Pedroso, giustizia è fatta

26 Il cubano vola a 8,70 nel lungo: non è record, ma basta per vincere l'oro Pedroso, giustìzia è fatta Clamoroso errore della 4x100 Usa GOTEBORG DAL NOSTRO INVIATO Campeón do mundo. Ivan Pedroso si prende così la rivincita del salto maledetto del Sestriere, azzeccando un pregevolissimo 8,70 al secondo tentativo di una gara peraltro modesta. Mike Powell, che non è certo al meglio della condizione («Mi mancavano delle verifiche in gara») si ferma lontano anche se, da grande agonista qual è, con gli ultimi due salti riesce a far provare un brivido al cubano. Atterra infatti pericolosamente lontano nella buca, ma dopo aver toccato l'asse di battuta. Dunque si tratta di «nulli». Ed anzi finisce che all'ultimo tentativo il giamaicano Beckford per un centimetro gli strappi anche il secondo posto. «Un problema a un piede - ha spiegato Pedroso - mi ha presto tolto la speranza di poter ottenere un record: dopo il salto a 8,70 ho capito che potevo vincere, anche perché una misura del genere solo Powell avrebbe potuto migliorarla. Fortunatamente non ci è riuscito». E Mike ha ricambiato la stima, quando gli è stato chiesto che cosa pensasse dell'ormai tristemente celebre 8,96 ottenuto da Pedroso: «Anch'io ho saltato al Sestriere e so bene quanto sia ventoso. Ma Ivan, indipendentemente da quella gara, ha dimostrato quanto vale: sono sicuro che il primato può farlo a livello del mare». Per Cuba l'oro di Pedroso è la liberazione da un incubo. Le gare di salto, che potevano essere trionfali, sono state quasi una Waterloo. Secondo Sotomayor nell'alto, quarto Quesada nel triplo, addirittura eliminate in qualificazione Quintero e Costa nell'alto femminile. E non solo. Entrambe le staffette veloci sono state squalificate. Il buon Ivan, con il suo successo, permette quindi di tirare un sospiro di sollievo, tanto più che oggi la Quirot sugli 800 - fuori la Mutola - potrebbe anche prendersi una rivincita delle sventure toccatele negli ultimi due anni (ustioni a tutto il corpo per lo scoppio della cucina a kerosene e morte del bimbo nato prematuramente al settimo mese di gravidanza). Una rivincita, intanto, se la sono presi gli ostacolisti americani dei 110. Assente Jackson, Jarrett non è riuscito a dar loro un altro dispiacere: e Alien Johnson - un nome che in questi Mondiali fa garanzia - ha così conquistato il titolo, firmando il suo nuovo primato personale di 13" netti. Emozioni e fascino si sono fusi, come orchestrate da un'attenta regia, nella maratona. Nel caldo del primo pomeriggio, è stata una corsa a eliminazione in cui hanno finito per prevalere i più esperti, peraltro favoriti anche nel pronostico. La seconda metà gara è stata più veloce della prima: a dettare l'attacco decisivo, dopo 25 km, il brasiliano Luis Dos Santos nella cui scia sono rimasti due britannici (Whitehead e Nerurkar), due spagnoli (Juzdado e Fiz) e il messicano Ceron. A poco più di 5 km dal traguardo Ceron ha attaccato, spendendo le ultime energie. Fiz ha tenuto il suo passo, staccato di qualche metro, poi lo ha passato a duemila metri dal traguardo con azione progressiva, che ha ricordato quella di Bordin a Seul contro Wakihuri. Così il campione europeo di Helsinki ha conquistato anche il titolo mondiale ed ora sogna la tripletta il prossimo anno, ad Atlanta. Senza storia la corsa dei due azzurri: Di Lello si è ritirato, Barzaghi è finito lontanissimo. Qualcosa non ha di nuovo funzionato nella preparazione, come un anno fa agli Europei. Non è riuscita la doppietta a Fernanda Ribeiro, la fondista portoghese che aveva vinto i diecimila. A batterla è stata l'irlandese Sonia O'Sullivan che si è presa così la rivincita di due anni fa quando le fu negato il podio dalle meteore cinesi. Festival delle staffette in chiusura di giornata, con fase eliminatoria che ha riservato parecchie sorprese riguardo alle 4x100. Anche positive visto che l'Italia è in finale e, per come ha corso (a 4 centesimi dal primato nazionale), legittima un pensierino al podio. Clamorosa l'eliminazione degli Usa, dopo che i tecnici avevano rinunciato a Michael Johnson «perché non affiatato con gli altri». Ebbene, Drummond e McCall, al secondo cambio, sono riusciti a farsi sbattere fuori, sbagliando addirittura la mano per il passaggio del testimone. Un errore davvero incredibile. Così come l'eliminazione degli inglesi, orfani di Christie, e dei francesi, bloccati da uno strappo a Trouabal, terzo frazionista. Nella 4x100 donne il pasticcio, invece, lo hanno commesso le azzurre (Farina e Ardissone) perdendo così la possibilità di attaccare il record italiano. Giorgio Barberis In finale bene i velocisti italiani La maratona vinta dallo spagnolo Fiz Lo spagnolo Fiz (a sinistra) non riesce a trattenere la gioia dopo la vittoria nella maratona; a fianco: il cubano Pedroso ha confermato a Goteborg di essere il migliore nel lungo MONDIALI III DiAnfncAf

Luoghi citati: Atlanta, Cuba, Helsinki, Italia, Sestriere, Usa