Milan, tridente a rischio

32 La sconfìtta col Benfìca ha evidenziato i limiti del centrocampo Milan, tridente a rischio Capello: niente allarmi, siamo grandi MILANO. Per il Milan sono già finiti i tempi degli esperimenti. Da venerdì si fa sul serio: alle porte c'è la sfida con la Juve a San Siro per il trofeo Luigi Berlusconi, un appuntamento cui il presidente tiene moltissimo e che proprio Silvio Berlusconi volle istituire nel '91 in memoria del padre. Anche i tifosi hanno già dimostrato interesse speciale; la prevendita ha fatto registrare più di mezzo miliardo d'incasso nonostante i prezzi popolari (da 15 a 80 mila lire). I rossoneri avranno di fronte i campioni d'Italia, i rivali storici, che hanno vinto l'edizione inaugurale del trofeo 4 anni fa, dando il primo dispiacere a Fabio Capello appena insediato al posto di Sacchi sulla panchina milanista. Ma il Milan arriva all'appuntamento con molti problemi ancora di risolvere, problemi che il trittico di amichevoli estere appena concluso ha ampiamente evidenziato: vittoria con lo Standard Liegi (2-1), pareggio con il Bayern Monaco (0-0) e sconfitta col Benfìca (1-2). Colpa del nuovo schema voluto in primo luogo dallo stesso Berlusconi per migliorare lo spettacolo; una soluzione che prevede tre attaccanti, per fare posto a Roberto Baggio accanto a Savicevic e Weah, ma che ha impoverito il centrocampo e messo in crisi sovente la difesa. Senza contare che non è facile, per Capello, trovare la collocazione ideale del Codino senza snaturare il gioco di Savicevic. Ecco il rebus. II tecnico si dichiara fiducioso e blocca ogni critica. Con una premessa: «Indietro non si torna. Il Milan prosegue sulla rotta stabilita senza ripensamenti. Il tridente non si tocca. Forse siamo un po' troppo spregiudicati in difesa, ma abituatevi a vedere una squadra che rischia di più, aggressiva. Giochiamo per la vittoria, perché nel campionato italiano serve solo vincere. Il pareggio non conta nulla. A Lisbona abbiamo perso con il Benfica creando però 5 occasioni da rete contro 3 degli avversari, tutte in contropiede; ed era successo anche con il Bayern». E le difficoltà dell'attacco, la povertà di gol? Capello la giustifica così: «Savicevic e Baggio sono stati fermi più degli altri, non sono ancora all'altezza dei compagni. Inoltre devono trovare l'intesa tra di loro e con Weah, anche lui nuovo. Presto completeremo il lavoro, per la Juve saremo già in forma». Intanto anche il centrocampo, settore nevralgico della squadra, soffre molto, troppo: fatica a impostare il gioco e non riesce come in passato a far filtro. Servirebbe un aiuto più consistente da parte degli attaccanti, che dovrebbero essere i primi difensori e dei terzini, che a turno devono spingersi in avanti a dare una mano ad Alber- tini & Company. «E' solo una questione di forma - replica Capello molti di noi sono in ritardo e hanno due sole partite nelle gambe. Troppo poche per poter rendere al massimo. Inoltre serve più movimento: dobbiamo restare corti e far pressing nella metà campo avversaria». I propositi e gli obiettivi del tecnico trovano d accordo i senatori milanisti, Baresi in testa. Proprio lui che alcuni anni fa aveva bocciato il tridente ipotizzato dallo stesso Capello e da Berlusconi per fare posto a Dejan Savicecic, anche se allora non c'era l'esigenza assoluta di puntare sempre a vincere per conquistare i tre punti. «Personalmente ho una certezza dice il capitano - questo Milan è molto più forte in attacco rispetto all'anno scorso. E' in possesso di un potenziale offensivo qualitativamente e quantitativamente superiore. Per supportarlo dobbiamo solo crescere e migliorarci. Tutti i reparti devono raggiungere un rendimento ottimale e magari sacrificarsi un po' di più. Sono sempre più convinto che siamo sulla strada giusta e venerdì vedrete già un Milan all'altezza della situazione». Parere condiviso da Maldini: «Il Milan ha cambiato pelle. Il modulo è differente e ci sono altri giocatori. Non potete pretendere che tutto vada già nel verso migliore. Comunque è giusto prendere più rischi. I tifosi erano abituati a vedere gli avversari tirare in porta solo due o tre volte per partita. Non sarà più così. Il potenziale del nostro attacco però è in grado di garantire risultati di altissimo profilo». Meno convinto Albertini: «Il modulo va bene. Ma gli attaccanti devono darci una mano nel lavoro di copertura. E' fondamentale per sostenere questo schema». Nino Sorniani Tra Baggio e Savicevic l'intesa è faticosa ma il tecnico dice: «Indietro non si torna manca solo la forma» ★ Per Fabio Capello, alla sua quinta stagione milanista, sarà importante e particolarmente indicativa la sfida di venerdì con la Juventus nel Trofeo Berlusconi: «Abituatevi ad una squadra che rischia di più, il pari ormai non serve a nulla. Per i bianconeri saremo pronti» Baggio e Weah, un abbraccio che finora si è ripetuto poche volte I centrocampisti rossoneri pretendono da loro un aiuto maggiore

Luoghi citati: Italia, Lisbona, Milano