L'asma colpisce anche in Italia un secolo di orrori nella exJugoslavia

ut LETTERE AL GIORNALE L'asma colpisce anche in Italia; un secolo di orrori nella exJugoslavia Ma la causa non è l'aria condizionata Con l'articolo di Paolo Passarmi del 9 agosto La Stampa ha finalmente dato importanza (in prima pagina!) a una malattia, l'asma, che non colpisce soltanto 15 milioni di americani, ma anche 2 o 3 milioni di italiani: inoltre anche in Italia vi sono ogni anno 1600 casi di inerte attribr "'asma. L'Oi _zazione Mondiale della Sanità dr. diversi anni si ! occupa e si p-2occupa dell'aumento in tutto il mondo industrializzato dell'incidenza di questa malattia, della sua gravità e della mortalità ad essa collegata. Aumento tanto più allarmante se si considera che da un lato molto di più si conosce sulla malattia, sulle cause di scatenamento e di aggravamento rispetto a non molti anni fa e dall'altro lato il medico e il malato hanno oggi a disposizione farmaci molto validi che, se non sono in grado di guarire l'asma, possono tuttavia curarla molto efficacemente, mantenerla sotto controllo e consentire a chi ne è affetto di vivere una vita pienamente normale. Proprio per questi motivi e stata costituita una particolare sezione dell'Oms che raggruppa ì maggiori esperti mondiali nel campo dell'asma (e della quale fanno parte anche alcuni italia- ! ni fra i quali è doveroso citare il prof. Leonardo Fabbri dell'Università di Ferrara). Ben venga pertanto l'interesse della stampa per questo problema così diffuso e così spesso misconosciuto, ma attenzione: un quotidiano serio e importante dovrebbe resistere alla tentazione di sbattere in prima pagina la notizia-bomba, palesemente assurda, che l'aria condizionata è «la causa» dell'asma. L'asma, più che una malattia, è una sindrome molto complessa e diversa da caso a caso e la crisi di asma, anche mortale, può essere scatenata da mo.teplici fattori (allergie. sforzo fisico, stress, inalazione di aria troppo fredda o troppo umida o inquinata, ecc.). Tutto questo dovrebbe essere spiegato dal medico al suo paziente asmatico assieme alla nozione di cronicità dell'asma, al comportamento più adeguato da tenere in ogni circostanza, al corretto uso dei vari tipi di farmaci, alla possibilità di «misurare» anche a domicilio la propria capacità respiratoria e anche alla possibilità che respirare aria condizionata riciclata a circuito chiuso costituisca un rischio in più. Anche in questo campo essere informati è il primo passo fondamentale per vivere la propria situazione nel miglior modo possibile. Margherita Neri primario pneumologo Fondazione Salvatore Maugeri Centro Medico di Tradate La nostra cultura a Los Angeles Desidero soffermare l'attenzione dei lettori di questa rubrica sulle svariate performances in cui l'Istituto italiano di cultura di Los Angeles continua a esibirsi. Si sono già spesi tre miliardi e mezzo di lire per la nuova sede dell'istituto, un intero palazzo inutile perché tutte le attività vengono svolto altrove, non solo quelle al di fuori dell'area metropolitana di L. A., ma nel Comune stesso. Ultimamente mi è giunto il programma delle iniziative per l'estate, di cui la più succulenta è una retrospettiva di Rossellini in occasione dei cinquantanni di Roma città aperta. 11 programma era accompagnato da una lettera firmata presumibilmente (non si capisce) dal direttore dell'istituto e vi si magnificava il successo di pubblico dovuto alla loro attività e all'incredibile incremento recente del loro indirizzario (oltre tremila nominativi). Tuttavia, continuava la lettera, date le spese postali e il rischio di spre- care il tempo prezioso del personale, mi si richiede di dar prova della mia reale intenzione a prendere parte alle attività del centro, in altre parole avere una lista di sicuri paganti per le diverse iniziative. Non discuto il pagare, ovviamente. Discuto le iniziative scadenti (se voglio vedermi un film di Rossellini, eccettuate un paio di noiosissime «chicche», l'affitto in un grosso negozio di videocassette con vasto assortimento di pellicole straniere), discuto il fatto che mi si richieda una prova di buona condotta per risparmiare un francobollo da 32 cents. Discuto, infine, la naturale tendenza dell'istituto ad assecondare i gusti degli italo-americani nel Sud della California, senza tener conto che l'istituto rappresenta la cultura degli italiani d'Italia (tutta, non solo un ristretto gruppo di regioni, seppur cariche di straordinaria cultura) e non quella cara ai ricordi sognanti degli italo-americani che sono, per l'appunto, americani, e parte della polietnica cultura americana. Guido Valobra de Giovanni Los Angeles Cani abbandonati solito copione estivo Agosto, solito copione a causa degli abituali incoscienti che abbandonano cani e gatti alla mercè del prossimo. Animali a volte più affettuosi degli umani, ma che durante il giorno e la notte soffrono la mancanza dei loro padroni, lamentandosi in continuazione con latrati e gemiti, «invocando» gli incauti proprietari beatamente in ferie al mare o ai monti, consci di aver assolto il loro dovere, delegando qualcuno a portare loro acqua e cibo una volta al giorno. Chi decide liberamente di tenere un animale, senza alcuna imposizione, deve essere in grado di prestargli tutte le cure possibili per il suo benessere e per non infastidire gli inconsapevoli vicini che devono sopportare senza pausa e senza scampo questi tristi lamenti. Luigi Quaglia, Torino Teste umane infilzate e occhi nel piatto Da alcuni mesi a questa parte, gli organi di informazione non fanno altro che parlare quasi sempre di croati, serbi, bosniaci, dei loro capi che pare pure là ci sia l'unto dal Signore, parecchie volte si sente come vengono apostrofati/e i giornalisti italiani che vanno nei luoghi più scottanti della ex Jugoslavia dando modo di credere che noi cosi siamo poco simpatici. Ma, a chi conosce la storia e ha avuto modo alla fonte di conoscere tramite i parenti certe atrocità della guerra, viene in mente che costoro - croati, serbi, bosniaci - fornivano in parte i fanti all'esercito austro-unga¬ rico e costoro sui campi di battaglia usavano la scimitarra anziché i fucili. Un amico di mio padre venne decapitato; la testa venne infilata sulla punta dell'arma e la portarono con sé. Poi il grosso piatto in mostra in una scrivania di Ante Pavelic nel suo ufficio romano. E colui che aveva fondato il movimento fascista, chiamato Ustascia, chiestogli da Curzio Malaparte in effetti cosa conteneva il detto piatto, rispose: sono occhi umani che i miei fedelissimi cavano in Croazia dalle orbite dei comunisti che pigliano vivi, i vari militari facenti parte dei contingenti italiani pugnalati alla schiena. Io mi auguro che arrivati a questo punto anche gli attuali capi riflettano: decapitare un essere umano non è più di moda, così cavare da vivo gli occhi dei rivale; riflettete, siate ragionevoli, in tutto dimostrate la vostra civiltà altrimenti tutti vi reputeranno per essere un'orda di barbari. Mario Puligo, Cagliari Il connazionale pacato non è una mosca rara Mi riferisco all'articolo pubblicato ieri dalla Stampa sulla vicenda del connazionale Salvatore Giunta in Polonia e confermo di aver dichiarato che l'atteggiamento da lui tenuto è stato pacato. Non corrisponde invece a verità che avrei aggiunto «chiunque al suo posto avrebbe potuto perdere la testa in frangenti simili». Non voglio credere infatti che un italiano, su 52 milioni, capace di non dare in escandescenze se confrontato con situazioni certamente non gradevoli, sia proprio una mosca così rara. Gianfranco Giorgolo Varsavia incaricato d'affari Ambasciata d'Italia a Varsavia