Maxi-truffa col burro 26 miliardi

Cinque imputati Cinque imputati Maxi-truffa col burro 26 miliardi Ottomilasettecento tonnellate di panna fatte passare alla dogana per «coltura di microrganismi», e perciò esentasse: in due anni il signor Luca Ghetti e i suoi complici sono riusciti a contrabbandare una merce per un'altra evadendo diritti doganali per 26 miliardi e rifornendo caseifici di tutta l'Italia di un prodotto di qualità (proveniva dalla Nuova Zelanda e dal Sud Africa) a prezzi fortemente competitivi. E questo solo perché hanno trovato un punto debole nella maglia dei controlli Cee. Questa volta l'Italia ha subito la leggerezza di un laboratorio di analisi della Dogana di Colonia: Ghetti e i suoi soci tedeschi Alois Brand e Ulrich Dressig si rivolsero nel '92 a quel centro presentando una copiosa documentazione secondo cui un prodotto derivato del latte, che avevano intenzione di importare da Paesi non appartenenti alla Cee, consisteva per lo più in fermenti lattici conservati in uno strato di materia grassa, panna. E non il contrario, come si è appurato nei mesi scorsi. L'avevano pensata bene perché, per quella via, non avrebbero pagato diritti doganali. Al laboratorio di Colonia si limitarono a un esame gustativo (in parole povere, un tecnico assaggiò un campione della «coltura di microrganismi») e certificarono la richiesta d'importazione come da desiderio di Ghetti e colleghi. La Drop srl del trentottenne fiorentino di nascita, ma residente a Pavia, diede il via a un'importazione in grande stile del prodotto lavorato in Austria e ne inondò caseifici di mezza Italia. Anche del Piemonte, dove un ruolo particolare nella vicenda l'ha avuto Egidio Invernizzi, titolare di un'azienda che produce burro a Moretta, nel Cuneese. Per i due italiani, i due tedeschi e un quinto uomo (il cremonese Alberto Ajani, di 40 anni) il pm Alberto Perduca ha chiesto il rinvio a giudizio al gip Silvana Podda. L'inchiesta è stata condotta a Torino perché è dai controlli nell'area della provincia che il nucleo repressione frodi della Guardia di Finanza ha scovato l'ingegnoso sistema di contrabbando, il solito uovo di Colombo dal valore di miliardi per i suoi scopritori. Senza i controlli attuati sulle forniture ai caseifici non si sarebbe mai arrivati a tutta quella panna fatta passare per «la casa» dei fermenti lattici, e che in realtà era il novanta per cento delle migliaia di tonnellate dell'import di Acifenn, Fermicro e Biomax. Le denominazioni commerciali di quel prodotto che dall'Austria passava in Germania (dove una parte si fermava) e, infine, varcava il confine italiano. Rincorrendo le bolle di accompagnamento della merce la Gdf è risalita alla rete di società, [a. g.)

Persone citate: Alberto Ajani, Alberto Perduca, Alois Brand, Egidio Invernizzi, Ghetti, Luca Ghetti, Silvana Podda, Ulrich Dressig