La Duma: sanzioni ai croati

Un piccolo uomo di 8 anni La Puma; sanzioni ai croati Ma alla legge manca il sì di Eltsin MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Duma, Camera bassa del Parlamento russo, ha votato ieri l'uscita unilaterale di Mosca dal regime di sanzioni internazionali contro la Repubblica di Jugoslavia. La clamorosa decisione è passata con il quorum minimo di 226 voti, ma il fatto che un solo deputato abbia votato contro dice con tutta chiarezza il clima di generale ostilità anti-occidentale che investe tutte le forze politiche del Paese. E non basta, perché la Duma ha approvato, nella stessa seduta straordinaria (234 voti a favore), la legge che potrebbe avviare sanzioni unilaterali russe contro la Croazia. Il condizionale è d'obbligo, perché entrambe le leggi dovranno essere controfirmate dal presidente Eltsin per entrare in vigore. E non è detto che Boris Eltsin si spinga fino a tanto, almeno nell'immediato. Significativo che lo speaker della Duma, Ivan Rybkin, abbia commentato la decisione con queste parole: «Ora il presidente definisca la sua posizione rispetto a queste leggi come il presidente degli Stati Uniti ha fatto con la decisione del Congresso americano». E poiché Clinton ha posto il veto alla decisione unilaterale americana di togliere l'embargo delle armi nei confronti dei musulmani di Bosnia, la battuta di Rybkin appare come un invito a Eltsin a fare altrettanto nei confronti della Duma. Decisione che Eltsin dovrebbe prendere entro due settimane. Eltsin e solo lui, poiché in base alla costituzione in vigore, questo tipo di provvedimenti legislativi non deve passare attraverso il vaglio della Camera alta, il consiglio della Federazione. Così il presidente russo si trova privo dello scudo di cui ha fatto spesso uso per aggirare le mosse della Duma, facendogli respingere le leggi più scomode senza doversi sporcare le mani con il suo veto. Decisione comunque difficile, perché l'opinione pubblica russa è certamente in larga maggioranza favorevole agli orientamenti della Duma. D'altro canto avallare la mossa dei deputati significherebbe di fatto togliere alla Russia ogni possibilità di svolgere un ruolo di mediatore nella crisi balcanica e immobilizzarla diplomaticamente a esclusivo sostegno dei serbi. Le sanzioni contro Zagabria, secondo il testo della legge approvata, implicano il «divieto di ogni tipo di contratto economico con persone giuridiche e fisiche della repubblica di Croazia» e «l'arresto dell'attività sul territorio russo, così come il congelamento dei loro conti bancari e delle proprietà, di tutte le imprese a partecipazione croata». La decisione è motivata, nel preambolo, con la «violazione massiccia dei diritti dell'uomo e l'esplicito genocidio in atto contro la parte di nazionalità serba della repubblica di Croazia», e costituisce un precedente che non potrà non preoccupare non soltanto i rari imprenditori croati, ma anche gli altri investitori occidentali. [g. e]

Persone citate: Boris Eltsin, Clinton, Eltsin, Ivan Rybkin, Rybkin

Luoghi citati: Bosnia, Croazia, Jugoslavia, Mosca, Russia, Stati Uniti, Zagabria