Detenuti-attori in banca le recite fuori programma di Paolo Lingua

Componenti della compagnia del penitenziario di Volterra, usavano i permessi per compiere le rapine Componenti della compagnia del penitenziario di Volterra, usavano i permessi per compiere le rapine Detenuti-attori, in banca le recite fuori programma GENOVA. Recitavano in giro per l'Italia, godendo dei permessi previsti per i reclusi che mantengono buona condotta e s'impegnano nelle iniziative di «recupero sociale e morale», ma il singolare «Cairo di Tespi» era una copertura per compiere rapine ai danni di istituti di credito della zona dove la compagnia si spostava. I rapinatori erano sempre quattro, tre uomini e una dolina, impeccabilmente e persino un po' caricaturalmente truccati (parrucche, baffi, occhiali), non erano violenti e dimostravano distacco e persino troppa disinvoltura. Erano calati e perfettamente tranquilli nella loro parte. La squadra mobile di Genova, diretta da Guido Marino, ha scoperto e sgominato una singolare organizzazione di rapinatori, autori di ben undici colpi a banche della Liguria dell'Emilia e della Toscana (in particolare in provincia di Pisa). I componenti della banda, tutti attori della «Compagnia della Fortezza» (fondata sette anni fa dai detenuti del carcere di Volterra e che ha raggiunto una certa notorietà), tra detenuti, fermati, latitanti e denunciati a piede libero, sono nove. Non è escluso che successive indagini portino a nuovi arresti o all'individuazione di ulteriori responsabilità: la squadra mobile, comunque, ha precisato che non tutti i componenti della «Compagnia della Fortezza» - una trentina complessivamente - avevano a che fare con attività delittuose o erano a conoscenza della doppia vita dei colleghi. Tre dei componenti della banda erano già in stato di detenzione. So no Pasquale Cimmino, 35 anni, di Caserta; Vincenzo Sgroi, 26 anni, di Palermo; Nicola Ceraci, 36 armi, di Palermo. In stato di arresto c'è poi Cannolo Paci, 39 anni, il primo a cadere nelle mani degli inquirenti: aveva rapinato la filiale della Cari- ge di Voltri ed era stato identificato grazie alla parziale ricostruzione dei numeri della targa dell'auto sulla quale era fuggito dopo il colpo. Paci era stato detenuto a Volterra e faceva parte del gruppo teatrale. In stato di fermo, invece, si trovano la «dama bionda», sempre notata in tutte le rapine, Santa Giacoppo, 37 anni, sorella d'un detenuto estraneo alla vicenda, che trovandosi in libertà era incaricata di provvedere alle armi; il marito Mario Ferrara, 37 anni (abitavano a Genova); Francesco Penna, 32 anni, che aveva appena finito di scontare 14 anni eh reclusione per omicidio e rapina a mano annata. Ci sono poi due denunciati a piede libero: i fratelli Patrizio e Giuseppe Lombardino, 36 e 34 anni, palermitani. Infine è ricercato Pasquale Gulisano, 43 anni. La mobile di Genova ha accertato che i rapinatori erano ben organizzati: chi si trovava in libertà procurava le armi e studiava il colpo che veniva realizzato la mattina precedente oppure quella successiva allo spettacolo, ma mai nella medesima località: semmai a parecchi chilometri di distanza, per non alimentare sospetti. I detenuti in tournée godevano di quattro giorni, in media, di pennesso: in carcere il loro comportamento era impeccabile e nessuno veniva mai punito. Sembra addirittura che molti dei rapinaton-attori avessero acquistato piccole proprietà con appezzamenti di terreno nella campagna toscana, mantenendo rapporti con il centro di produzione teatrale di Volterra, che dispone da qualche tempo d'una sede autonoma fuori del carcere. Il testo che veniva recitato in questi ultimi mesi nei quali sono state compiute le undici rapine attribuite alla banda (i colpi rendevano dai dieci ai cento milioni) era il «Marat-Sade» di Peter vVeiss: c'era chi faceva semplici comparsate interpretando guardie o inservienti e chi si cimentava addirittura nei panni di Massimiliano Robespierre. Ora occorrerà rifare la distribuzione delle parti. Paolo Lingua Le immagini della . .tv a circuito chiuso di una banca che hanno permesso di rivelare l'identità dei rapinatori