Rinasce il primo «telescopio» che stupì Vittorio Amedeo II

IL CENTRO Sui tetti di Palazzo Graneri, via Bogino 9 Rinasce il primo «telescopio» che stupì Vittorio Amedeo II IL CENTRO TORNERÀ' a svettare sui tetti di via Bogino 9 la «specola per osservare gli astri» che l'architetto Gian Francesco Baroncelli, allievo di Castellamonte, progettò come culmine di «Palazzo Graneri». Fu eretta nell'isolato San Giovenale, verso il 1699, su commissione del ricco Abate Marc'Antonio Graneri della Roccia, discendente di una famiglia che aveva fatto fortuna grazie ai favori di Madama Reale Cristina di Francia e dopo un'accorta carriera alla Sovrintendenza delle Finanze. La «specola», vezzo scientifico allora alla moda, era montata in un tempietto circolare, colonnato, raggiungibile grazie a un'ardita scala ellittica interna. Incautamente venne abbattuta una ventina d'anni fa. Sarà ora ricostruita dalle imprese De. Ga. e Rosso, che restaurano la residenza, nota dal 1857 anche per essere la prestigiosa sede del Circolo degli Artisti. «Palazzo Graneri» è una delle più belle dimore patrizie di Torino, costruita dalle origini senza risparmi, con largo uso di pietre e marmi, grazie anche a facilitazioni concesse da Vittorio Amedeo II di Savoia. La pianta si sviluppa in tre maniche, unite a «U», su 4 piani che oggi annoverano fino a 8 livelli. Un bel portone barocco introduce in un androne colonnato, che dà sul cortile intemo. E' caratterizzato da un portico con loggiato al piano superiore. Un tempo guardava verso un ampio giardino all'italiana, che raggiungeva l'odierna via San Francesco da Paola. L'androne conduce ai piani superiori, tramite uno scalone d'onore e una scala a forbice. Tutto il piano nobile ospita il «Circolo degli Artisti». Usa come sala mostre lo stupendo salone centrale, di gusto barocco, dominato da un grandioso lampadario e da pareti arricchite con allegorie mitologiche, su altorilievi marmorei, attribuiti allo scultore Giovan Battista Bernero (17361796). Intorno, mediati da una galleria d'ingresso, fanno corona altri ambienti: la sala della musica, quelle del biliardo, degli artisti, dei valletti, da gioco, della lettura, due salotti cinesi. Raccontano l'evoluzione del gusto dal Settecento all'Ottocento, fino ai tempi di Cavour, al quale è dedicata una piccola sala, che la tradizione indica come angolo prediletto dallo statista. In un ammezzato c'è il «Crottin», una sala per convivi, che negli Anni 50 venne decorata con caricature del pittore Felice Vellan. La dimora, riplasmata nel 1781 dall'architetto Dellala di Beinasco, fu acquistata nel 1843 dalla famiglia Gerbaix de Sonnaz. Nel 1861 ordinò i lavori che costruirono la Galleria. Nel 1883 venne edificata la seconda scala, a forbice. Il 12 maggio 1906 i De Sonnaz vendettero la dimora. Conobbe altri tre proprietari prima d'essere acquistata dalle imprese che dall'anno scorso la ristrutturano, per venderla frazionata, in alloggi e uffici di rango. L'operazione ha messo in al- lanne il Circolo degli Artisti: ha temuto d'essere sfrattato. «Sono timori esagerati allo stato attuale delle cose», assicura Mario Benedetto, amministratore della società proprietaria. «Voghamo contribuire a rilanciare il palazzo, compreso il circolo, quale suo elemento qualificante. Pensiamo a un'opera di rivitalizzazione in grado di creare sinergie con gli altri utenti della residenza». Intanto ai piani superiori si stanno realizzando appartamenti di varie metrature, con soffitti a cassettone secenteschi, molti ancora con splendide decorazioni. Non a caso i lavori sono seguiti di persona dal Soprintendente ai Beni Architettonici Lino Malara. Il cantiere ha salvaguardato le strutture antiche. Pulite le capriate storiche del sottotetto, sono state realizzate luminose mansarde, con vista sulla collina e sui tetti del centro. Il cortile è state scavato per ricavarvi un autosilos meccanizzato e box sotterranei. Sarà recuperato anche parte del giardino all'italiana, separato dalla corte interna con un'antica balaustra in pietra. E' in corso di restauro, con la secentesca statua d'Ercole in marmo che ornava in origine lo scalone d'onore. I lavori finiranno nel 1996. Sono ultimati invece quelli che hanno trasfigurato il «palazzo della Rocca», già GazelU di Paesana, eretto fra il 1830 e il 1840 all'angolo delle vie Mazzini e della Rocca, poi ampliato dal 1863 al 1882. Nato come residenza patrizia, poi divenuto casa da reddito, è stato restituito dall'impresa Rosso all'antica immagine, secondo un progetto dall'architetto Franco Fusari. E' un complesso residenziale di pregio, con parcheggio meccanizza- to sotterraneo. Vanta due corti trasformate in spazi fioriti. L'ingresso storico, dal colonnato di via Mazzini, è stato reso indipendente. Grazie a uno scalone in pietra porta agli ambienti aulici dell'originaria dimora nobiliare, restituita allo splendore d'epoca con infissi, specchiere e decori. Notevole anche il recupero in atto del «Palazzo dei Cortili», in via San Massimo 45. Qui l'architetto Franco Cucchiarati sta trasformando una fuga di tipici cortili balconati dell'Ottocento torinese in un complesso d'abitazioni che godranno di particolare tranquillità, grazie alla loro collocazione nell'isolato. Scavi in corso anche in via Lagrange 31. Si recupera uno stabile del secolo scorso, con una facciata policroma fra le più belle del centro. Su un fondo rosso scuro incornicia finestre e balconi con motivi architettonici e policromi «trompe-l'oeil» di grand'effetto. Saranno recuperati da un intervento immobiliare che vuole potenziare la vita commerciale della via. Lo stabile, dotato di autosilos sotterraneo, ospiterà non solo piccoli pregevoli appartamenti, ma anche negozi di lusso, ricavati anche nei locali che circondano la corte interna. Per enfatizzarne la presenza all'esterno, sarà ampliato il portone d'ingresso: arricchito da un colonnato, che dividerà il passo carraio dai due passaggi pedonali laterali, con vetrine. Maurizio Lupo E' la «specola» progettata nel 1699 dall'architetto Baroncelli, allievo di Castellamonte Palazzo Graneri con l'antica specola nel 1935, sotto lo spaccato della scala elicoidale che conduceva all'osservatorio

Luoghi citati: Beinasco, Castellamonte, Paesana, Torino, Usa