Paesi dell'Est e, successivamente, un'integrazio¬ ne agricola. Infatti, secondo Bocchini, «il principio della possibile adesione dei Paesi ex comunisti è stato acquisito dal Consiglio dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea nel giugno del '93. Però l'integrazione agricola non dovrebbe prevedere scadenze prefissate e tappe immodificabili. Sarebbe più utile procedere in modo pragmatico, ponendo sotto osservazione l'evoluzione coerente di tutti gli indicatori dell'economia». Ma quali rischi corre l'Italia agricola di fronte a un'integrazione accelerata degli ex Paesi comunisti? I rischi ci sono e riguardano diversi comparti nei quali l'Italia svolge un ruolo di importanza fondamentale. Facciamo un esempio: la Polonia, che ha una produzione lorda agricola vendibile superiore a quella dei tre Paesi recentemente inseriti nell'Unione europea (Austria, Svezia e Finlandia). La Polonia ha un potenziale produttivo altissimo che si esplica in alcuni settori fondamentali come il cerealicolo, l'ortofrutta e la produzione di carne. Ecco perché la Confagricoltura ritiene che «una procedura flessibile e pragmatica può favorire, anziché rallentare, l'auspicata crescita economica dei Paesi ex comunisti». Enzo Bacarani fbnte: EUROSWeFAO PECO PECO U.E. (Paesl ln% (Un. Europea) eiComunlsli) sull'U.E. SUPERFICIE AGRICOIA 127.776 52.905 41,4 UTILIZZATA (migl. diettari) ADDETTIAGRICOLTURA 18.464 13.823 74,9 (migliaia) CEREAU (migl. di Ion.) 165.194 74.025 44,8 SEMIOLEOSI 12.433 3.640 29,3 FRUTTA 21.299 8.178 38,4 CARNE BOVINA 8.262 1.572 19,0 CARNE SUINA 14.085 4.950 35,1 LATTE 112.216 27.826 24,8 OVEST ED EST A CONFRONTO Il presidente di Confagricoltura, Augusto Bocchini

Persone citate: Augusto Bocchini, Bocchini, Enzo Bacarani, Peco, Secondo Bocchini