«Linguaggio d'oggi»

«Linguaggio d'oggi» «Linguaggio d'oggi» Chia, Zecchi, Calabrese: «Ormai viviamo in mìa società senza stile» w IL Kitsch, sostiene Gillo Dorfles nella sua ] memorabile antologia intitolata a questo il fenomeno del cattivo gusto, «è una materia 1 delicata e sfumata». Che tuttavia «scotta le * I mani e lascia "cicatrici estetiche" indelebili». Il Kitsch, dunque, pare addensarsi di questi tempi in Francia. Soltanto lì? 0 forse le "cicatrici estetiche" si manifestano adesso più frequentemente con un andamento transnazionale? Siamo autorizzati a pensare che il fenomeno sia più esteso, garantisce il filosofo Stefano Zecchi. Secondo il quale, però, non c'è nessuna recrudescenza Kitsch perché «ormai viviamo nel cattivo gusto». Il semiologo Omar Calabrese, liquida l'impennata francese come un «capriccio del giornalismo culturale», ma, concorda, se «per Kitsch si intende il fenomeno di cattivo gusto incominciato negli Anni 60, allora è vero che non c'è mai stata interruzione». Non solo, ma ormai è diventato, secondo il pittore Sandro Chia, «uno dei tanti linguaggi possibili». Nulla di nuovo dunque? No. Di nuovo c'è, rileva Calabrese, assessore alla cultura del Comune di Siena, autore di saggi sul neobarocco, che «il piacere del brutto si manifesta sempre più frequentemente come reazione al piacere artistico nella vita di tutti i giorni introdotto dalla cultura di massa. Ma allora il Kitsch non c'entra, ci troviamo invece di fronte a fenomeni di "camp", di cattivo gusto come scelta volontaria. In Italia questo è riscontrabile, per esempio, nella moda: quando un giovane stilista come Gai Mattiolo manda in passerella Domiziana Giordano nuda, o quando il popolo delle discoteche si compiace dell'eccesso». Il cattivo gusto come possibile linguaggio, secondo quanto sostiene Chia, «nell'arte è un fenomeno già consumato e si verifica oggi in Francia soltanto per un ritardo culturale del mondo artistico francese». Ma anche la ricerca a ogni costo del buon gusto, «l'enfasi della bellezza apparente, senza stile, è uno sradicamento dall'idea tradizionale della bellezza - afferma ancora Zecchi. - Cultura e Civiltà hanno dato vita a epoche caratterizzate da stili precisi che le rendono riconoscibili. Oggi viviamo in una società priva di stile. Il Kitsch come reazione alle brutture del mondo non mi sembra un grande alibi. Il nostro secolo di orrori ne ha visti tanti. Il bello in realtà oggi è un oasi in un deserto di nichilismo, la bellezza è il grande rifiuto che dobbiamo opporre al nichilismo distruttivo». [se.tr.] A lato SSopra O A lato Sandro Chia Sopra Omar Calabrese

Luoghi citati: Comune Di Siena, Francia, Italia