Spender e Russell agenti segreti

IL CASO. Poeti e filosofi inglesi coinvolti in una campagna contro l'Urss IL CASO. Poeti e filosofi inglesi coinvolti in una campagna contro l'Urss Spender e Russell agenti segreti Scrivevano «pilotati» dall'Intelligence i LONDRA L poeta della guerra di Spagna e l'eccentrico filosofo del pacifismo prestarono la penna al governo laborista in una campagna segreta contro l'Unione Sovietica staliniana. Se Stephen Spender e Bertrand Russell fossero consapevoli di essere usati in un'operazione di propaganda, resta un mistero: sta di fatto che, tra la fine degli Anni 40 e l'inizio dei 50, scrissero pamphlet per una rivista finanziata con fondi clandestini dal Secret Intelligence Service, attraverso l'Information Research Department del Foreign Office. Mosca finì comunque per venire a sapere tutto, perché uno dei «contatti» del ministero degli Esteri era nientemeno che il traditore Guy Burgess, il quale girò debitamente le informazioni al Kgb. I dossier resi pubblici ieri a Londra rivelano una complessa operazione avviata nel marzo 1948, quand'era primo ministro Clement Attlee. Ideata dal ministro degli Esteri Mayhew, mirava a coinvolgere intellettuali, giornalisti, accademici e opinionisti: a loro insaputa o no. «Non possiamo fare nomi perché non possiamo recar danno ai vivi e ai discendenti dei morti», commenta un funzionario. A mo' di protezione, le fotocopie accessibili al pubblico pullulano di cancellature. II materiale proveniva, con tutta verosimiglianza, dall'ambasciata britannica a Mosca e da cittadini emigrati in Urss, oltre che dagli 007 di Londra. Le informazioni stampate dall'Information Reasearch Department erano tutte esatte, benché il tono fosse nettamente antisovietico. I primi dossier contenevano informazioni sui gulag staliniani, sulle distinzioni di classe all'interno della società sovietica, sulla libertà di stampa e sui sindacati. Furono dapprima indirizzati ai dirigenti laboristi che si occupavano di affari internazionali e furono quindi distribuiti oculatamente a certi ministri. Molti dei deputati laboristi in Parlamento erano esplicitamente filosovietici, per cui l'operazione dovette essere condotta dal centro-sinistra del partito nella massima segretezza allo scopo di non provocare un'insurrezione nei ranghi dei marxisti duri. Spender e Russell firmarono articoli per la rivista Freedom First (La libertà innanzitutto), controllata dalle Trade Unions, i sindacati, e messa in piedi con l'aiuto dei laboristi. La provenienza dei finanziamenti alla pubblicazione fu tenuta nascosta con successo. Una delle tattiche vincenti dell'Information Research Department era questa: passare un pezzo di ricerca sulla vita nella società sovietica a un giornalista o scrittore simpatizzante, lusingandolo con la spiegazione che si trattava di notizie confidenziali a uso interno del Foreign Office. L'interessato, o meglio l'inconsapevole agente, le avrebbe lette con molta attenzione e magari utilizzate per un articolo o in un discorso. Freedom First non era la sola iniziativa editoriale. Il ministero degli Esteri trovò i finanziamenti anche per ordinare massicce quantità di copie di libri appartenenti alla collana «Background Books»: le ambasciate britanniche provvedevano a distribuirli all'estero. L'appassionato, umile idealista Spender, morto un mese fa a 86 anni, conosceva di prima mano il marxismo: dopo un soggiorno in Germania con Isherwood all'inizio degli Anni Trenta si era convinto che il comunismo fosse l'unica forza in grado di resistere al nazismo nascente e al ritorno in Inghilterra si era iscritto al partito. Da militante andò nel 1937 a Barcellona per fare propaganda alla Repubblica. Nell'ultima intervista alla Stampa l'anno scorso nella sua casa di Londra, alla domanda perché avesse raccontato la guerra di Spagna con due toni diversi: drammatico e impegnato nei versi; disincantato, sarcastico verso la tirannia ideologica comunista nell'autobiografia World Within World, il poeta rispose con un sorriso malinconico: «Consideravamo la guerra di Spagna la migliore causa della nostra vita. Ma era difficile misurarsi con questa causa: l'unica cosa da fare, se si era un poeta inglese, era farsi ammazzare. Il disincanto è venuto quando ho visto che i comunisti erano interessati a imporre il modello sovietico, più che alla Repubblica. La scelta tra comunismo e liberalismo non è comunque una gran buona scelta». L'amarezza di Spender verso il marxismo divenne evidente proprio a cavallo di quegli anni in cui l'Information Research Department laborista era scatenato e in cui tanti ex militanti cominciavano a fare l'esame di coscienza. Il Dio che è fallito, la sua antologia di ex comunisti pentiti cui collaborarono anche Silone e Gide, è del 1950. L'incontro di Bertrand Russell con il bolscevismo era stato diverso. La moglie Dora ricordò cosi il primo viaggio in Russia del filosofo, nel 1920: «Bertrand era tradizionalmente un liberale della vecchia scuola, e come la maggior parte degli intellettuali paci- fisti non sapeva come valutare la rivoluzione del 1917. Quando andò in Russia trovò che c'erano persone dure e intransigenti e che non c'era sufficiente libertà». I timori primari del centro-sinistra laborista che mise in piedi l'operazione di contro-propaganda non riguardavano comunque ciò che succedeva oltre la cortina di ferro. «Temevamo governi comunisti a Roma o a Parigi - ricorda l'ex ministro Mayhew -. O anche più vicini». Maria Chiara Bonazzi V operazione fu organizzata dai laboristi per contrastare l'ala filo-sovietica