«Gli aguzzini? Bloccarli si può»
«Gli aguzzini? Bloccarli si può» «Gli aguzzini? Bloccarli si può» / magistrati: presto il pool anti-bruti CODICI E MOSTRI B AMBINI stuprati in famiglia e riaffidati ai loro aguzzini? Minori condannati a subire in silenzio maltrattamenti e minacce? No, non è così nera l'estate violenta del 1995.1 pm di turno alla procura della Repubblica per i minorenni ne sono convinti. «Gli strumenti ci sono, basta applicarli» affermano i sostituti Dante Cibinel e Livia Locci. E citano norme e leggi. Basta consultare i codici di procedura. Quello civile, per cominciare: l'ufficiale di polizia giudiziaria può fare intervenire, sulla base di fondati sospetti, i servizi sociali per l'affidamento in via d'urgenza del bambino a rischio. E quello penale: nel caso dei minori, il procedimento dietro presentazione di querela di parte non è la norma. E' l'eccezione. Esiste, questo si, il problema se le sanzioni siano poi adeguate alla gravità del reato: ma è un altro discorso. A questi due giovani sostituti rimasti per l'agosto nel palazzo semideserto di corso Unione Sovietica, in questo silenzio rotto dal ronzio dei condizionatori, preme si sappia che non viviamo in un mondo aberrante, dominato dalla legge delle «mani legate». E raccontano la storia di due gemellini molestati, «un caso emblematico», dicono: anche se non c'era denuncia, i servizi e il tribunale sono subito intervenuti. Prima cercando di sanare i conflitti con una terapia psicologica familiare, «per il bene dei bambini, per non provocare altri traumi». Poi, fallito il tentativo, con l'allontanamento dei piccoli. «Solo in un secondo tempo è I arrivata la querela e si è aperto un procedimento penale nei confronti del violentatore». Certo che ci sono gli strumenti, ripetono i pm. E aggiungono che, semmai, si può discutere se le strutture di polizia e giudiziarie siano attrezzate per affrontare i reati contro i minori. La dottoressa Locci ricorda l'iniziativa appena presa dal procuratore capo di Torino, Francesco Marzachì: la costituzione di un pool di magistrati formato da personale delle due Procure («adulti» e minori) per affrontare insieme il fenomeno. E cita la positiva esperienza di Aosta: «Con Vaudano è stata costituita una squadra che si occupa in modo specifico di maltrattamenti a minori». E i risultati? «Ottimi». Non si spingono oltre i due magistrati, ma il messaggio che sembra arrivare da questo luogo che è il crocevia delle peggiori mostruosità di cui sono capaci gli uomini è chiaro: va bene una nuova legge contro gli stupri, giustissimo pretendere che il reato sia considerato contro la persona e non contro la morale, ma nell'attesa dei nuovi provvedimenti non consideriamo abrogati quelli ancora in vigore. «Il potere del genitore non è assoluto» ripete il dottor Cibinel. Apre ancora il codice, e legge: di fronte a violenza su un minore, si procede d'ufficio se il fatto è commesso da papà o mamma, dal tutore, o da un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio (leggi: l'insegnante). E ancora: non è contemplata la querela di parte se il reato è connesso ad un altro per cui si procede d'ufficio (per esempio se la violenza è commessa all'aperto, atti osceni). E se i maltrattamenti sono compiuti dal convivente di mamma? La legge prevede anche questa possibilità: scatta il conflitto d'interesse, il giudice incarica un curatore speciale (in genere un avvocato) di procedere nell'interesse del bimbo. Gianni Armand-Pilon «Quegli orrendi reati vadano considerati contro le persone non contro la morale Ma nell'attesa delle nuove leggi non abroghiamo quelle in vigore Basta applicarle» V I Milllli 111 irmi!! niiiiiiiiiiiin Il sostituto procuratore presso il tribunale dei minorenni Livia Locci: presto un pool di magistrati per occuparsi dei casi di violenze su bambini
Persone citate: Cibinel, Dante Cibinel, Francesco Marzachì, Gianni Armand-pilon, Livia Locci, Locci, Vaudano
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