«Attori-detenuti ringraziamo chi crede in noi» verità sugli psicofarmaci

«Attori-detenuti, ringraziamo chi crede in noi»; verità sugli psicofarmaci LETTERE AL GIORNALE «Attori-detenuti, ringraziamo chi crede in noi»; verità sugli psicofarmaci La Compagnia e le rapine Sono un «attore-detenuto» della compagnia teatrale sviluppatasi all'interno del carcere di Orvieto e Pemgia femminile. Questa lettera è scritta da Maurizio C, a nome di tutta la Compagnia che ha iniziato da un anno a rappresentare uno spettacolo in molte città importanti. In primis vorrei parlare del nostro regista Antonello Aglioti, persona al di sopra delle parti, che non ha mai voluto entrare emotivamente dentro i nostri problemi, della nostra produttrice Micaela Gioia, «essere umano» significato lato del termine, dove nessun aggettivo saprebbe donare la giusta ricompensa all'enorme sforzo profuso, anche economicamente per portare avanti questa causa Hanno ricoperto mi ruolo determinante anche il presidente di sorveglianza di Perugia dott. Piero Poggi ed i direttori degli istituti dott. Giuseppe Donato e dott. Festa. Senza la loro approvazione non saremmo mai arrivati ad andare a presentare il film girato in quel di Torino, pur la Biennale a Venezia. Il regista e la produttrice ci hanno suggerito di fare sentire anche la nostra voce dopo che alcune notizie hanno per così dire infangato e cercato di sporcare quegli attori che dalla fortezza di Volterra stanno riscuotendo immenso successo nel mondo, portando uno spettacolo, unitamente al loro regista Punzo, per fare capire alla società che non deve ghettizzare i cosiddetti «reclusi» tra i quali esiste una elevata percentuale che vuole dimostrare alla società e a se stessi che sono persone capaci di compiere una vita regolare di lavoro e famiglia dimenticandosi il passato e gli errori commessi. E' facile criticarti dall'esterno questi gesti convulsi di cui si apprendono notizie dai mass-media. In controparte ci vorrebbe che i critici vivessero, seppur per breve tempo, «quella realtà» scialba e priva di significato per la morale, che è la costrizione a vivere in pochi metri quadrati. Dove si può avere quasi tutto, fino a che il regolamento lo consente, ma dove viene a mancare quella libertà interiore che è linfa per continuare ad esistere. La nostra è una esperienza molto importante dove ognuno ha trovato quella personalità che mai pensava di avere é, rimanendo a contatto con le persone anche di elevato ceto sociale, ha permesso di capire che è questa la vita e non il resto. Ha formato in ognuno di noi un ulteriore ben più forte e che non potrà mai essere scalfito. Ci ha insegnato che la vita ò come uno spettacolo con tante smagliature ed intarsi che hanno un fine positivo solo se si riesce ad incastrarle come in un puzzle. Noi ci siamo riusciti, siamo cresciuti e come secondi arrivati sulla platea vogliamo dimostrare che i fatti incresciosi accaduti ai nostri compagni attori-detenuti non sono che un granello di polvere in un deserto e che loro non entrano per nulla in questa storia (personale). Sono sempre esìstite le rapine, pero questa volta si è voluto ingrandire. Per concludere questa nostra lettera aperta, vogliamo solo aggiungere un piccolo semplice grazie a tutte quelle persone che credono in noi e che hanno versato lacrime di emozione vedendoci lavorare sul palcoscenico. Smettiamola di strumentalizzare tutto quello che ci capita tra le mani, cerchiamo di aprire i nostri cuori verso una causa giusta per questa società. Ora sta a voi prendere il cuore ed aprirlo. Aspetteremo e non ci stancheremo di aspettare. Per i componenti della compagnia Maurizio Conti condannato ad anni 19 per omicidio L'Onorevole Podestà e Forza Italia h l h i Le uniche due volle hi cui /zi Stampa si è occupata delle mie dimissioni da Forza Italia, lo ha fatto nell'ambito di due articoli di «colore», abbondantemente conditi di insulti di «berlusconiani» nei miei confronti: per ora penso alla casualità. Nel primo caso, secondo la tesi implicita del giornalista (ma quanti hanno usato questa chiave di lettura?), gli insulti di alcuni miei ex colleghi parlamentari miravano essenzialmente a definirmi come un corpo estraneo. Nessun timore, sembravano dire, non se ne è andato un berlusconiano doc. Ringrazio ex colleghi e cronista, ma la mia interpretazione è diversa. Quegli insulti erano atti di ossequio nei confronti del Capo. Chi urlava di più, sperava di acquisire maggiori meriti. Oggi che i partiti non sono più legati a gerarchie ed ideologie ferree, Berlusconi ha reinventato il partito-chiesa, in cui le testimonianze di fede sono necessarie per affermare il senso di appartenenza. Per questo, non ho risposto. Nel secondo caso (La Stampa del 18 agosto) le cose stanno diversamente. Nicolo Querci, autore degli insulti, non è un personaggio qualunque: è l'assistente del Cavaliere. Avete presente quel giovane alto, biondo, distinto, molto stempiato, che gli è sempre accanto, che gli apre la porta della macclùna, gli regge il cappotto o l'ombrello a seconda delle circostanze? Non esiste filmato del Cavaliere in cui non appaia anche Nicolò Querci, che esprime sicuramente di prima mano il pensiero del Capo Secondo Querci, dopo le elezioni, io avrei tampinato Berlusconi dieci volte al giorno chiedendo in ginocchio un ministero. Sfido Querci a dimostrare, con ampia facoltà di prova, che io abbia mai chiesto a Berlusconi un qualsiasi incarico. La verità è che non ho mai parlato con Berlusconi prima della formazione del governo, il mio «contatto» era Urbani, che sa benissimo che io puntavo alla presidenza di una commissione parlamentare. Analogo discorso feci una volta con Tajani, alla presenza di un amico comune. Quindi non ho mai chiesto un ministero-a Rerluscoiù, e tantomeno in gmocchio. Io mi inginocchio solo in chiesa, e sono monoteista convinto. Afferma inoltre Querci che io spargerei falsità dicendo che Forza Italia e piena solo di dipendenti e carrieristi. Che sia piena di dipendenti (20-25%) lo sanno tutti, se Querci lo desidera posso fargli l'elenco completo, compreso quello dei consulenti lautamente pagati che sono più vincolati (e fedeli) dei dipendenti. E poi, ancora più importante e il fatto che in un partito che non esiste, che esprime solo vertici, anzi il Vortice, ciò che conta è il rapporto con quest'ultimo e con la pseudostruttura che egli ha organizzato a sua misura. Essa è composta esclusivamente da dipendenti e consulenti Fininvest Per questo, anche un personaggio Fininvest (per bene) non di primissimo piano come l'on. Domenico Lo Jucco, amministratore de) movimento e sconosciuto ai più, conta cento volte più dell'on. Aprea e mille volte più dell'on. Matranga. E anche a proposito del caiTierismo dei berlusconiani, sfido Querci a produrre le prove che io abbia mai fatto una simile affermazione. In Forza Italia di carriera non se ne fa. on. Stefano Podestà Terapie contrapposte l l l ri Nel leggere la risposta data il 17 agosto dal dottor Cestaii presidente del Ccdu al prof. Ravizza per l'articolo da lui scritto su Tuttoscienze sulle possibilità terapeutiche degli psicofarmaci, ed avendo un mio caro nella condizione di dover fare uso di tali farmaci, sono rimasta sbalordita e allarmata. La diversità di opinione dei due medici sull'uso e non di tali medicine è così netta che a questo punto è assolutamente necessario si faccia chiarezza e si dica dove sta la verità. Mentre il prof. Ravizza sostiene che gli psicofarmaci opportunamente dosati damio notevoli speranze di guarigione, sino alla gioia di vivere, il dott. Cestari dice tutto il contrario e ne ribadisce la pericolosità, tanto da provocare nel caso dei neurolettici deficit mentali permanenti Se quanto afferma il dott. Cestari è vero, è incredibile pensare che la produzione e la vendita di questi farmaci è autorizzata dal ministero della Sanità. Lettera firmata, Torino Scaglioniamo le ferie Ogni giorno si ha in tv lo spettacolo autostradale delle code dei «poveretti» che vanno in vacanza e degli incidenti stradali. Già nel 65 si parlava di scaglionamento delle ferie. Se si guarda bene bene questo fatto se no avrebbe un enorme beneficio e pei costi e per la vivibilità delle zone e balneari e montane, a parte la maggior tranquillità sul traffico, che si deforma anche nelle invivibili zone turistiche sia di giorno che di notte. I sindacati allora furono contrari, ma se un lavoratore tenesse conto di come vivrebbe meglio se godesse delle ferii; da maggio a tutto settembre, vedrebbe anche ridursi il costo dei soggiorni e sarebbe più pacifico il viaggio Ferruccio Egori Marina di Massa

Luoghi citati: Orvieto, Perugia, Torino, Venezia, Volterra