Sofia, il grande amore

Sofia, il grande amore Sofia, il grande amore Quasi matrimonio con la Loren ROMA. Scapolo d'oro della canzone italiana fino a metà degli Anni Settanta, Achille Togliani era stato a un passo dal matrimonio nel 1952. La promessa sposa era una attrice di fotoromanzi che voleva con tutte le sue forze diventare una star del cinema : si chiamava Sofia Lazzaro e qualche anno dopo divenne famosa con il nome di Sofia Loren. Togliani all'inizio degli Anni Cinquanta era anche un divo dei fotoromanzi e proprio durante la lavorazione di uno di questi conobbe Lazzaro-Loren, allora una ragazza sconosciuta ma ambiziosa. Sul set di «Principessa in esilio» nacque quella che i giornali rosa di allora definirono una breve ma intensa storia d'amore. Durò poco più di un anno, ma si interruppe quando già i rotocalchi parlavano di imminente matrimonio. Il loro idillio nato su un set finì su un altro set, quello di uno dei pochi film interpretati con successo da To¬ gliani, «Il Paese dei Campanelli». Nessuno seppe dire mai con precisione il perché. Quando, negli Anni Sessanta, parlava di quella che aveva definito «la nostra favola», Togliani era solito dire che la Loren era l'unica donna che avesse mai amato, nonostante gli fosse stata attribuita una moltitudine di amanti. In un'intervista arrivò a dire: «E' stato il destino a voler dividere due giovani che si amavano moltissimo». Togliani si è poi sposato nel 1974 con Daisy Traversari. «Era un uomo affascinante, eravamo amici, un'amicizia senza invidie durata 40 anni». Il dolore di Nilla Pizzi per la morte di Achille Togliani si specchia in quel primo Festival di Sanremo, del 1951, in cui lei riuscì a battere i due brani, «La luna si veste d'argento» e «Serenata del Sud», presentati da quello che sarebbe diventato «il fidanzato d'Italia». «Alle prove, fatte alla Rai racconta la Pizzi - siamo subito diventati amici. Lui mi disse: "Hai la canzone più bella". Era calmo, misurato, sempre sorridente, mai nervoso. Sembrava un diplomatico. Non ci furono invidie. Sapevamo che a un festival organizzato nella città dei fiori non poteva che vincere una canzone come "Grazie dei fior"». Per la Pizzi «non si è ancora compresa l'importanza che hanno avuto le mie canzoni e quelle di Togliani nell'innovare la musica italiana. Prima di noi si cantava stornellando. I nostri successi hanno rappresentato il passaggio dalla melodia alla canzone italiana, in cui l'interpretazione si allontanava dagli eccessi melodici e si cantava usando parole di tutti i giorni». Dagli Anni 50 ad oggi le vite artistiche di Nilla Pizzi e Achille Togliani sono andate avanti parallele, in un'attività incessante, fatta di serata in Italia e all'estero. «Ogni tanto ci sentivamo - dice la Pizzi - e ci scambiavamo idee e consigli. E' sempre successo così con Achille. Non come adesso, un'epoca in cui gli artisti non sanno più essere amici».

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