Una previdenza «fai da te»

Con il rilancio dei fondi pensione ogni lavoratore potrà ottenere una rendita integrativa La nuova formula sarà facoltativa, chi la sceglie dovrà versare il 2% del proprio stipendio Con il rilancio dei fondi pensione ogni lavoratore potrà ottenere una rendita integrativa La nuova formula sarà facoltativa, chi la sceglie dovrà versare il 2% del proprio stipendio Una previdenza «fai da te» COME FUNZIONA IL FONDO i IMPIEGATO direttivo (in possesso di laurea) di un'impresa di pulizie che, al 31 dicembre 1995, ha concluso il versamento di 15 anni di contributi. Se non riscatta ai fini pensionistici il corso legale di laurea appartiene al gruppo di lavoratori che maturerà la pensione con doppio calcolo (retributivo e contributivo). Se invece riscatta i quattro anni di studi universitari otterrà in complesso 1 9 anni di contributi e rimarrà quindi agganciato all'attuale calcolo retributivo. COLLABORATRICE domestica a 24 ore a settimana che dal 31 agosto 1995 ha 58 anni di età ed ha versato 27 anni di contributi Inps. Può andare in pensione quando vuole, a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda. CENTRALINISTA cieco di azienda di trasporti che raggiunge i 35 anni di contributi (tenuto conto delle agevolazioni riconosciute dalla legge, attraverso maggiorazioni convenzionali degli anni di servizio) nel mese di ottobre '95. Può chiedere la pensione nel corso dello stesso mese di ottobre ed avere il pagamento immediatamente, cioè dal successivo 1° novembre. COMMERCIANTE uomo che raggiunge i 40 anni di versamento dei contributi (tenuto conto di precedenti versamenti fatti come lavoratore dipendente) nel febbraio 1996, avendo 60 anni di età, e che chiede la pensione nello stesso mese. Può ottenere la rendita solo dal successivo mese di luglio 1 996. MINATORE che raggiunge il 30 novembre 1995 it requisito contributivo di 35 anni (in realtà ha lavorato per soli 30 anni ma la legge gli riconosce un aumento convenzionale di 5 anni per il lavoro in sotterraneo). Può andare in pensione dal 1° dicembre '95. MEZZADRO o colono che ha raggiunto i 35 anni di contributi nel 1993 e che è finora rimasto bloccato dalle varie leggi che sospendevano il suo diritto alla pensione. Può andare in pensione dal 1° gennaio 1996, facendo ovviamente domanda entro il dicembre 1995. ARTIGIANO che ha raggiunto i 35 anni di contribuzione nel 1994 e che nel mese di ottobre 1995 compirà 56 anni di età. Non può andare in pensione dal 1° gennaio 1996 in quanto non ha ancora 57 anni di età e quindi la pensione sarà liquidata solo dal successivo 1° aprile 1 996, dopo il compimento dei 57 anni. FUNZIONARIO di banca che raggiunge il versamento di 35 anni di contributi il prossimo mese di settembre ed ha attualmente 57 anni. Può andare in pensione dal 1° luglio 1996. DIPENDENTE dell'Arias che entro il prossimo mese di novembre 1995 matura 32 anni di anzianità di servizio. In base alle norme particolari stabilite per il pubblico impiego può andare in pensione dal 1° gennaio 1996. Tale agevolazione, però, è controbilanciata dal fatto che la pensione così ottenuta è soggetta a una riduzione del 9 per cento. Questa decurtazione è giustificata dal fatto che il trattamento viene anticipato di cinque anni rispetto alla normale anzianità di servizio indicata dalla legge in 37 anni. AVVOCATO che ha raggiunto i 30 anni di versamenti e che nel mese di gennaio 1996 compirà 65 anni di età. Può andare in pensione di vecchiaia da 1 ° febbraio 1 996 senza alcuna limitazione, in quanto i liberi professionisti sono fuori dalia riforma delle pensioni e continuano ad applicare le regole di sempre. Ri nel 124, i ILANCIARE i fondi pensione. E' uno degli ooiettivi, e tra i più significativi, della riforma. Introdotti 1993, con il decreto legge fondi pensione sono infatti rimasti, finora, solo sulla carta. Eppure la previdenza complementare, il «secondo pilastro» che dovrebbe affiancare la pensione obbligatoria da un lato, e quella individuale e volontaria dall'altro, è un argomento di grande importanza. Soprattutto nel momento in cui si riduce l'entità delle prestazioni del sistema obbligatorio. L'adesione ai fondi pensione sarà in ogni caso facoltativa. I fondi potranno essere istituiti nell'ambito di aziende o di categorie professionali, attraverso accordi sindacali. I lavoratori dipendenti, privati o pubblici, potranno infatti aderire a fondi promossi da contratti e accordi collettivi, o da accordi fra lavoratori promossi da sindacati nazionali, o da regolamenti di enti e aziende. Autonomi e professionisti avranno la possibilità di iscriversi a fondi promossi dai loro sindacati o dalle associazioni di categoria. Ciascun fondo dovrà affidare la gestione del denaro raccolto a un intermediario specializzato. Banche, società di intermediazione mobiliare (Sim), compagnie di assicurazioni e società di gestione di fondi comuni sono i soggetti autorizzati dalla legge a gestire i fondi pensione e tutti saranno sottoposti alle medesime regole e agli stessi vincoli. Il patrimonio del fondo dovrà essere nettamente distinto da quello dell'azienda (in caso di fondo aziendale), come pure dal patrimonio del gestore. Una commissione di vigilanza sarà istituita per controllare l'operato dei gestori e il regolare funzionamento dei fondi. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, ad alimentare il fondo saranno i contributi del datore di lavoro, quelli del lavoratore stesso (entrambi nella misura massima del 2 per cento della retribuzione) e il trattamento di fine rapporto (Tfr), la liquida- ~ ' * ■ im'"*M QUANTO SI PAGA DI TASSE Lo prestazione del fondo pensione verrà tassata come un reddito da lovoro, ma solo nella misura dell'87,5% I lavoratori autonomi potranno dedurre dal 740 i contributi versali al fondo pensione, per un importo massimo pari ol ó% del reddito dichiarato, con il limite di 5 milioni. CHI LO GESTISCE Banche, società di intermediazione mobiliare (Sim), compagnie di assicurazioni c società di gestione di fondi comuni sono gli intermediari autorizzati a gestire i fondi Dovranno seguire delle regole stabilite dalle autorità competenti per garantire la sicurezza dei risparmi a loro affidati QUANTO SI VERSA Ogni anno sia l'azienda sia il lavoratore versano il 2°* ciascuno della retribuzione lorda del dipendente. A questo si aggiunge un altro 2% prelevato dal Tir (ma per i neoassunti può essere anche tutto il Tfr). Il totale è quindi pan almeno al 6% dello retribuzione lorda. CHI VERSA Azienda e lavoratore. I fondì potranno essere istituiti nell'ambito di aziende o di categorie professionali, attraverso accordi sindacali. Autonomi e professionisti potranno iscriversi a fondi P'orross1 dai loro sindacati o dalle associazioni di categoria. ~ l'altra la liquidazione tradizionale. Oggi il trattamento di fine rapporto è un accantonamento pari al 7,5 per cento dello stipendio: in futuro quindi, per chi aderirà a un fondo pensione, si ridurrà al 5,5% (sempre a condizione che sia già in attività oggi). 11 rendimento delle somme accantonate come Tfr, tuttavia, non fa rimpiangere la vecchia liquidazione. La legge stabilisce infatti un tasso di rendimento annuo pari al 75% dell'indice Istat dei prezzi al consumo (è quello che misura l'inflazione), piii un tasso fisso dell'1,5%. Con un'inflazione del 5%, ciò significa per esempio un rendimento annuo del 5,25%: molto meno di quello che, prevedibilmente, renderanno i fondi pensione. I lavoratori autonomi, invece, non potranno contare né sui contributi del datore di lavoro né sul Tfr: dovranno pagare tutto da sé. Avranno tuttavia la possibilità di dedurre dal reddito (in sede di dichiarazione 740) i contributi versati al fondo pensione, per un importo massimo pari al 6% del reddito dichiarato, con il limite di 5 milioni. Lei prestazione del fondo è una rendita, una pensione supplementare, calcolata in base ai contributi versati. Dal punto di vista fiscale sarà equiparata a un reddito da lavoro, ma sarà tassata soltanto per una quota pari all'87,5%: una rendita di 100 milioni annui sarà soggetta alle aliquote Irpef come se si trattasse di una rendita di 87 milioni e mezzo. Si potrà (se lo statuto del fondo lo prevede) chiedere, invece della rendita, la liquidazione di un capitale, che non potrà tuttavia essere superiore al 50% della somma accantonata. Il lavoratore che decide di cambiare impiego potrà inoltre chiedere la liquidazione del capitale accantonato fino a quel momento, o trasferirlo in un nuovo fondo aziendale. Lo stesso potranno fare coloro che ritengono che il fondo sia gestito in modo insoddisfacente. L'uscita dal fondo, in ogni caso, potrà avvenire soltanto quando saranno trascorsi almeno tre anni dall'iscrizione (che salgono a cinque nel caso di fondi di nuova istituzione). ~ ' LA RENDITA GARANTITA N0TE: CONTRIBUTO (% DELLA RETRIBUZIONE) RENDITA ANNUA INIZIALE 35ENNE (1) 45ENNE(2) (1) lavoratore dì 35 anni, con retribuzione iniziale di 40 milioni e finale di 164 milioni; (2) lavoratore di 45 anni con retribuzione iniziale di 40 milioni e finale di 101 milioni. Le ipotesi su cui basano gli esempi riguardano caricamenti (costi) medi del 6% e un rendimento netto (retrocesso) dell'8% annuo. Fonte: Winterthur Assicurazioni 11.700.000 5% 33.500.000 40.200.000 14.000.000 18.800.000 6 % 53.700.000 8% 10% 67.700.000 23.400.000 zione. Questo sarà integralmente destinato al fondo per i lavoratori neoassunti (sempre che vogliano aderire), mentre per i lavoratori già in attività è stabilito che solo una quota pari al 2 per cento della retribuzione confluisca nel fondo. Cambia quindi il trattamento di fine rapporto. I lavoratori neoassunti che decideranno di aderire, infatti, rinunceranno al- la tradizionale liquidazione. Coloro che sono già in attività, e che hanno già accantonato una quota di Tfr, avranno invece un doppio trattamento: da una parte la prestazione del fondo pensione, dal-

Persone citate: Arias