"Urla e sangue Arco di Trionfo

L'attentato nell'ora di massimo traffico, le 17,03: meno di un mese dopo la L'attentato nell'ora di massimo traffico, le 17,03: meno di un mese dopo la "Arco di Trionfo Urla e sangue Bomba tra la folla, 17feriti: undici sono turisti PARIGI. La piazza dell'Arco di Trionfo, il aimbolo di Parigi. Alle 5 e 3 minuti del pomeriggio la piazza a fonila di stella è piena di turisti, nessuno nota un involucro nel cestino dei rifiuti accanto all'edicola, proprio all'uscita della metropolitana. L'esplosione è violentissima: un boato e poi una terribile pioggia di bulloni, chiodi e schegge di metallo. Di nuovo la gente riversa in terra, le grida, il sangue. E a Parigi torna la paura della morto in agguato dietro ogni angolo o in ogni vagone del metrò, proprio come dieci anni fa. Tra i feriti c'è anche la famiglia Maffei, 4 italiani, per fortuna non gravi. Sono trascorse tre settimane dalla strade di Saint-Michel, 7 morti e 80 feriti nella metropolitana, una mano ignota, ambigue rivendicazioni integraliste e identikit approssimativi. Anche stavolta, a seminare il terrore è stata una bombola di gas di quelle utilizzate per il campeggio, imbottita di esplosivo e di chiodi da carpentiere. Una bomba costruita con le istruzioni di «fai da te» che chiunque può procurarsi, anche in videocassetta, per pochi franchi in ogni mercatino della banlieue. Attorno al luogo dell'attentato, in pochi secondi, accorrono decine di auto della polizia, ambulanze e vetture dei pompieri. Il panico investe tutto l'elegante quartiere, un denso fumo nero avvolge tutto, i giornali dell'edicola svolazzano ovunque, mentre i feriti vengono adagiati sulla barello « ti asportati in due ospedali, Sono 17, quasi tutti turisti, 3 in condizioni gravi Tra loro c'è una famiglia italiana della provincia tu' Pistoia, in vacanza come tante altre: Marco Maffoi, di 40 anni, la moglie Flavia, di 38, i bambini Matilde e Tommaso, di 4 e 8 anni. Tommaso, ustionato, è stato operato in serata per BBtrargli le schegge dalle gambe. Suo padre ha una gamba fratturata, la madre e la bambina sono sotto choc. Insieme ai Malici c'erano altri turisti, 4 ungheresi, un inglese, un tedesco, anche un portoghese che probabilmente stava andando all'edicola per comprare i giornali sportivi del suo Paese che arrivano proprio verso le 5 del pomerìggio. I francesi sono disorientati, molti evocano l'ondata terroristica del 1985 e 198G, che provocò 13 morti e 303 feriti nei glandi magazzini e sugli stessi Champs-Elysées, Chirac è in vacanza, anche se segue «minuto per minuto» la situazione; il primo ministro Alain Juppé, pochi minuti dopo l'attentato è arrivato all'Etoile con il volto scuro e la voce preoccupata: «Ho voluto essere qui subito ha detto - per verificare che tutto il dispositivo d'emergenza funzionasse». Poi un errore sul numero dei feriti (Juppé ilice, davanti alle telecamere, 13, mentre eia ormai ufficialo il numero di almeno 1G) tradisce la tensione Sul posto, accanto al primo ministro, c'è il sostituto procuratore Francois Reygrobellet, specializzato in terrorismo, e Jean-Claude Marin, viceprocuratore, insieme con gli specialisti della polizia giudiziaria della Brigata criminale. Viene subito fornito un numero verde al pubblico che dovrebbe dare il nome dei feriti, ma che ancora alle 20,30 non era in grado d'informare nessuno. A differenza dell'attentato di Saint-Michel, sembra che la polizia abbia in mano qualche traccia, anello se molto poco consistente. E' stato fermato, poco dopo l'attentato, un funzionario dell'ambasciata iraniana alla guida di una Mercedes con targa diplomatica, che si stava allontanando precipitosamente dal luogo dell'attentato. Ma è stato rilasciato subito dopo un controllo e in serata l'ambasciata iraniana ha condannato l'atto teiToristico e smentito seccamente qualsiasi implicazione dei propri connazionali. Il ministro dogli Interni, JeanLouis Debré, ha interrotto le vacanze ed è accorso subito a Parigi convocando, alle 21, una riunione urgente dei responsabili dei servizi di polizia e della sicurezza, una sorta di cellula di crisi che potrebbe precedere il lancio di un'operazione di controlli e di retate su larga scala. Ma le indagini si annunciano molto difficili. Francoise Rudetzki, presidente dell'associazione Sos Attentat, ha affermato sconsolata che «non si può mettere un poliziotto dietro a ogni cestino dei rifiuti. Meno parleremo dell'inchiesta e più sarà facile indagare». Ma da un paio di settimane, gli inquirenti tacciono e la pista dell'integralismo islamico, pur senza prove, resta l'unica seguita. Dopo gli identikit e il premio di un milione di franchi promesso a chi avesse fornito informazioni utili alle indagini, tutto è piombato in un preoccupante silenzio. A ricordare i morti di Saint-Mi- chel sono rimasti gli adesivi con cui la Ratp, azienda dei trasporti parigina, ha provveduto a tappezzare metrò e autobus: «I passeggeri sono pregati di collaborare, segnalate qualsiasi pacco o involucro sospetto». E infatti, le segnalazioni si sono moltiplicate, cosi come le evacuazioni di stazioni ferroviarie e grandi magazzini. Ogni mattina i notiziari hanno continuato a diffondere il numero dei controlli effettuati dalla polizia nelle strade, qualche fermato con i documenti non in regola, quasi sempre immigrati. La nuova ferita inferta dagli ignoti terroristi nel cuore di Parigi, proprio in cima a quegli Champs-Elysées che ogni francese tiene a definire «la strada più bella del mondo», ha già lasciato il Begno nell'opinione pubblica francese. La gente si sente indifesa di fronte a un'offensiva capillare e misteriosa, un nemico ignoto che si può trovare dietro a qualsiasi angolo. «E' un'offensiva mirante a destabilizzare il governo», haiijio tuonato politici e giornalisti in ti !evisionc, ma la paura vera è quejia del mistero, del buio, della mancanza di una traccia tangibile. La grande stella attorno all'Arco di Trionfo rimane presidiata, mentre gli specialisti studiano ogni minima traccia. Le dodici grandi arterie che partono simmetricamente dall'Etoile sono stranamente calme, il silenzio è interrotto soltanto da qualche sirena della polizia. Tullio Giannottl

Persone citate: Alain Juppé, Chirac, Claude Marin, Francois Reygrobellet, Francoise, Maffei, Malici, Tullio Giannottl

Luoghi citati: Parigi, Pistoia