Uccise per un pugno di spiccioli

Gli omicidi a Palermo e a Taranto: una è stata soffocata, l'altra colpita alla testa Gli omicidi a Palermo e a Taranto: una è stata soffocata, l'altra colpita alla testa Uccise per un pugno di spiccioli Due anziane sole massacrate dai rapinatori ROMA. Uccise per un pugno di spiccioli, l'una a Palermo l'altra a Taranto. In comune avevano l'età (poco oltre la settantina) e una vita in solitudine. Adesso le lega anche il modo di morire: uccise per mano di rapinatori decisi a tutto pur di non rimanere a mani vuote. Uccise come nel film di Kubrick «Arancia meccanica», cioè nel modo più volento, senza rispetto, né pietà. Eccola la cronaca di una vigilia di Ferragosto di ordinaria violenza. Celestina Coinmessalti, 73 anni, è stata ammazzata per un pugno di spiccioli, per qualche anellino che l'assassino le ha sfilato dalle dita dopo averla massacrata. Doveva essere solo un furto. Il ladro era entrato in casa dalla finestra, probabilmente pensava di non trovare nessuno e di riuscire a razziare soldi e gioielli. Ha invece trovato lei, pensionata, vedeva di un poliziotto scomparso da alcuni mesi. E quando lei ha gridato di¬ sperata, l'ha colpita alla testa, l'ha picchiata e lasciata priva di sensi sul pavimento. Poi ha messo a soqquadro l'appartamento, ha preso la borsa della donna, le ha sottratto quei pochi preziosi che aveva, le ha sfilato gli anelli ed è fuggito con il complice che era giù in strada, assoldato come «palo» per 150 mila lire. E' accaduto a Palagiano domenica sera, tra le 22 e le 23. Ad accorgersi del delitto sono stati i vicini di casa della donna che hanno notato la porta aperta, sono entrati nell'appartamento e, scoperto l'omicidio, hanno avvertito i carabinieri. 1 quali dopo poche ore hanno fermato due persone, entrambe accusate di concorso in rapina e omicidio: Vincenzo Donvito, 28 anni, pregiudicato, e un giovane di 17 anni. Il primo è il presunto autore del delitto. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori, sarebbe stato lui a entrare nell'appartamento al pianter¬ reno abitato da Celestina Commessatti, in via Lenne 2, a pochi passi dalla piazza principale del paese, e a ucciderla. Lo accusa il minorenne, il «palo», il quale ha raccontato ai carabinieri e al magistrato che coordina l'inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Vincenzo Petrocelli, di avere ricevuto per la sua «prestazione» 150 mila lire da Donvito. Ma questi smentisce di avere partecipato al furto e al delitto. Dice che il minorenne, che lui accusò di un furto e fece incastrare in passato, ha voluto vendicarsi così. Per domani sono fissati gli interrogatori (Donvito è rinchiuso nel carcere di Taranto, il minore nel carcere minorile di Lecce) che saranno condotti dal giudice per le indagini preliminari Luciano La Marca, che dovrà decidere se trasformare in arresto il provvedimento di fermo. Nella stessa giornata verrà eseguita l'autopsia. Da Taranto a Palermo, l'orrore continua. L'hanno soffocata con un pezzo di stoffa che le hanno ficcato in bocca per impedirle di urlare e sono fuggiti portando con sé una manciata di banconote e i pochissimi oggetti di valore razziati nel misero alloggio. La vittima è Rosaria Puleo, 76 anni, vedova da 20, senza figli né parenti prossimi. Viveva da sola in una casa semicadente nel cuore di Palermo, in vicolo Celso ai margini del popolare mercato Capo. Una povera donna che addirittura, quando non arrivava alla scadenza per l'incasso della pensione di vecchiaia, suo unico provento, chiedeva l'elemosina davanti alla vicina chiesa di San Giuseppe. Dunque una pensionata a volte costretta a mendicare per sfamarsi. Pagata la pigione, le rimanevano ben pochi soldi. Il delitto è stato compiuto nella tarda serata di domenica nella zona semideserta. Il piccolo edificio in cui Rosaria Puleo abitava al terzo piano era svuotato. Gli assassini sono entrati attraverso un balcone con l'imposta lasciata aperta per il caldo asfissiante dalla vecchia che è stata picchiata e legata ad una sedia. Per non farla urlare, l'hanno imbavagliata e le hanno messo in bocca un pezzetto di stoffa strappato da un vecchio indumento. Secondo il medico legale, la morte è avvenuta poco dopo. Negli occhi sbarrati della vittima e nella smorfia rimasta impressa sul viso, tutto il terrore che deve aver provato in quegli ultimi terribili attimi. La polizia - la questura dista poche centinaia di metri - è intervenuta poco dopo, ma gli assassini erano già lontani. Un uomo ha telefonato al 113 segnalando rumori sospetti in via Celso 77 e ha subito abbassato l'apparecchio. Uno dei tanti che non desiderano aver «fastidi» con la polizia anziché collaborare. [r. cri.] 55 MINUTI 01 TERRORE Areu di Servizio di Corcare. Giancarlo Castrogiovanni si (a consegnare l'incasso dal benzinaio. Poi parte su una Goll in direzione di Torino, prima del casello di Millesimo inverte la marcio. La Golf sfreccia a lutto velocità al casello di Altare. La polizia prepara un posto di blocco a Zinola, alle porle di Savona. Ma l'auto lo supera. C'è un primo conflitto a fuoco in piuzzule Amburgo, periferia di Savona, sotto gli occhi di decine di persone. Poi l'auto punta sull'Aurelio. La Golf imbocca via Stalingrado, dove c'è un nuovo posto di blocco. Il rapinatore non si ferma, passa sotto il cavalcavia ferroviario, raggiunge via Nizza e si dirige verso Ponente, destinazione Vado. L'insegjimento si conclude a Bcrgeggi. L'auto di Costrogiovanni viene speronata più volte dalle pattuglie. Il bandito impugna la pistola giocattolo, la polizia la scambia per vera e spara: Castrogiovanni è colpito a una spalla, tenta di luggire a piedi, ma è catturato.