Mercenari ma che novità attenzione alle nuove droghe

Cara Rai quante chiacchiere LETTERE AL GIORNALE Mercenari, ma che novità; attenzione alle nuove droghe Festa grande per la Legione Edward Luttwak, prendendo atto che le democrazie non sono più in grado di fare la guerra non accettando l'opinione pubblica un solo morto tra i propri soldati, ha proposto di dar vita ad un esercito multinazionale di mercenari superaddestrati «disposti ad uccidere e morire senza tante storie» e loro si, spendibili in situazioni tipo Bosnia. Con tutto il rispetto per l'illustre politologo, temo che il re Luigi Filippo si sia rivoltato nella tomba sentendosi plagiato: quel che propone Luttwak esiste da 164 anni e si chiama Legione Straniera. Dei 64 legionari che nel 1863 a Camerone si scontrarono contro duemila messicani, dopo nove ore di combattimento ne restavano vivi tre. Il 30 aprile di ogni anno, ricorrenza della battaglia e festa grande alla Legione. maresciallo Guido Guasconi Esercito italiano, Bresso (Mi) Meglio dire no a certe pastiglie In questo periodo estivo si può andare in molti posti in compagnia di amici, in discoteca o magari in giro a suonare la chitarra. Sei con il tuo gruppo quando vieni avvicinato da certi tipi, a volte dai tuoi stessi amici. In mano hanno una pastiglia con impresse le cose più strane. «Prendila, e buona!». «Ma è droga!». E quelli ti guardano nello stesso modo in cui guarderebbero un idiota: «E' come una canna - dicono -. Ti fa stare bene!». E poi, vedendo che non sei convinto, sbuffano e vanno da qualcun altro. Dopo qualche minuto li rivedi: fanno gli stupidi e sembrano effettivamente stare bene, sono esaltati. Altri si avvicinano: «Ne hai ancora?». Probabilmente sono pentiti di aver detto di no. L'ecstasy, famosa da qualche anno, è stata raggiunta da altri tipi di droga come il popper, la coca in pastiglie, compresa una grande rentrée delI'Lsd su vari tipi di francobolli. Passa qualche ora e la serata giunge al termine, è mattina ormai ed iniziano i primi problemi. I ragazzi che hanno preso droghe iniziano a sentirsi male. Non sembrano più molto svegli, alcuni stanno bene, sono solo confusi, ma sono una minoranza. Bisogna mettere qualcuno in macchina perché non si regge più in piedi, altri brontolano cose senza senso. Alcuni hanno anche bevuto, sono distrutti e vomitano. Sono abbastanza giovane da avere coscienza di cosa sta succedendo in questi ultimi tempi nel mondo delle sostanze stupefacenti; con l'aumento della paura dell'Aids l'eroina e caduta un po' in disuso, sostituita ben presto da altre droghe molto più attuali rivolte soprattutto ai giovani. Non è bello dover trascinare i «cadaveri» degli amici fino a casa, distrutti da una pastiglietta da un grammo o più. E' meglio dire no alla droga subito piuttosto che essere costretti a farlo in seguito. Davide Murmora, Torino Esaminatore non lamentarti Il signor Valenti calcola in lire 4452 orarie il compenso da lui percepito quale membro di commissione d'esami di maturità. Se tale importo è la differenza in più rispetto ai colleghi che nello stesso periodo si godevano già le vacanze, forse ha ragione di ritenerlo poco incentivante, sebbene corrisponda a circa il 50% della retribuzione oraria di un lavoratore meccanico, cioè alla maggiorazione per lavoro straordinario. Sarebbe incentivante se si aggiungesse la normale retribuzione, qualora questa fosse pagata, al di fuori del normale periodo feriale, solo in presenza di lavoro prestato. Mi sembra che, in occasione degli esami di maturità, si ripeta ogni anno la solita storia: si inizia minacciando scioperi, si prosegue opponendo rifiuti e certificati, si termina lamentando la pochezza del compenso. Ma quando il professore prova a fare i conti, fa tutto meno che dividere retribuzioni percepite e ore lavorate, le une e le altre riferite a un anno (o a una vita). Forse constaterebbe che, confrontando dati omogenei, il suo trattamento non è poi così miserevole e che milioni di italiani potrebbero ritenere lo stipendio che con le imposte pagano sproporzionato allo stipendio che ricevono. Massimo Pozzato, Gaglianico Quel crocifisso è libertà La pag. 10 de l.a Stampa del 12 agosto è quasi interamente dedicata al crocifisso nelle aule di scuola e nei tribunali; molto interessante al riguardo l'intervento di Del Rio, meno invece l'intervista al prof. Montagnana che con¬ sidera la fede come una ingerenza di uno Stato su un altro. Sorgono spontanee due riflessioni. La meno significativa: con il criterio, che non condivido, di considerare la fede solo come l'azione di uno Stato, qualunque idea o ideologia proveniente dall'estero costituirebbe un'ingerenza indebita sul cittadino; come vorrei allora che avesse ragione il prof. Montagnana nel caso del marxismo, per esempio. Ma così facendo, nulla di buono diverrebbe patrimonio comune dell'umanità: un prezzo troppo alto da pagare a questo nuovo genere di autarchia. L'altra considerazione, invece, deriva dal fatto che la Chiesa non è un fenomeno politico. Al momento di fondare la Chiesa, Cristo avrebbe potuto creare un potere temporale - come speravano in molti, apostoli compresi -, e invece chiamò a Sé chi non aveva alcun potere religioso o politico, per dare loro un altro genere di potere: quello di santificare, reggere e insegnare. Sorse così la moderna società a struttura dualista, dove l'istanza morale risiede nel magistero della Chiesa e giunge corno linfa vitale alla società attraverso le persone stesse, che sono al medesimo tempo liberi fedeli e liberi cittadini. Le società non cristiane, di contro, sono moniste, dove cioè il potere religioso e quello politico coincidono; ciò costituisce la grande differenza in qualità di vita tra l'Occidente ed esse, perché dal monismo deriva l'integralismo. L'argomentazione con cui il prof. Montagnana sostiene la sua «battaglia» mira allora a impedire che si possa esercitare la fede e la morale sul lavoro, dimenticandole alla porta dell'ufficio come si lascia il cappello all'attaccapanni? Sembra allora che si stiano cercando ragioni per fare venire meno i fondamenti del diritto di libertà religiosa, riconosciuto e protetto dal nostro ordinamento giuridico fin dalle più alte istanze. Francesco Porta, Torino Piccoli Comuni da eliminare? Per ridurre le spese i modi sono tanti, ma tutti impongono tagli e sacrifici. Da qualche tempo i lettori di questo giornale hanno preso a cuore il problema ed i meno sprovveduti stanno sforzandosi per dare una mano: sono numerosi coloro che hanno acutamente intravisto una grande possibilità di risparmio nella riduzione del numero dei Comuni (dr.: il Raimondi del 17/7/95, il Ferrari del 23/7/95, il Gamba del 2/8/95). Ognuno con osservazioni, bisogna dire, sensate: tanto sensate che, giustamente, sono state offerte alla meditazione di coloro che acquistano il quotidiano. E' doveroso però riconoscere al Gamba il merito di avere individuato «nella grave colpa dei politici che stanno perpetuando il sistema dei presepi, travalicando ogni limite di tolleranza e docenza», il nocciolo del problema: tutti i Comuni con meno di 5000 abitanti devono essere considerati fuorilegge e quindi illegittimi i loro atti. Finalmente una bella lezione di diritto costituzionale e di politica finanziaria offerta gratis. Bisogna rileggerle queste righe, e poi discuterle in famiglia, con i colleghi di lavoro, con i compagni di scuola. Infine andare tutti da Palmella per convincerlo a raccogliere le firme e indire un referendum «per eliminare l'indecenza» dei piccoli Comuni. Eros Sacco, Cirio (To) Gli istriani contro il razzismo Cià La nostra Comunità esprime «Vergogna!!!» per tutti i sistemi che hanno permesso il rinnovo di una pulizia etnica che il nostro popolo istriano ha già provato. Walter Bernes, Trieste segretario della Comunità di Visignano d'Istiia Associazione delle Comunità istriane

Luoghi citati: Torino, Trieste