La mamma rivuole il piccolo Buddha

La mamma rivuole il piccolo Buddha Polemica sul ragazzino che ispirò il film di Bertolucci, chiuso in monastero La mamma rivuole il piccolo Buddha «In vacanza con me in Spagna un mese all'anno» TORNA a far notizia il piccolo Buddha di Bertolucci. Non il film, ma il ragazzino che ne ha ispirato la vicenda. La presunta reincarnazione di un maestro tibetano si trova in un monastero in India, per assorbire il sapere dei venerabili lama, e non ne esce mai. Sua madre protesta: non erano questi i patti. «Voglio che venga fuori da quelle mura solo per un po' e passi con me una vacanza in Spagna almeno una volta l'anno. Deve conoscere il Paese dove è nato. I lama mi avevano promesso che le cose sarebbero andate così. Voglio che diventi un buddhista, ma non un tibetano. Datemi mio figlio per un mese». La risposta delle tuniche arancioni? Picche. «Dobbiamo preservarlo dalle insidie di un mondo estraneo», dicono. Già, perché come potrebbe reagire la verde mente di un guru di 10 anni di fronte alle lusinghe della Coca-cola, dei giochi e dei video¬ giochi? Nessuno lo sa e i venerabili monaci preferiscono continuare a non saperlo. Come vive il «piccolo Buddha» nel monastero di Sara? Si alza tutti i giorni alle 7 e segue lezioni in spagnolo, inglese e tibetano. «Non ha amici fra i duemila monaci, ma solo persone che si affrettano a esaudire ogni suo desiderio - lamenta la madre -. Perciò sta diventando capriccioso. Invece un ragazzino dovrebbe imparare anche il rispetto e l'obbedienza». Né la convince l'obiezione degli arancioni, secondo cui suo figlio non desidera affatto fare escursioni nel mondo: «E' vero, ma pensa così perché è sotto l'influsso dei monaci». Sia chiaro: la donna, Maria Torres, non è pentita di nessuna scelta fatta in passato, e del figlio va fiera, perché sarebbe nientemeno che la reincarnazione del lama Thubten Yeshe, proprio colui che la convertì ven¬ tanni fa. Yeshe aveva un sogno: diffondere il verbo di Buddha in Occidente. Venne da noi e fece molti proseliti. Morì, assai compianto, in California nel 1984. I suoi adepti si misero subito a cercare in chi si fosse reincarnato, e dopo un po' puntarono gli occhi sul piccolo Osel. Il bimbo era nato qualche giorno dopo la morte di Yeshe in un monastero buddhista sui monti di Alpujarras, presso Granada. Nei mesi seguenti diede varie prove di esserne la reincarnazione, fra l'altro dirigendosi sicuro (a quattro zampe) verso i paramenti sacri del venerabile, mescolati a decine di altri. La scoperta riempì di gioia i genitori come gli aderenti alla setta. L'infante volò in India con madre padre e fratellini. Una foto del 1987 lo mostra buffo ma serio col biberon in bocca davanti al Dalai Lama in persona, il giorno in cui la guida spiritua¬ le lo consacra messia. Quattro anni dopo Osel-Yeshe entra nel monastero di Sera per ricevere l'adeguata educazione e da allora non ne è più uscito. Vede spesso suo padre, che vive lì, ma di rado la madre (separatasi dal marito) tornata ad abitare in Spagna. «Non si può impedirgli di venire a Madrid - dice Maria -, così si tradisce il sogno di Yeshe, che predicava di voler adattare il buddhismo alla nostra "mentalità da Coca-cola"». I monaci non dovrebbero averne paura. Luigi Grassia li regista Bernardo Bertolucci

Persone citate: Bernardo Bertolucci, Bertolucci, Dalai Lama, Luigi Grassia, Maria Torres, Osel, Sera

Luoghi citati: California, India, Madrid, Spagna