Al «gran bazar» di via Nizza di Luciano Borghesan

Delinquenti ed emarginati di ogni razza padroni dei portici dalle 18 all'alba Delinquenti ed emarginati di ogni razza padroni dei portici dalle 18 all'alba Al «gran bazar» di via Nizza Quando scatta il coprifuoco Tarzan si sveglia che è già pomeriggio e si butta nella vasca di via Nizza. Piedi scalzi, gilè aperto sul torace, ciondoli che pendono. Gli abitanti della zona lo chiamano cos'i per quella sua andatura scimmiesca. Sono le 18. La giungla si anima. Li, di fronte alla stazione, comincia un programma che dura tutta la notte. Tutte le notti. Extracomunitari di ogni razza miscelati ai «nostrani» che da anni vivono ai margini della legge diventano i padroni dei portici e delle vie limitrofe. Ora dopo ora diminuisce il corteo dei barcollatori, appannati da alcol e droga, aumentano le risse, i traffici per spaccio e per prostituzione ne forniscono molle occasioni, ma anche scippi, furti, rapine, estorsioni ai danni di ignari passanti. Ci sono nuovi preoccupanti fenomeni che si stanno imponendo: i senegalesi e il mercato della coca, l'arrivo dei nigeriani a «proteggere» le connazionali che hanno conquistato i viali di corso Regina e di corso Unità d'Italia, i marocchini e lo sfruttamento dei minori per vendere stupefacenti, gli albanesi e, di nuovo, la prostituzione. Tutto questo nonostante la polizia abbia aumentato i controlli. Negli ultimi sei mesi a San Salvano sono stati effettuati 121 arresti e 130 sono indagati a piede libero. Anche ieri dopo la denuncia dei turisti francesi scappati da un hotel di via Nizza alla vista della fauna dei portici, gli agenti hanno stazionato per alcune ore tra via Galliari e via Berthollet. «Mi fanno ridere quelli della polizia. Stanno qui in divisa, di pomeriggio, ma è dopo che parte il "programma"», dice un residente. Spariti gli agenti, in effetti, ricompare il gran bazar. Forse il via lo danno i «pali», gli stessi che si agitano quando vedono arrivare una faccia pulita, un fotografo, un vigile. Nel giro di pochi minuti si posano le mercanzie marocchine, si vedono crocchi di nullafacenti, prostitute e travestiti agli angoli. Con l'imbrunire arrivano i motorini che scorrazzano sotto i portici, le auto che invadono i marciapiedi, le strade che diventano strettoie (con le vetture in doppia fila). Zona off limits. All'alba i resti di questa disumana battaglia per la conquista del giorno dopo. Lattine e bottiglie ovunque, da piazza Carlo Felice a Porta Nuova, rifiuti che riempiono furgoni. I protagonisti dei misfatti finiscono vittime delle loro allucinazioni su panchine o su qualche branda pagata mezzo milione al mese. La rabbia dei residenti cresce. «Dicono che diventiamo razzisti, ma se questo è il mondo...». Ci sono piemontesi temprati dagli anni che non si arrendono a vedere questa parte della città sfuggire a Torino. Temono per i figli costretti a cercare altri quartieri. E per prima cosa se la prendono con gli italiani che si sono fatti i soldi e se li stanno facendo, subaffittando letti, soffitte, aprendo nuovi esercizi con cibi e prodotti per gli immigrati. «Sfruttano come i garga nordafricani che passeggiano qui. Sa, che cosa vendono davvero? La possibilità a questi qui di mettere radici». Brutte storie, come quella di un portinaio che noleggiando «materassi a ore» nel giro di tre anni è riuscito a comprare 17 alloggi. Storie amare, come quella della crema che sbianca. Spalmata bella spessa per sembrare meno nere, ma dopo pochi minuti si rivela un'altra delusione italiana. Luciano Borghesan I La fuga dei turisti francesi ripropone il problema della piaga nel cuore della città Ordinarie scene di vita sotto i portici di via Nizza che dalle 18 all'alba diventano terra di nessuno

Luoghi citati: Italia, San Salvano, Torino