Il Piemonte scende in piazza di Fulvio Lavina

Il Piemonte scende in piazza Il «parlamentino» dei Comuni disastrati propone una fermata generale per il 29 agosto Il Piemonte scende in piazza «Dopo l'alluvione soltanto promesse» DELLA GENTE «Adesso basta, ci devono sentire. Il 29 bloccheremo tutto il Piemonte»: dopo l'alluvione di acqua e fango, è arrivata quella delle promesse. E loro non ci stanno più: chi nella piena del Tanaro, del Bormida e del Belbo ha perso tutto o quasi, è stufo di aspettare. Giovedì sera ad Asti si è riunito il «parlamentino» degli alluvionati piemontesi: una ventina di delegati in rappresentanza dell'Albese, dell'Astigiano, dell'Alessandrino e di Santena (il comune della provincia di Torino più colpito) si sono trovati per decidere che fare. Ha vinto la linea «dura»: il 29 si terrà una manifestazione ad Alessandria, ma nello stesso giorno ci sarà l'invito ad una serrata generale di attività commerciali e artigianali in tutte le zone alluvionate; si chiederà la partecipazione dei lavoratori delle fabbriche e si creeranno presìdi di informa- zione sui principali nodi della viabilità. E in queste ore si stanno contattando i sindaci dei 242 comuni alluvionati per promuovere uno sciopero della fame. «Qualcuno a Roma conta sul fatto che noi piemontesi siamo dei bogianen, ma dovrà ricredersi - minacciamo gli alluvionati -. Dopo il disastro ci siamo rimboccati le maniche, fiducio¬ si che l'aiuto dello Stato sarebbe arrivato. Adesso non ci possono più prendere in giro». Dentro ai negozi riaperti e alle officine in attività, sta tornando a «bollire» la rabbia. Secondo stime dei Comitati, nelle tre province del Sud Piemonte, circa 300 aziende rischiano di chiudere entro la fine dell'anno se non arriveranno i fondi promessi. L'Artigiancassa dal 15 giugno ha sospeso l'erogazione dei contributi a fondo perduto perché ha terminato i 25 miliardi a disposizione e attende il rifinanziamento da parte dello Stato. Al Mediocredito, a cui arrivano le domande di commercianti e industria, sono ferme circa 1700 domande. «Considerato che ne vengono esaminate circa 70 alla settimana, vuol dire che le ultime saranno vistate all'inizio del '96: sperando che per allora si sia ancora in attività», nota Giampaolo Boccardo che presiede il coordinamento piemontese. Ma la protesta del 29 è spinta anche dall'incertezza sulla erogazione dei rimborsi ai privati (tutti hanno già ricevuto un acconto del 30%); la novità è che la seconda «rata» sarà del 22,5% anziché del 40, come sembrava in un primo tempo. «Ma quelli che hanno già fatto rimettere a posto la casa, devono adesso pagare chi ha fatto i lavori: e con che soldi lo faranno?», si chiede Pierangelo Paiuzza, alluvionato di Alessandria. E se privati e aziende sono preoccupati, ieri è arrivata una buona notizia per gli Enti pubblici. Il presidente del Consiglio Dini ha firmato l'ordinanza predisposta dal sottosegretario Franco Barberi con cui saranno velocizzate le procedure per la realizzazione di interventi urgenti nel settore delle opere pubbliche nelle zone alluvionate. Il provvedimento è stato commentato favorevolemnte dal presidente della giunta regionale Enzo Ghigo e dall'assessore Ugo Cavaliere : «E' una prima risposta - hanno detto alle sollecitazioni della Regione per accelerare gli interventi di ripristino e soprattutto la pulizia dei corsi d'acqua». Fulvio Lavina Una delle mille, drammatiche immagini che hanno accompagnato la disastrosa alluvione dello scorso novembre Ora la gente dice basta

Persone citate: Enzo Ghigo, Franco Barberi, Giampaolo Boccardo, Pierangelo Paiuzza, Ugo Cavaliere

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Piemonte, Roma, Santena, Torino