Silenzi: il paradiso è dove ti trovi bene

Silenzi; il paradiso è dove ti trovi bene Dal Torino al Nottingham, l'attaccante parla della nuova avventura che ha appena iniziato Silenzi; il paradiso è dove ti trovi bene «Addio calcio stressante, in Inghilterra c'è rispetto per l'uomo» L'EMIGRANTE DEL PALLONE GENOVA. La descrizione corrisponde alla tipica casetta vista mille volte nei telefilm: monofamigliare, con giardinetto e posto auto, una delle tante abitazioni di un viale alberato nella tranquilla periferia di una tranquilla cittadina inglese, Nottingham. Da qualche giorno, sulla cassetta della posta, non c'è più scritto Roy, ma Silenzi. Le foreste lì intorno tramandano le romantiche gesta di Robin Hood, ladro che toglieva ai ricchi per dare ai poveri. Andrea Silenzi tenterà, con i suoi gol, di ridare al Nottingham Forest la sua decaduta nobiltà. Per rinverdire i tempi eroici di Birtles, Francis e Woodcock, gli alfieri di quel Forest che dominò la scena europea all'inizio degli Anni Ottanta. Silenzi ieri sera, nel triangolare di Genova, ha dato l'ultimo colpo di spugna al suo pas- sato. Lui che ha lasciato il calcio italiano, il più bello del mondo, per la «Premier League». No, non è un pazzo, anzi la sua serenità è del tutto convincente. E' veramente l'emigrante del pallone più felice del mondo. E allora, benvenuti nel Silenzi-world: «A Nottingham, sino ad oggi, sono stato pochi giorni, passati tra campo e albergo. Ho cercato casa, ma ho perso del tempo. Bastava infatti che chiedessi nello spogliatoio; Roy ha traslocato e io ho affittato la sua vecchia abitazione. Com'è? Come quella dei telefilm. E se qualcuno vi dicesse che le città inglesi sono tristi, non credetegli. Nottingham è a misura d'uomo, proprio come piace a me. Ma per ora non la conosco. Pochi giorni non sono bastati, devo ancora scoprirla tutta». Insomma, non è stato sconvolgente per Andrea passare dal cappuccino made in Italy ai corn-flakes. «Cultura e stili di vita differenti ti danno qualcosa in più e qualcosa in meno, bisogna adattarsi. Comunque, nel complesso, si vive bene. Il calcio? Meno pressione, più tranquillità. C'è un modo diverso di avvicinare e considerare il calciatore. E a tutti i giocatori del mondo credo faccia piacere essere meno martellati». Il contatto con la gente per ora è quasi inesistente. Am¬ mette Silenzi: «Per adesso ho conosciuto solo i miei compagni. Ragazzi alla mano che non si montano la testa solo perché giocano a pallone, non sanno cosa sia il protagonismo. Ho legato specialmente con Roy, anche perché lui, avendo giocato nel Foggia, conosce l'italiano. Così, quando devo esprimere un concetto o non capisco qualcosa, mi confronto prima con Brian». Sembra distaccato, Silenzi. Dà quasi l'impressione di voler diffidare da tutto ciò che riguardi il calcio italiano, un mondo che non gli appartiene più. Nemmeno indirettamente. Spiega ancora: «Non so se andando a giocare in Inghilterra ho aperto una strada e non m'interessa saperlo. Penso solo a me stesso, a dare il massimo perché nemmeno io so dove mi potrà portare quest'avventura. Se poi un domani si darà che Silenzi ha inau¬ gurato un nuovo corso, tanto meglio». L'ex attaccante del Torino ha firmato un contratto triennale. Tre anni sono lunghi: «Se le cose andassero male? Non ci voglio pensare, vedremo». Proprio oggi la moglie e la figlia di Andrea prenderanno contatto con Nottingham e con quella casetta di periferia. «Nessun problema, con loro. Hanno capito e accettato la mia decisione serenamente. Perché ho scelto l'Inghilterra? Secondo me, ogni offerta dev'essere valutata e quelle che avevo ricevuto dalle società italiane proprio non mi piacevano». E allora addio, ingrato Stivale del pallone. Purgatorio, non Paradiso del calcio: «Perché il Paradiso è dove ti trovi bene» conclude l'ex attaccante del Torino. Damiano Basso Per Silenzi un mondo ancora tutto da scoprire. Ha trovato subito casa, «come quelle che vedevo una volta nei telefilm»

Persone citate: Andrea Silenzi, Damiano Basso, Purgatorio, Robin Hood, Silenzi, Woodcock

Luoghi citati: Genova, Inghilterra, Nottingham