Maria l'«sos» con gli amici di 1. R.

Maria, l#«sos» con gli amici Maria, l#«sos» con gli amici «Aiutiamo gli altri senza darci arie» LA LOTTA QUOTIDIANA EGLIO così», meglio soli piuttosto di elemosmare un po' di attenzione. Molti anziani seguiti dal Sea di via Nizza sono pronti a confermarlo con una forza quasi sconcertante. Ne abbiamo incontrati due, ascoltiamoli Storia di Margherita. Ha 83 anni e vive sola in un lindo alloggio di corso Raffaello, lottando con le gambe anchilosate e 0 busto ortopedico. Ex sarta, ha accudito per quindici anni, finché è mancato, il marito malato. Un'unica figlia. Una sola preoccupa- zione: quella che «manchino i soldi» ai volontari Sea che l'aiutano a provvedere alla spesa quotidiana e che lei ricambia agucchiando «per dare qualcosa anch'io». Felicità di ferragosto: una maglietta da 10 mila lire. Racconta: «Dopo la guerra mio marito e io ci siamo ritrovati con un solo bicchiere, se c'era un ospite non potevamo bere. Per fortuna ho lavorato con alcuni collaboratori del gruppo Abele e la moglie di uno di loro, avvocatessa, mi ha salvato dallo sfratto. Tutti gli altri alloggi del mio condomi¬ nio sono stati venduti, persino mia figlia che affittava vicmo a me ha dovuto andarsene. Io invece pago poco ma di qui non mi muovo fino al '98». Di trasferirsi dai parenti, neanche parlarne. «L'alloggio è piccolo, mio genero ha già 70 anni e non sta bene neanche lui, mia figlia lavora da 41 anni per tirare avanti e mi ha persino pagato il busto». E meno male che l'unica nipotina è lontana. «Studia Legge, le hanno offerto un posto di baby sitter al mare per una settimana. Senza paga ma con vitto e allog¬ gio, così almeno un pizzico di vacanza se lo fa. Oggi è dura anche per i giovani». Storia di Maria. Ha 72 anni, ma D suo viso ne dichiara 20 di meno. Vedova, ha 5 figli ma vive sola, nonostante un braccio immobilizzato dopo un incidente e una gamba irrigidita da un ictus, in un alloggetto di via Saluzzo pieno di sole e di piante. E' stata volontaria in ospedale ma non le è piaciuto: «C'erano volontari troppo boriosi. Così all'Unitré ho inventato un Sos tra noi anziani che funziona meglio: se tra noi qual- cuno ha bisogno, gli altri lo aiutano senza darsi arie». Tra le sue gioie di ferragosto: un seme di limone appena germogliato e la visita dell'amica e coetanea Francesca che «per accudire i genitori ne ha passate tante e non si è neppure sposata. Così, quando suo padre è morto a 95 anni e lei piangeva, io le ho detto: Francesca, è ora che pensi a te. Adesso, a 72 anni, è piena di impegni e felice». E' serena anche Maria, che ogni tanto si concede una lenta passeggiata intorno allo stabile sottobraccio ai volontari del Sea. E pazienza se i figli fanno la loro vita: «Anch'io, impegnata con suoceri e figli, non ho potuto accudire i miei vecchi...». La poesia della famiglia, quando se ne sono passate tante, concede poche illusioni. «Mi sono sfiancata per mio marito e, alla fine, mi sono accorta che avrei fatto meglio a tenerlo un po' più d'occhio...». Meglio riderci su. «Sono sempre stata una contestatrice. Quando ho informato i figli che sarei venuta a vivere in via Saluzzo mi hanno avvertito: vai a infilarti nel più gran casino della città. Ma io mi faccio i fatti miei, nessuno mi dà noia. In vita mia ho fatto sette traslochi ma non sono mai stata bene come qui, tra questi tetti pieni di silenzio. E se sotto ci sono degli extracomunitari, neanche me ne accorgo. L'ho anche detto a una peruviana che mi ha aiutata dopo l'ictus: se non vai in giro con mezzo sedere fuori, stai tranquilla». [1. r.]

Persone citate: Vedova