ILLUSIONI PERICOLOSE
ILLUSIONI PERICOLOSE ILLUSIONI PERICOLOSE TREDICI mesi fa il marco sfondò quota mille. Parve un evento sconvolgente ed assurdo prodotto dalia follia di un mercato ormai dominato da una speculazione tanto sfrontata da infischiarsene dei dati oggettivamente positivi che l'economia già andava accumulando. Da allora le cose sono ulteriormente migliorate: il disavanzo dello Staro si è ancora ridotto, è stata raggiunta la stabilizzazione del debito pubblico rispetto al Pil, la politica dei redditi ha tenuto, il surplus dei pagamenti correnti è rimasto elevato, è stata realizzata la ritorma del sistema previdenziale, il clima politico è meno aspro, l'inflazione è salita per motivi tecnici che sono presto apparsi controllabili e circoscritti. Se, dunque, poco più di un anno fa il marco a mille lire sembrava sconvolgente ed assurdo, a maggior ragione dovrebbe sembrarlo oggi. E, invece, siamo qui felici e contenti perché ieri la lira ha recuperato quota 1 100 contro il marco. Questo per dire che l'unico motivo per cui le quota¬ zioni di oggi ci sembrano più realistiche è che nel marzo scorso la lira giunse a sfiorare il livello di 1275 al quale, per quanto cervellotico fosse, avevamo ben presto fatto l'occhio fino ad assumerlo, ora, come termine di riferimento. La recente storia del cambio della lira ci porta, dunque, nel bel mezzo di una realtà pirandelliana la quale ci dimostra che un riferimento attendibile ed oggettivo non esiste se non nelle nostre labili e volubili sensazioni. Per altro, un cambio "realistico» della lira non può neppure esistere perché il mercato, finanziarizzato e speculativo com'è, non tiene in nessun conto la realtà economica, ma fa quel che vuole, senza limiti e senza regole, con una forza assai maggiore di quella che, all'evenienza, la Banca centrale può impegnare per contrastarla. Di conseguenza, l'unico cambio realistico, cioè sostenibile, sarà quello che il mercato esprimerà spon-
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