Compagnoni di Enrico Martinet

Compagnoni Compagnoni «Così sfuggimmo alla slavina» CERVINIA. C'è la foto e anche il filmato di quella valanga che nel 1954 sfiorò la spedizione del professor Ardito Desio. La ricorda Achille Compagnoni, il primo uomo a mettere il piede sulla vetta del K2, la seconda della terra con i suoi 8611 metri. «Si staccò dal crestone dogli Abruzzi - ricorda l'alpinista -, noi stavamo salendo. Non so come chiamare quella massa enonne di neve che ci passò accanto. Fu annunciata da un tuono spaventoso e da una nube che oscurò il cielo, e poi giù, strappando ghiaccio e roccia, sul ghiacciaio del Baltoro». Compagnoni non ricorda la data. A filmare fu l'operatore della spedizione, Mario Fantin. La tragedia in cui sono morti domenica gli alpinisti stranieri è accaduta più in alto, dove la montagna si affila e s'impenna. «Poveretti - dice Compagnoni -. Certo non è purtroppo un fatto straordinario, da sempre sono le valanghe il vero pericolo di quelle montagne. Si può resistere a tutto, al freddo, all'altitudine, ma con le valanghe non c'è nulla da fare». Come un fiume in piena, le valanghe scivolano sui versanti degli Ottomila Sono proporzionali a quei giganti, spaventose. Proprio nel 1954 i portatoli pakistani avevano abbandonato la spedizione Desio per paura delle valanghe. Ma la spedizione prosegui fino all'attacco finale, con Achille Compagnoni e Lino Lacedelli in vetta al K2. «Il tempo lassù cambia con rapidità - dice ancora Compagnoni -, nubi improvvise si portano via la visibilità con nevicate abbondanti, vento, freddo polare. E' sconcertante, ti vien voglia di scappare». Proprio una valanga si portò via Hermann Bulli sul Chogolisa, un altra cima del Karakorum, come il K2. L'alpinista austriaco fu tra quelli che Desio contattò per avere informazioni su come affrontare la scalata: Buhl nel 1953 vinse da solo il Nanga Parbat (8126 metri). «L'unico scampo - dice Compagnoni - è la cresta, ma purtroppo per raggiungere la vetta del K2 ci sono molti tratti "scoperti", dove un'improvvisa variazione di temperatura o il vento possono gettarti addosso una montagna di neve e sepellirti». Enrico Martinet Achille Compagnoni, il primo uomo a mettere il piede sulla vetta del K2 nel 1954