«Non vogliamo pagare sempre noi» di Giuseppe De Maria

LA STAMPA Torino prima in Italia per versamenti nel 1991: e si fa più forte la richiesta di federalismo fiscale «Non vogliamo pagare sempre noi» Le reazioni ai dati sull'evasione dell'Iva Un gettito Iva superiore di oltre un punto percentuale rispetto a ciò che la città e la provincia avrebbero dovuto versare alle casse dello Stato in base alla produzione del 1991. E Torino, con Trieste, è la città più «virtuosa», che paga tutto, «anzi di più», affermano senza nascondere compiacimento e orgoglio, operatori economici e politici. Ma c'è chi polemizza. «E' tempo che paghino tutti, non soltanto e sempre noi», afferma Giuseppe Pichetto, presidente della Camera di Commercio e della Federpiemonte. Precisa: «Il mio è uno sfogo amaro, non un appello a non onorare gli impegni. Un invito al governo a far controllare tutti, in tutto il Paese. Diversamente il Piemonte (regione europea che in Svizzera o in Germania si troverebbe benissimo) continuerà ad essere penalizzato. Perché qui, nella Torino calvinista, si osservano le leggi, anche quella sulla sicurezza del lavoro (la 626) e così un buon numero di aziende o chiude o se ne va dove, grazie alle carenze dello Stato, si può sopravvivere». Soddisfatti i presidenti dell'Unione Industriale Bruno Rambaudi, dell'Ascom Giuseppe De Maria, della Regione Enzo Ghigo. Ma anche il sindaco Valentino Castellani, il capogruppo municipale della Lega Pietro Molino, il segretario del pds Sergio Chiamparino e il coordinatore provinciale di Forza Italia Antonio Cherio. Torino al «top» anche per merito della Fiat? Grazie ad una produzione di auto, che a causa della «visibilità» del venduto non potrebbe evadere l'Iva? «Niente affatto - risponde il presidente dell'Unione Industriale Bruno Rambaudi - perché in città, ma anche in provincia, nessun imprenditore si sognerebbe di sfuggire a quell'imposta: un dovere radicato nella mentalità subalpina. L'evasione globale di 120 mila miliardi è pari a 4 manovre di Finanziaria. Dunque, se tutti seguissero il nostro esempio, consentirebbero al governo di non imporre, per 4 anni, tasse per 30 mila miliardi che ogni 12 mesi vessano anche chi ha già dato». Federalismo fiscale? A giudizio di Rambaudi basterebbe che la legge fosse rispettata ovunque, dal Nord alle isole. Non tutti però sono d'accordo. Precisa il presidente dell'Ascom, Giuseppe De Maria: «Purtroppo Torino, come sempre, resta un'isola. Ma la gente, ogni volta che da Roma arrivano le medie nazionali dell'evasione fiscale, non sottilizza, punta l'indice contro commercianti, artigiani e liberi professionisti. Dopo le ferie convocherò un'assemblea per discutere la proposta di concordato fiscale di massa che abbiamo ricevuto nei giorni scor- si. Il governo l'ha inviata pure ai titolari di ditte alluvionate. E' ora di dire basta: l'Ascom ha sempre invitato i propri iscritti a fare il loro dovere e, come dimostrano queste ultime percentuali, l'appello ha dato buoni frutti». Per il presidente della giunta regionale, Enzo Ghigo, la denuncia del Secit, l'organismo che ha fornito le percentuali dell'evasione Iva nel 1991, «è l'ennesima dimostrazione di quanto i piemontesi abbiano il senso dello Stato e 10 Stato, a questo punto, per dimostrarci che esiste, deve dare una solerte risposta al Piemonte, finanziando subito, con un ulteriore 40 per cento (e non solo con 11 22,5) le aziende piemontesi che hanno subito danni durante l'alluvione dello scorso novembre». Il sindaco Castellani definisce il senso del dovere dei torinesi «un fatto di civiltà». E aggiunge: «A questo punto i fondi dello Stato dovrebbero essere meglio ripartiti in modo da premiare le città e i cittadini che hanno mostrato fedeltà alle istituzioni pagando le tasse fino all'ultima lira». «Non a caso - commenta il segretario del pds Sergio Chiamparino - da tempo proponiamo il federalismo fiscale. Così chi deciderà di non pagare le tasse, alla fi¬ ne non avrà le risorse per amministrarsi». Il federalismo, terreno fertile per Pietro Molino, capogruppo della Lega in Comune che chiarisce: «Siamo stanchi di pagare per tutti». Concetto, quest'ultimo, che a giudizio del coordinatore della provincia azzurra, Antonio Cherio, «deve far riflettere». Osserva: «O tutti pagano il giusto come i torinesi e i triestini, oppure gran parte delle risorse debbono ritornare alle fonti originarie. Sia sotto la Mole, sia nella marca di confine con l'ex Jugoslavia». Giuseppe Sangiorgio «La posizione di Torino non è solo merito della grande impresa» EVASIONE DELL'IVA CATANIA 90,22% REGGIO C. 89,08% CATANZARO 88,22% IMPERIA 75,30% GENOVA 29,64% FIRENZE 19,44% MILANO 11,77% ROMA 8,45% BOLOGNA 8,44% PAVIA 3,26% BRESCIA 1,50% TRIESTE +1,11% TORINO +1,11% Nb: le piovince di Torino e Trieste hanno pagalo più Iva di quanto avrebbero dovuto in base ai dati Istat sulla produzione A sinistra il presidente dell'Unione industriale di Torino Bruno Rambaudi Il presidente della Regione Enzo Ghigo e, sopra, il presidente dell'Associazione commercianti Giuseppe De Maria