L'incantesimo è finito di Roberto Beccantini

L'incantesimo è finito Dopo i giorni della grande atletica, lo sport del pallone è pronto a ritornare in scena fra tanti interrogativi L'incantesimo è finito CARTOLINE da Goteborg. Le ultime. Peccato. Sono stati giorni di grande atletica. E quel paffuto musetto che spunta dalla Francia, dove lo mettiamo? Fabiana Luperini, 21 anni: dopo il Giro, ha stravinto il Tour. L'hanno ribattezzata Pantanina, più scorrevole, e piacevole, di Indurainina: se lo merita. Dall'Ungheria, in compenso, ecco il fumo dell'arrosto di Schumacher. Mormorano i maligni: visto cosa capita a essere abbinati alla Ferrari? Giovedì, a Villar Perosa, l'Avvocato ne aveva dato per concluso il trasferimento. Di qui il sortilegio, e una letteratura tutt'altro che fantasiosa. Per una settimana, il calcio è stato, giustamente, relegato in officina. A sgobbare sodo. A meditare. E, perché no, a imparare. Questi sono i tempi che le «scuderie» dedicano, per tradizione, alla messa a punto dei motori e alla scelta delle mescole. Che poi al raduno di Sportilia gli arbitri si siano dati alle intercettazioni telefoniche (con la carta stagnola) e alle notti brave (con tanto di pisolo nel bel mezzo delle lezioni ca- sariniane), questo appartiene, come dire?, ai costumi della casta e alla stoffa dei protagonisti. Poveri noi, se queste sono le premesse. E «quelli» gli uomini. Non si può dire che il calcio avanzi zitto zitto. Al contrario. Matarrese salva il Napoli e dimezza Casarin. Cragnotti bacchetta Zoff lungo l'asse TokyoPunta Ala. Boksic paragona la Lazio al circo Orfei. Capello e Lentini si evitano, il procuratore (Pasqualin) invoca l'arbitrato di Galliani. Vialli piccona la Fininvest e gira spot per Telepiù (par condicio). La Roma «licenzia» uno stormo di avvenenti assicuratrici dall'albergo di Lavarone: distraevano. Mazzone sigla la pace con Balbo e Fonseca. Giannini querela Bergodi: gli diede del coniglio nell'ultimo derby. Zeman litiga con Signori. A Trigoria, i tifosi della Roma insorgono: basta con gli allenamenti a porte chiuse. Agnelli dà del Pinturic- chio a Del Piero. Nel frattempo, si gioca. Lombardo si frattura un perone; Gaudenzi lo scavalca a sinistra, tibia più perone. Jugovic si limita a una mano. Piovono le inchieste, crepitano le tavole rotonde: troppi impegni, e troppo gravosi? Avanti pure. Prime, vaghe, indicazioni. Al di là degli alti e bassi tipici di questo periodo, la Juventus dimostra di avere studiato. L'infortunio di Lombardo è stato assorbito e smaltito all'interno del modulo, senza ricorso a mosse cagliostresche. Buone notizie anche sul conto del Parma, che si è imboscato in Canada, dopo aver divertito i guardoni del Giants. Propinata in dosi massicce, la cura Stoichkov sta fornendo gli effetti sperati: è cresciuta la spavalderia, sono aumentate le soluzioni in attacco. Rimane da definire il passaggio - cruciale, delicato - dal 5-3-2 al 4-3-3. Scala è tutto un cantiere. Il trapianto di Baggio, nel Milan, procede in compenso a piccoli passi. Capello crede nel tridente, e per questo tira dritto. Prima o poi, la ditta «Baggicevic» esploderà. Intanto, si coccola Weah e invita difensori e centrocampisti, i più esposti agli spifferi, a tenere duro. La stagione di Albertini, Desailly ed Eranio si annuncia bestiale. L'Inter di Livorno non entusiasma Moratti. Anzi. Se la difesa è già a buon punto (cinque partite, zero gol), Ince regista non convince e l'attacco non punge (zero gol fra Arsenal e Psv). In attesa di Roberto Carlos, impressiona Fresi: un po' libero e un po' play-maker. Si parla sempre di Cantona. La Lazio è stata suonata dallo Jubilo Iwata di Schillaci (4-2), e addirittura umiliata daU'Ajax (5-0). Assai di rado, i rodaggi di Zeman coincidono con le esigenze societarie delle campagne abbonamenti. Signori è in ritardo, e Cragnotti in pressing. La Roma avanza a fari spenti. Mazzone invoca un rinforzo (in difesa) e si augura che le fatiche americane di Aldair, Balbo e Fonseca non sabotino l'assemblaggio della squadra. La Sampdoria procede a zig-zag, ma Seedorf e Karembeu promettono bene. In assenza di certezze, tanto vale rifarsi al vecchio, ma sempre attuale, «dipenderà da Mancini». La Fiorentina è già corsa ai ripari (Orlando, dalla Juve). Il Toro sta meditando di imitarla. Urge un elemento che faccia tornare i conti a centrocampo. Il gran gol di Hakan a Marassi non poteva confondere Sonetti. E difatti non lo ha illuso. Venerdì, a San Siro, si fa sul serio: il Milan di Baggio sfida la Juventus nell'ambito del trofeo Luigi Berlusconi. Sabato e domenica, primo turno di Coppa Italia. E fra due settimane si ricomincia. Dall'aura magica di Goteborg allo sguaiato baccano dei nostri cortili: era scritto che prima o poi l'incantesimo si sarebbe spezzato. Roberto Beccantini

Luoghi citati: Canada, Francia, Italia, Lavarone, Lazio, Livorno, Trigoria, Ungheria, Villar Perosa