Greenpeace cacciata dal tetto d'Europa di Enrico Martinet
Greenpeace cacciata dal tetto d#Europa FRANCIA I gendarmi intervengono in elicottero e bloccano la protesta anti-Chirac in alta quota Greenpeace cacciata dal tetto d#Europa «Lo striscione antinucleare inquina il Bianco» CHAMONIX. Cacciati, anzi «disarmati». Gli uomini di Greenpeace lasciano la vallata di Chamonix. Ieri mattina le nubi li hanno fatti scendere dalla vetta del Monte Bianco da dove erano da tre giorni con una tenda e un grande simbolo antinucleare e i gendarmi di Chamonix sono saliti (in elicottero) sequestrando quel simbolo di protesta steso e inchiodato sul ghiacciaio più alj to d'Europa. E' finito cosi il braccio di ferro tra ambientalisti e autorità sul versante francese del Monte Bianco. «Non possiamo più fare ì nulla, ce ne andiamo, cosi non I possiamo continuare», dice il portavoce di Greenpeace Chai Locher, olandese. E ancora: < «Studieremo altre forme di protesta, ma sul Bianco basta». Non I avevano risposto alle accuse dei 1 sindaci di Chamonix, Michel Charlet, e di Saint-Gervais, Georges Hottengendce, che li avevano chiamati «inquinatori». Greenpeace voleva raccogliere le firme degli alpinisti sulla vetta del Monti; Bianco per 15 giorni. Il campo basi; era al Col du Midi, ai piedi di un altro gigante di roccia e ghiaccio, il Mont Blanc du Tacul: tre tende intorno ni simbolo antinucleare, l'«elica» giallo-nera sbarrata da una croce rossa. La tenda del campo avanzato era a cento metri dalla vetta del Bianco, una tenda e un altro simbolo di protesta. Venerdì i due sindaci hanno ricordato alla Gendarmerie l'esistenza di una legge municipale che impedisce il campeggio in alta quota, poi hanno accusato Greenpeace di essere incoerente. «Le aggressioni inquinanti elice Charlet - non possono essere combattute con azioni altrettanto inquinanti». Quali? «L'uso dell'elicottero, le tende ,;li striscioni. Abbiamo impedito che il Monte Bianco diventasse una vetrina pubblicitaria. Non serve invocare la "giusta causa", il fatto inquinante rimane. Per questo abbiamo stoppato anche gli elicotteri affittati dalle tv che sorvolavano il Bianco per filmare quanto faceva Greenpeace». Giù dal Bianco, dunque, anche se lassù è già salito di tutto, perfino un'auto con enonni ruote dentate. Anche se analogo inquinamento su! grande ghiac¬ ciaio che sale fino ai 4807 metri dura per tutta l'estate, con centinaia di alpinisti in fila indiana, con altre centinaia di escursionisti che salgono in funivia. Ma per il sindaco Charlet «l'azione di Greenpeace avrebbe portato a intollerabili degradazioni della zona di vario tipo». La presenza degli ambientalisti che protestano contro gli esperimenti nucleari decisi dal presidente francese Jacques Chirac a Mururoa, nel Pacifico, ò stata mal tollerata dalle autorità fin dall'arrivo del camper antinucleare a Chamonix una settimana fa. La prefettura di Bonneville aveva già fatto sapere ai manifestanti che la loro azione era illegale. Ma Greenpeace non si era fermata. Il suo obiettivo era di protestare contro la decisione di Chirac «dal punto più basso al punto più alto di Francia», dall'atollo del Pacifico alla vetta del Monte Bianco. Sei ambientalisti erano partiti per il «tetto d'Europa» in funivia fino all'Aiguille du Midi. Di lì a piedi sulla Mer de Giace, lungo il percorso sci-alpinistico della Vallee Bianche. Avevano piantato tende, steso la tela colorata della protesta antinucleare. Poi il balzo verso la vetta, giovedì, tra le nubi. I due olandesi Helvin Waneragat e Andreas Amons hanno inesso la tenda a cento metri dalla cima e inchiodato un altro simbolo. Lì aspettavano gli alpinisti per raccogliere le firme. Sulla Mer de Giace altri due olandesi, Tamara France e Florian Olden, l'inglese Richard Watson a il francese Philippe Brochot A Chamonix, tra gli altri Chia Locher e Heric Heiselaa, che alle accuse dei due sindaci non hanno mai reagito: «Andiamo avanti». Charlet ha detto loro: «Fate del campeggio selvaggio lassù, non si può». E loro per due giorni hanno tolto le tende ripiantandole però di notte. Di giorno campeggiatori selvaggi, di notte alpinisti in bivacco: nulla da eccepire. Ieri l'epilogo. «La pollution des banderoles» (l'inquinamento degli striscioni) è stato punito dagli zelanti gendarmi. E Greenpeace se ne va. Enrico Martinet
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