In ospedale per ammazzare l'ultimo killer

Allarme all'ospedale di Olbia dopo l'agguato ai carabinieri. Il giudice: cercano di farlo tacere Allarme all'ospedale di Olbia dopo l'agguato ai carabinieri. Il giudice: cercano di farlo tacere In ospedale per ammazzare l'yltimo killer Falso finanziere voleva eliminare il rapinatore ferito OLBIA NOSTRO SERVIZIO Poco prima delle 13,30 un uomo in maglietta e calzoncini si è presentato nell'ospedale di Olbia, ha detto di essere un finanziere e ha chiesto di essere accompagnato nel reparto di chirurgia. All'infermiera di turno al pronto soccorso, che lo ha invitato a esibire il tesserino militare, ha mostrato un documento tenendolo però seminascosto nel palmo della mano. La donna, insospettita, è entrata dentro per avvertire i carabinieri ma quando è tornata dell'uomo, dell'apparente età fra i 30 e i 40 anni, nessuna traccia. Un episodio inquietante che ha fatto scattare l'allarme: più di 30 carabinieri hanno messo sotto assedio l'ospedale di Olbia, ma senza esito. Un'ora prima, il sostituto procuratore di Sassari, Gaetano Cau, che coordina l'indagine, uscendo dall'interrogato di Andrea Gusinu, l'unico sopravvissuto della tragica sparatoria in cui hanno perso la vita due carabinieri e due banditi, aveva lanciato l'allarme: «Non escludo che gli altri componenti della banda possano tentare di ucciderlo o di organizzare una evasione». Un timore condiviso dagli inquirenti, preoccupati per la sorveglianza dell'unico malvivente in mano alle forze dell'ordine e che si è rivelato fondato. Che Gusinu sia un teste fondamentale per lo sviluppo dell'inchiesta non è un mistero: il bandito potrebbe decidere di fare i nomi dei suoi complici. Sul fronte delle indagini oltre all'obiettivo dei fuorilegge per un bottino miliardario trasportato da due furgoni portavalori, la certezza, venuta dal comandante della regione dei carabinieri della Sardegna, Ermanno Vallino, che Frau (uno dei due militari uccisi assieme all'appuntato Carru e le cui salme sono state tumulate ieri sera a Porto Torres e Chiaramonti) «è stato freddato con un colpo alla testa sparato da distanza ravvicinata». Una brutalità da parte dei killer spiegabile con un particolare stato di eccitazione che potrebbe essere stato favorito anche da sostanze stupefacenti. Da qui gli accertamenti autoptici per sapere se, almeno i malviventi morti, fossero drogati. Ma ci sono altri aspetti oscuri su tutta l'azione che vede quattro o cinque protagonisti della banda ancora liberi e la cui identità potrebbe essere svelata proprio dal complice sopravvissuto, se deciderà di collaborare. Al primo in¬ terrogatorio ha dosato con il contagocce le parole. «Io c'ero - ha detto Gusinu - ma non ho fatto fuoco contro i carabinieri». E quando il sostituto procuratore Cau gli ha chiesto se avesse sparato al complice Graziano Palmas clic era a fianco a lui sul camioncino bloccato dai carabinieri a Padrti, e per la cui morte la versione ufficiale parla di suicidio, ha risposto seccamente «no». Lui nega e il comandante dei carabinieri Vallino conferma che «Pal¬ mas si è ucciso in presenza di un nostro sottufficiale. Su questa storia si può anche fantasticare ma tutto quello che vieni; scritto o detto rimane una fantasticheria». Al momento l'ipotesi più accreditata rimano quella del suicidio, ribadisce anche il magistrato Cau, che allo 10,30 è entrato nell'ospedale di Olbia assieme al gip Antonio De Muro che ha convalidato l'arresto di Gusinu accusato di duplice omicidio aggravato per l'uccisione dei due militari, di omicidio per l'assassinio del complice Salvatore Gina, di tentata rapina, detenzione di armi da guerra, furto e ricettazione. Gusinu ha risposto alle domande sino a mezzogiorno, assistito dagli avvocati Marras c Satta. Dopo le reazioni a caldo sull'efferata uccisione dei due carabinieri, una ritlessione sull'accaduto verrà fatta anche dai rappresentanti regionali il 5 settembre. E il presidente del Consiglio regionale, Gian Mario Selis, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio! Lamberto Dini, sull'emergenza criminalità nell'isola e sui sequestri di persona. «La Sardegna crede ancora nelle istituzioni - ha scritto Selis -, è una lede che non possiamo deludere. Soprattutto il governo ed il Parla mento possono far crescere questa fiducia rilanciando anche una nuova intesa con la Regione nello spirito dello statuto speciale, per affrontare i problemi del lavoro e dello sviluppo». Marco Aresu ci

Luoghi citati: Chiaramonti, Olbia, Porto Torres, Sardegna, Sassari