«Stupro? Anche la finzione angoscio» di Fulvia Caprara
Isabella Ferrari ha interpretato una donna violentata e assassina nel film di Battiato Isabella Ferrari ha interpretato una donna violentata e assassina nel film di Battiato «Stupro? Anche lo finzione angoscio» L'attrice, ex ragazza di Boncompagni andrà a Venezia col «Romanzo» di Scola ROMA. Con lieve apprensione Isabella Ferrari riflette sulla sua partecipazione alla prossima Mostra del cinema di Venezia: l'occasione è importante, il film, «Romanzo di un giovane povero» di Ettore Scola, molto atteso, ma come si farà con Teresa che ogni tre ore pretende la pappa? «La maternità - racconta l'attrice che ha partorito in maggio - è l'esperienza più forte vissuta finora. Una vera scoperta della vita, un'iniezione di sicurezza, una prospettiva completamente nuova da cui guardare il mondo femminile». Un oceano separa la Ferrari di oggi dalla biondina diciassettenne dei tempi di «Sapore di mare». Un oceano fatto di scelte meditate, di lavoro su se stessa, di rifiuti, di prove, di momenti difficili. Così, da stellina del cinema futile, Isabella Ferrari si è trasformata in interprete di film complessi come «Appuntamento a Liverpool» di Marco Tullio Giordana, «Ostend» di Eric Woreth, «Gangsters» di Massimo Guglielmi, «Un homme à la mer» di Jacques Doillon e, prima dell'esperienza con Scola, «Cronaca di un amore violato» di Giacomo Battiato, tratto dal «Diario di uno stupratore» di Anna Maria Pellegrino. E in questi giorni, a quel ruolo di ragazza violentata che diventa assassina, l'attrice ha pensato spesso. Come era arrivata alla decisione d'interpretare lina storia così difficile? «Quel film mi è costato molta fatica, ma non mi sono pentita d'averlo fatto anche se forse la gente al cinema non ha voglia di trovare storie di questo tipo. Fin dall'inizio sapevo, ovviamente, che nel copione c'erano scene davvero forti e, come donna, mi sono interrogata a lungo sull'opportunità di mettere il dito in una piaga così tremenda, di indagare su una realtà così cruda. Leggo i giornali e mi chiedo se l'aumento dei casi di violenze sia dovuto magari al fatto che se ne è parlato troppo, ma poi concludo che no, che è giusto discutere di cose che succedevano anche prima con l'aggravante di restare nascoste per sempre. Ho trovato importante l'intervento del presidente del Consiglio Dini, ne ho tratto la sensazione che, finalmente, intorno al problema dello stupro si stia muovendo qualcosa di concreto». Un periodo di lavoro all'estero, la ricerca di ruoli difficili: come è avvenuta la sua metamorfosi? «Non certo a tavolino o grazie a una precisa strategia. Di razionale c'è stato poco. Sono semplicemente andata avanti a piccoli passi, con la mia timidezza, senza cercare, ma trovando. E' avvenuto con naturalezza: anche Teresa è arrivata così, senza decisioni, senza matrimonio, nel modo più normale che c'è». Quando ha recitato in «Romanzo di un giovane povero» era già in attesa... «In effetti ho girato incinta, tra il quarto e il quinto mese, e ho vissuto tutto il film in maniera magica: mi sentivo indipendente, un mondo a parte, io e la mia bambina». Nel film lei è Andreina. «Sì, sono una ragazza di Piacenza che arriva a Roma in compagnia del padre e di due fratelli. Una ragazza tranquilla che lavora, senza difetti e senza problemi di soldi, con un gran bisogno di cultura che la spinge a trascorrere il tempo libero in biblioteca. E lì incontrerà il giovane povero, che ha la cultura ma non il lavoro, e con lui vivrà una sorta di amore impossibile». Progetti futuri? «Ho rifiutato molte cose che mi sono state proposte subito dopo il parto, ma sono contenta e non ho rimpianti. Non vedo la possibilità di fare un figlio senza allattarlo, perciò sono qui a dare la pappa e fino a novembre non credo che avrò altri impegni. Dopo mi aspetta "Hotel paura", il film di Renato De Maria in cui avrò la parte di una barbona. Con me ci saranno Sergio Castellitto e Iaia Forte». Non la spaventa la prospettiva di restare ferma? «Ho sempre avuto degli intervalli molto lunghi tra un film e l'altro e, visto che ho intenzione di lavorare finché sarò in vita, la cosa non mi preoccupa. E poi adesso mi piace la mia stabilità, sono anzi affascinata dall'idea del fermarsi». Quindi per ora solo mare e bambina? «In verità al mare vado poco: ho paura dei paparazzi. Teresa non è stata fotografata ancora da nessuno. In compenso è già stata molto filmata». Fulvia Caprara Isabella Ferrari (qui accanto): «Mi sono chiesta a lungo se interpretare una realtà così cruda»
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