« Non abbiamo nascosto nulla » di Bruno Gianotti

« « Non abbiamo nascosto nulla » Le Fs: le carrozze sono sotto controllo PARLANO GLI AVVOCATI LE ferrovie fanno parlare gli avvocati. Un breve comunicato dell'ufficio legale per dire poche cose importanti: primo, le carrozze coibentate con amianto «sono 1400 su oltre 10 mila circolanti»: secondo, le indagini ambientali condotte su quel tipo di materiale «in collaborazione con istituti di ricerca specializzati» hanno riportato risultati «tranquillizzanti per utenti e lavoratori»; terzo, l'amministratore delegato Lorenzo Necci aveva già riferito, in passato, al giudice Guariniello «tutti i chiarimenti sulle disposizioni impartite ai responsabili a vigilare sull'esercizio e a mettere in sicurezza le carrozze coibentate con amianto». Tradotto dal linguaggio ufficiale il comunicato dice in sostanza che le Ferrovie sapevano delle 1400 carrozze coibentate con amianto e ancora in circolazione, le hanno ritenute «sicure» dopo aver eseguito i controlli e hanno riferito tutto al giudice. Dunque, i carabinieri avrebbero denunciato un fatto già noto, anche perché la carrozza-cellulare per il trasporto detenuti porta, in bella evidenza, la targhetta che avverte sulla presenza dell'amianto. Più avanti le Ferrovie non si spingono. Nessun commento dagli uffici, piuttosto deserti a Ferragosto, della sede romana di piazza della Croce Rossa: è in vacanza l'amministratore delegato reperibile soltanto «via telefonino» ed è ridotto all'osso anche il servizio sanitario che ha diretta competenza su questa vicenda. Nessuno apre bocca, ma si intuisce che il nuovo capitolo della «amianto-story» non era atteso: le Ferrovie hanno sempre sostenuto di aver cominciato nel 1980 ad eliminare le coibetazioni pericolose dei treni. Due mesi fa hanno fornito le cifre esatte dell'operazione: 4220 mezzi già decoibentati tra carrozze, locomotori e mezzi leg- gerì. Altri 3500 mezzi (per l'esattezza 2946 vagoni e locomotive, 513 carri merci) sono sparsi in tutta Italia in 222 stazioni in attesa di entrare in officina. Ma il problema vero e difficile da risolvere è questo: bisogna sapere dove si può svolgere l'operazione, con quali tecniche e dove si potranno smaltire le micidiali fibre che provocano il cancro. A gennaio, Ferrovie, Enea e ministero dell'Ambiente hanno messo a punto un programma per eliminare l'amianto dai 3500 veicoli accantonati, in un periodo di tre anni. Ma chi e in grado di effettuare l'operazione? Le imprese specializzate e «sicure» sono poche, quindi è stata bandita una gara a livello europeo: i concorrenti devono dimostrare di poter assicurare la «pulitura» del materiale, lo stoc- caggio dell'amianto, il trasporto e lo smaltimento. Nel frattempo carri e locomotive sotto accusa restano sigillati: finestrini e porte chiu¬ se con lastre di lamiera saldate alle pareti esterne. Forse nessuno si aspettava che nascesse un caso por queste 1400 carrozze in servizio ma «denunciate» e tenute sotto stretto controllo. Qualcuno tuttavia nei corridoi di piazza della Croce Rossa fa notare che la «story» dell'amianto è tutta italiana (nessuna altra rete europea è finita sotto inchiesta e, probabilmente, chi va in treno all'estero non respira le fibre) e viene scritta fra Torino e Firenze, dove il procuratore aggiunto Beniamino Deidda fin da febbraio ha aperto un'inchiesta sull'ingegner Giovanni Bonora, responsabile del servizio gestione e manutenzione dei rotabili Fs e su altri due dirigenti. Vuole saperne di più sui cento vagoni all'amianto bloccati a fine '93 sul confine orientale: erano destinati alla Bulgaria e all'Ucraina, «venduti» pare con regolare contratto, ma comunque carichi di un veleno. Deidda vuole sapere anche dove sono finite le 5 mila tonnellate di asbesto uscite dai vagoni già decoibentati. Bruno Gianotti «Sono già state bandite in tutta Europa le gare per la bonifica delle sostanze velenose» Sotto Lorenzo Necci A fianco: i vagoni «a rischio» messi sotto accusa dal giudice A sinistra quelli piombati che erano stati posteggiati al Lingotto

Persone citate: Beniamino Deidda, Deidda, Giovanni Bonora, Guariniello, Lorenzo Necci

Luoghi citati: Bulgaria, Europa, Firenze, Italia, Torino, Ucraina