Pantere nere, le due «verità» di A. Le.

Pantere nere, le due «verità» In scena al Festival di Locarno il discusso «Panther» di Van Peebles Pantere nere, le due «verità» Film di denuncia o operazione commerciale? LOCARNO. Il «la» politico l'ha dato a sorpresa Jean-Luc Godard che, salito ingrugnato e imbarazzato a dispetto della trionfale accoglienza del pubblico sul palco della Piazza Grande per ricevere il Pardo alla carriera, ha fatto la gag di aprire avidamente la busta contenente i 20 mila franchi svizzeri che accompagnano il riconoscimento. In realtà voleva assicurarsi che fossero intestati, come aveva richiesto, ad Amnesty International. Un bel gesto concreto del «maitre» francese che, pur avendo scritto peste e corna del film «impegnato», ha voluto che il programma della sua serata d'onore comprendesse, oltre all'applauditissimo «Terra e libertà» di Loach, «Espoir» di Malraux (1945), sempre sulla guerra civile spagnola, e «Notte e nebbia» (1956) di Resnais sull'Olocausto. Per presentare i film da lui scelti, Godard ha perfino parlato, spiegando la differenza fra la Storia che attraversa i! paesaggio umano su un binario come un treno e la Memoria che porta in mezzo agli uomini e alle cose. Sulla base di tale distinzione, supponiamo che se i suoi quattro videocapitoli delle «Histoire(s) du cinema» che attirano ogni giorno una folla di spettatori fossero dedicate ai titoli locarnesi, ne sentiremmo delle belle su chi «sì» e chi «no». Passerebbe l'esame godardiano la bizzarra commedia dell'intellettualissimo Paul Schrader, «Caccia alle streghe», che racconta metaforicamente il maccartismo in chiave di caccia alle vere streghe in una Hollywood dove si aggira un detective privato aDa Marlowe, impersonato da Dennis Hopper? Certo si tratta di un film politico nonostante faccia ogni sforzo per non esserlo, mentre di «Panther» (in concorso al festival) si potrebbe dire che flirta troppo con il cinema commerciale per essere un credibile prodotto militante. Anche se il regista nero Mario Van Peebles, già autore di «Posse», western con i cowboy di colore, fa parte dei neo-arrabbiati di Hollywood, quelb che preferiscono Malcolm X a Luther King. «Panther» romanza l'ascesa e il tramonto del «Black Panther Party for Self Defense», costituitosi alla metà degli Anni 60 per rivendicare con le armi in pugno i diritti civili e sociali dei neri; e che fu annientato dall'Fbi con metodi illegali, introducendo d'accordo con la mafia mas¬ sicce dosi di eroina nei ghetti. Questa almeno è la tesi di Mario e di suo padre, Melvin, autore della sceneggiatura e a suo tempo simpatizzante delle Pantere. Il film ha suscitato polemiche in Usa: c'è chi ha definito «Panther» una bugia di due ore, però a favore si sono schierati Spike Lee, Danny Glover e il reverendo Jackson. [a. le.]

Luoghi citati: Hollywood, Locarno, Usa