Missionario arrestato in Ruanda

Padre Bellomi Padre Bellomi Missionario arrestalo in Ruanda BERGAMO. Un missionario bergamasco, padre Isaia Bellomi, dell'età di sessantasette anni, di Caravaggio (Bergamo), appartenente alla Casa provincializia dei Padri bianchi missionari d'Africa di Treviglio, è stato arrestato in Ruanda ai primi giorni di giugno, ma la notizia si è appresa solo ieri. Lo ha reso noto un altro missionario dei Padri bianchi rientrato in questi giorni in Italia. Secondo le notizie riferite, padre Bellomi, dopo alcuni giorni di accertamenti, si troverebbe ora agli arresti domiciliari presso il vescovado di Kibungoar. Secondo quanto ha raccontato il missionario rientrato in Italia, padre Bellomi sarebbe stato arrestato con l'accusa di aver aiutato a mettersi in salvo l'anno scorso, dopo la tragedia scoppiata in Ruanda fra la tribù degli hutu e quella dei tutsi, alcune persone appartenenti all'etnia sconfitta. Padre Isaia prestava aiuto a tutti i bisognosi ma è stato fermato e posto agli arresti domiciliari da elementi della tribù vincente dei tutsi. Sia il vescovo locale che il console italiano a Kigali si stanno attivando per sollecitare una soluzione e liberare al più presto il religioso. Il missionario agli arresti soffre di cuore e avrebbe bisogno di cure in una struttura ospedaliera. La vicenda dell'arresto del missionario italiano in Ruanda - a quanto si apprende da fonti della Farnesina è seguita al ministero degli Esteri italiano attraverso frequenti contatti dell'unità di crisi (costituita a Roma) con il console italiano a Kigali, con il vescovo e con le autorità della Repubblica ruandese. Padre Isaia Bellomi è agli arresti domiciliari all'interno del vescovado di Kibungoar e la Farnesina, considerate le sue condizioni di salute, si sta attivando urgentemente in due direzioni. La prima è quella di ottenere dalle autorità di Kigali l'autorizzazione all'espatrio, per il quale - in attesa del consenso del missionario ha dato già l'assenso l'ordine religioso al quale appartiene padre Isaia. La seconda, subordinata, in quanto non esente da rischi per la salute del religioso, è il ricovero all'ospedale di Kigali. L'unità di crisi è tuttora in attesa di riscontri in merito da parte delle autorità del Ruanda. La feroce guerra civile fra tutsi e hutu fece nel Paese almeno un milione di morti. I primi a scatenare la «pulizia etnica» furono gli hutu, appartenenti alla tribù più numerosa, ma alla fine furono i tutsi, pur minoritari, a vincere vendicandosi sui nemici. [Ansa]

Persone citate: Bellomi, Isaia Bellomi, Padre Isaia