Accuse dalla Francia: «Il calcio europeo è corrotto»

Accuse dalla Francia; «Il calcio europeo è corrotto» PIEDI PULITI Perfino il prestigioso quotidiano Le Monde dedica la prima pagina agli sviluppi delle inchieste su arbitri e giocatori comprati Accuse dalla Francia; «Il calcio europeo è corrotto» Clamorose rivelazioni di un mediatore croato che gestiva in Svizzera i fondi neri PARIGI. Calcio e corruzione: in Francia si è scoperchiata la pentola. Sulla scia delle dichiarazioni (poi ritrattate) di Papin, che aveva parlato di due giocatori del Milan «comprati» per la finale di Coppa Campioni col Marsiglia nel '93, è spuntata la psicosi della corruzione, con la regia di un corruttore internazionale. E' un croato di nome Ljubomir Barin, detto «valigetta nera», ex mediatore autorizzato dall'Uefa. Lui si definisce uomo d'affari. Le sue confessioni chiamano in causa squadre prestigiose di tutta Europa, come Partizan, Stella Rossa, Stoccarda, Colonia, Anderlecht, Standard Liegi e perfino i Cosmos di New York, tutte società per le quali sostiene di aver «lavorato». Due giudici francesi, Philipon di Marsiglia e Pragout di Bordeaux, hanno aperto inchieste sulla base delle rivelazioni di Barin, che da mesi viene torchiato e che è stato anche incarcerato in Germania all'inizio dell'anno. Dopo due mesi è stato trasferito nella prigione di Bordeaux, ora si trova in libertà vigilata. L'eco della vicenda in Francia è stato così vasto che perfino il prestigioso quotidiano Le Monde, nel numero in edicola oggi, ha scelto di dedicare la prima pagina alla corruzione del calcio europeo anziché ai soliti temi di politica internazionale. Tutto è nato da una sigla (Filblif 4182) riferita ad un conto svizzero controllato dal croato e alimentato da fondi occulti ottenuti tramite il calciomercato. I capitali servivano - secondo Barin - per comprare arbitri e addomesticare giocatori avversari. Ora l'inchiesta si allarga: anche il giudice parigino Fievet ha cominciato ad occuparsi dei traffici del mediatore, partendo dall'inchiesta sui fondi neri della vecchia gestione del Paris St-Germain. Jean-Pierre Bernes, ex braccio destro di Bernard Tapie all'Olympique Marsiglia, nelle sue confessioni sulla gara con il Valenciennes (che costò ai marsigliesi la retro- cessione in B) aveva ammesso di aver «comprato» alcuni incontri, con regali di 15-30 milioni di lire agli arbitri. L'11 luglio aveva ammesso di aver versato denaro all'arbitro austriaco Kohl prima dell'incontro di Coppa Campioni dell'89 tra Olympique ed Aek Ate¬ ne. A questo punto è subentrato Barin, presentato come uomo di fiducia di Claude Bez, ex presidente del Bordeaux. Il croato aveva costituito fondi neri in una banca di Zurigo grazie alle trattative di calciomercato il cui prezzo veniva gonfiato. Barin ha citato l'ingaggio dei fratelli Vujovic, nel 1986, da parte del Bordeaux, o quelli dell'irlandese Oboyle, del tedesco Reinders, dei francesi Ferreri e Bijotat. Nel 1984, ha spiegato «valigetta nera», il conto Filblif 4182 fu aperto per nascondere al fisco jugoslavo parte dei proventi dei club per la vendita dei calciatori all'estero. Fino al 1982 si poteva ancora pagare in contanti e la sottrazione era più facile. Poi i costi sono lievitati, il contante è sparito e Barin ha dovuto aprire il conto segreto. Il denaro veniva poi utilizzato per i famosi regali ad arbitri e giocatori in occasione degli incontri internazionali. Per facilitare il flusso di soldi furono costituiti quattro sotto-conti, in dollari, marchi, franchi francesi e franchi svizzeri. Gli affari di Barin andavano sempre meglio, tanto che il croato aprì un secondo conto denominato «Praton», nella stessa banca. Il mediatore croato si presentava alle riunioni dell'Uefa, alle cerimonie per i sorteggi, con la sua valigetta nera. Tutti lo conoscevano, anche se di fatto viveva in clandestinità, a Zurigo. I giudici hanno ricostruito an che il percorso di quei famosi 310.000 franchi (90 milioni) che l'Olympique versò, secondo la confessione di Bernes, all'arbitro della partita con l'Aek Atene. A ritirarli, il 13 novembre 1989, fu proprio Barin, il quale si incaricò di versarli all'arbitro Kohl, morto di cancro nel 1992. Tapie, intervistato da ìjb Monde a Ibiza dove è in vacanza, ha definito ridicole le accuse invitando i giudici ad esaminare un filmato della partita: «Eravamo i migliori del mondo, non avevamo bisogno di pagare per vincere». [c. p.l Ferreri, fondi neri per acquistarlo