Seedorf ha un solo difetto di Claudio Giacchino

Seedorf ha un solo difetto SAMPDORIA Seedorf ha un solo difetto Il giovanotto olandese russa nessuno vuol dormire con lui TRA tante virtù un solo difettuccio: russa in modo strepitoso. Ben lo sa Mancini, dopo due notti insonni ha chiesto lo mettessero con qualcun altro. E, a turno, i compagni hanno fatto altrettanto: adesso il virtuoso russatore, al secolo Clarence Seedorf, divide la stanza con Sereni, il terzo portiere che non è mai utilizzato quindi anche se dorme poco o punto non è un grosso danno per la Sampdoria. Se, comunque, i problemi creati dall'olandesino sono di tal genere e se il successore di Gullit in blucerchiato continuerà a giocare cosi, beh, bisognerà proprio convenire che i doriani hanno fatto un colpo non grosso ma mastodontico prendendo questo ragazzo di soli 19 anni che, in campo, dà del tu al pallone e, fuori, si comporta con l'accortezza di un veterano. Insomma, il giovanotto parla molto, e bene, con i piedi: però, i labbroni regalano davvero poco e il poco è squisitamente calcistico. Per Seedorf il privato è sacro, le domande restano sempre insoddisfatte dalla risposta: «Non dico nulla di questo, sono cose mie». Dove s'ha da intendere tutto, o quasi. L'altro giorno, alla fine dell'allenamento, i cronisti chiesero se la bella biondina arrivata con Seedorf senior era la sua fidanzata, Clarence, malvolentieri annuì spegnendo ulteriori curiosità: «No, niente nome, non vi riguarda». Tale e tanta ritrosia è spiegata da) ragazzo con una frase illuminante: «Sono giovane, debbo difendermi, so com'è la stampa, io voglio stare alla largha dalle polemiche». Chiaro come il sole che il gioiello venduto dall'Ajax per nove miliardi è stato ammaestrato a dovere e che la lezione è stata recepita alla perfezione da un allievo già molto dotato alla riservatezza. Ma, chi l'ha istruito? Rijkaard «il mio grande amico». Oltre Seedorf non si spinge «Quello che m'ha detto prima di partire per l'Italia non vi deve interessare». Tra i maestri, di pallone e di vita, il nome di Rijkaard è l'unico citato da Seedorf. Non menzionategli Gullit, non si direbbe che Ruud sia per lui un esempio. Anzi. Sentite questa: il talento d'Amsterdam, a proposito della casa scelta, ha la cortesia di fare uno strappino alla privacy: «M'avevano offerto la villa di Gullit, 30 mila dollari il mese d'affitto. Ma, scher- ziamo? Guadagno un sacco di soldi, però, buttarli via così... sono mica un fesso». Che, per Clarence, il fesso, allora, sia Ruud? Abbiamo detto che l'olandesino parla soprattutto con i piedi: in particolare con il destro, capace, con delicati tocchi d'esterno, di lanci di 30-40 metri precisi al centimetro. L'altra sera, a Vicenza, nel triangolare con i padroni di casa e il Cagliari, ha impressionato per la lucidità e la fantasia a centrocampo, ne è stato il re, su cento palle lavorate ne avrà sbagliate sì e no due. Davvero eccezionale, come eccezionale era stato nella tournée giapponese e in quella scozzese. «E' vero, gioco bene e siccome ve ne siete accorti non domandatemi altro» l'immodesta osservazione. Rispetto all'Ajax il campioncino giostra in posizione più arretrata di una ventina di metri, il modulo qui è differente, tutto è nuovo, compagni, lingua, alimentazione. Eppure, con semplicità Clarence assicura «Nessun problema d'ambientamento, tutto come previsto». Per la verità, un problemino c'è stato: a Glasgow, contro i Rangers, s'è pestato i piedi con Mancini, entrambi operavano nella stessa zona, in avanti. «Allora sono arretrato, tutto risolto, per me va bene anche giocare dinanzi alla difesa». L'impressione è che per adesso l'olandese si adatti al Manche ma, se continua così, chissà che non sia il sempre più accigliato capitano a doversi adattare al tulipano. Mancini ama ripetere che Zanini, il talentuoso regista della Primavera prestato al Verona, è il suo erede. Forse, in un domani lontano, oggi come oggi l'erede esiste già, si chiama Seedorf. Ah, dimenticavamo, tra le virtù pallonare, ammirata anche quella dell'invisibilità ai falli: sebbene non sia velocissimo, ha l'innata capacità di evitare i calcioni. Giunti a questo punto, direte che il neodoriano è un genio. Calma, calma: il tiro non è straordinario, idem il colpo di testa, ma la distribuzione del gioco è parsa entusiasmante. Non a caso, a Vicenza, il ragazzo è uscito tra gli applausi e se ne stupisce ancora adesso «Mai accaduto nella mia carriera. Dovendo adesso giocare contro il Verona vado a riposare un poco». Oh, povero il terzo portiere Sereni, l'insonne suo compagno di stanza. Claudio Giacchino

Luoghi citati: Amsterdam, Glasgow, Italia, Vicenza