«Con le serrande alzate aspettando un cliente»

«Con le serrande alzate aspettando un cliente» «Con le serrande alzate aspettando un cliente» Festa grande, nella pescheria di Giovanni Ferrara in via San Tommaso, quando ieri a mezzogiorno è entrata Silvia con la sua mamma: le prime clienti dell'intera mattinata, dopo un lunedì buttato al vento senza vendere neppure un'acciuga. Silvia, che compie oggi 7 anni, ha preteso un menù a base di sogliole. Spiega la mamma: «Ho invitato i suoi amici convinta che fossero via, ma sono quasi tutti in città. A latitare sono i negozi, purtroppo». E i torinesi rimasti a casa, comunque, preferiscono i supermercati, snobbando le poche botteghe disponibili. Ieri la signora Ferrara, alla cassa, ha fatto in tempo a leggere un libro intero «in attesa di qualcuno che entrasse almeno per darti il buongiorno». «Sto servendo solo qualche ristorante, con grossi problemi di rifornimento. Dai primi d'agosto anche il mercato ittico all'ingrosso funziona a singhiozzo, causa lavori di adeguamento alla normativa Cee». Intorno, un mare di serrande chiuse. «Siamo l'unico negozio aperto in zona, ma non basta per attirare qualche cliente..Un assurdo per una città come Torino, e fortuna che questo periodo sta per finire. Lunedi mi sembrerà di vivere in un altro mondo». Bella cosa, fare il proprio dovere. Ne sono convinti tutti i negozianti che, ligi al regolamento, hanno alzato la serranda la vigilia di Ferragosto e resteranno aperti in attesa che la città torni ai ritmi normali. Ma spesso il bilancio è deprimente, e c'è persin troppo tempo per rifletterci su: comportarsi in maniera corretta è giusto, ma non lo è altrettanto sprecare soldi ed energie quando in negozio non entra nessuno. Spiega Mauro Aragno, titolare in via Garibaldi di «El formagé» con il fratello Giuseppe: «Dandoci reciprocamente il turno, sono vent'anni che teniamo aperto in agosto. E questo ci ha aiutato a diventare un punto di riferimento». Ma serve a poco. «Il rischio peggiore ò di scontentare i clienti. I fornitori sono in vacanza, la richiesta è scarsa e imprevedibile. Risultato: chi pretende due etti di stracchino ti guarda disgustato se ammetti che non ce l'hai. E pazienza se ogni sera li ritrovi a buttar via altre tre qualità di formaggio fresco che nessuno ha voluto, toccando con mano che stai lavorando in perdita». Succede anche alla macelleria Florida, accanto a piazza Statuto, dove il titolare Livio, dando per scontato che «entro oggi si ricomincia», aspetta di ricevere in giornata i nuovi rifornimenti «dopo il blocco iniziato venerdì della settimana scorsa». Oppure alla pasticceria Cravero di corso Casale, che non va in ferie mai: «Abbiamo lavorato abbastanza la mattina di Ferragosto, mentre il lunedì di vigilia il servizio si è limitato a qualche faccia nuova di passaggio». ■ Unica eccezione quella delle gastronomie, assalite dai torinesi condannati a un Ferragosto sedentario e decisi a festeggiarlo in gelatina. Racconta Bruno della gastronomia Crocetta, famosa per i salumi fatti in casa e le cinque affettatrici con cui li taglia, per non confondere i diversi aromi: «In 26 anni, io e mia moglie Neva non abbiamo mai chiuso né a luglio né ad agosto. La gente non manca perché sa che qui intorno siamo aperti tutti: mercato e panettiere, vinaio e tabaccaio. Non è un problema neppure l'assenza dei fornitori. Dalle crostate ai prosciutti d'oca, fac- ciò tutto da me». Come sempre, Bruno andrà in vacanza a settembre. «Paura che i clienti mi tradiscano? Se si rivolgono alla concorrenza mi fa piacere. Così imparano...». Affollata anche la gastronomia di Maurilio Baudracco, che catalizza 0 viavai davanti a Porta Nuova. C'era la coda fuori della porta, lunedì. Baudracco, però, è stato colpito soprattutto da un cliente. «Un signore anziano, mai visto prima. Mi ha spiegato che assiste da 25 anni la moglie paralizzata e che si preparavano a festeggiare le nozze d'oro il 16 agosto. A casa, con i figli in arrivo da lontano, per restare tutti insieme». Ma che cosa mettere in tavola? «Ho un solo rimpianto, continuava a ripetermi. Se 50 anni fa avessi immaginato come è difficile la spesa di Ferragosto a Torino, mi sarei sposato un altro giorno». Luisella Re Casse vuote e giornate grame per i pochi esercenti che hanno affrontato i giorni di festa dietro il bancone Presi d'assalto dai consumatori i centri commerciali Tra le botteghe hanno fatto buoni affari solo le gastronomie ln alto, la città chiusa per ferie: buoni affari per i supermercati. A sinistra Giovanni Ferrara nella sua pescheria e (sopra) il gastronomo Maurilio Baudracco

Persone citate: Baudracco, Cravero, Ferrara, Giovanni Ferrara, Luisella Re, Maurilio Baudracco, Mauro Aragno, Neva

Luoghi citati: Torino