Silvio e Lamberto, il futuro si decide in Costa Smeralda

Silvio e Lamberto, il futuro si decide in Costa Smeralda Silvio e Lamberto, il futuro si decide in Costa Smeralda LE STRATEGIE DI FERRAGOSTO PORTO ROTONDO DAL NOSTRO INVIATO Ed ecco che dal fondo di questo forno arredato con bouganvillee, là dove si apre il portone rosso fiamma di villa La Certosa, esce caracollando un Big Jim con il tascapane per i caricatori: «11 dottore riposa e non riceve». Silenzio con sottofondo di cicale. Poi si gira per metà, convoca con l'indice i due carabinieri già sciolti dal sole (poveracci) qui sulla ghiaietta di Punta.Lada, e fa: «Da adesso dite ai giornalisti che non ci si può avvicinare». Chiedono timidi: «Neanche ai citofoni?». Big Jim scuote il testone ricciuto, fa saltar fuori il pollice, direzione vi lione: «Là dentro ci sono uomini armati e cani... Poi finisce che qualcuno si fa male». Buon Ferragosto, ragazzi. Eccoci ai confini invalicabili della politica abbronzata che si gioca in questo pezzetto di Costa Smeralda, dove da un paio di giorni si dà per imminente un incontro tra Silvio Berlusconi e Lamberto Dini per uno scambio di corone e magari pure per un accordo su come spartirsi i vasti possedimenti (politici) del Polo di centrodestra in vista delle (future, mollo future?) elezioni. Proprio qui, sulla costa del mareblu e dei bulli con fuoribordo. Perché poco sopra le spalle di Big Jim, una dozzina di chilometri in linea d'aria, c'è Lamberto Dini che prende l'ombra sotto gli oleandri di villa Sa Fedra, Punta del Pevere E' arrivato anche lui blindatissimo tre giorni fa. Dicono dopo un incontro toscano con Pellegrino Capaldo, quello della Banca di Roma, uno degli istituti con cui è più esposta la Fininvest, e che viene considerato tra i grandi sponsor del Dini politico, anzi del Dini premier, con Berlusconi magari leader, ma dentro a una campana di vetro che lo tenga fuori da Palazzo Chigi. L'incontro non c'è stato e a sentire Nicolò Querci (l'assistente di Berlusconi) che a metà pomeriggio attracca la sua barca a vela nell'ingorgo nevrastenico di Porto Cervo, «non è affatto in agenda». Però? «Però anche Berlusconi sa che il prossimo candidato del Polo sarà la persona più adatta a vincere le elezioni. Senza nessuna preclusione. Senza nessun personalismo». E per quanto il giovane Querci si sia messo (ahinoi) a parlare un poco in dialetto democristiano, la frase è ab bastanza significativa. Quin di non più: «O Berlusconi o morte» che il soldatissimo Antonio Tajani scandiva in camiciola su tutti i tg della Repubblica. Ma tanti «se», molti «vedremo», niente più spigoli. Anche se subito Quer ci sbriga una mezza virata: «Potrebbe essere Dini, oppure un altro... Al momento è Ber lusconi». E appena doppiato il capo del discorso riprende dritto: «Non è ancora stata presa una decisione, anche se ci sono dei punti fermi da cui partire». Sarebbe a dire? «Tre. E' Berlusconi che tira i voti. E' Berlusconi il capo riconosciuto. E' Berlusconi il leader naturale delle prossime elezioni. O dovrebbe...». Dovrebbe. «Appunto. Visto che non sappiamo ancora quando e come si arriverà alle elezioni, potremmo trovarci a fronteggiare nuove condizioni». E in quel caso? «Valutare che per vincere ci voglia uri altro premier». In effetti Casini e Mastella... «Hanno già detto che gli va bene Dini, anzi benissimo». Ve lo aspettavate? Querci ridacchia, soffia, e ci pensa il frastuono metalmeccanico delle chiglie, dei telefonini e delle signore zavorrate oro, a portarsi via il commentacelo estivo. Pazienza. Là in fondo, dietro al portone rosso fiamma, non arrivano né vento, né chiacchiere. Berlusconi è al lavoro, chino a revisionare tutti i bulloni dei prossimi candidati, e a ripulire le viti per assemblare la nuova macchina di Forza Italia, dotata (si disse) di 200 mila promoter. L'altro giorno, a Milano, Marcello Dell'Utri, in procinto di tornare plenipotenziario di Forza Italia, diceva: «Guardi che io al partito leggero non ci ho mai creduto. Se si deve andare in battaglia, abbiamo bisogno di un carro armato, non di uno spidcrino». Anche se gli apparati non li ha più nessuno, neppure il pds? «Invece loro ce l'hanno, più smilzo magari, ma in confronto a noi restano una corazzata». Senza tv però. E Dell'Utri: «La prossima campagna elettorale si farà alla vecchia maniera: porta a porta, contatti personali, strette di mano, sorrisi, uri programma chiaro». E Berlusconi ò d'accordo? «Berlusconi sa che la campagna elettorale del 27 marzo sarà irripetibile». E dunque mentre l'allegra Costa Smeralda si muove con la velocità di un parcheggio intasato, mentre i paparazzi con teleobiettivo si accontentano di beccare Maldini e Costacurta evasi dal ritiro del Milan con chissà quale lenzuolo, Silvio e Lamberto restano invisibili. E lavorano. Dini (forse) per salire ancora un po'. E Berlusconi (forse) per scendere almeno un po'. Scendere quanto gli suggerirà la nuova strategia di Gianni Letta che verrà ridiscussa tra un paio di giorni quando qui arriveranno anche Previti e Confalonieri. Scendere quanto gli consentirà l'orgoglio. Anche se magari ha ragione Dell'Utri, quando dice: «Una delle migliori qualità di Berlusconi è il realismo e giocherà la partita per vincere, state sicuri». Sic .irissimi. Infatti Silvio si muove lento come non mai. Dopo una mezzoretta dal portone rosso fiamma spunta il suo messaggio: «Parlerò solo dopo il 25 agosto». Magari quel giorno potremo vedere anche noi l'uovo. Con il permesso di Big Jim. PinoCorrias Il consigliere Querci: «rorse per vincere ci vuole un altro premier» E Marcello DcirUtri torna plenipotenziario «Io al partito leggero non ho mai creduto» ■ im jfe* ,r ;■ i* JjJBj k-J| -Jjj E37" Porto Cervo. Sulla Costa Smeralda, pulsa la politica di mezza estate Sotto Silvio Berlusconi che trascorre ì giorni di vacanza con i più stretti collaboratori incaricati di riorganizzare Forza Italia in vista della campagna elettorale

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