Rossini-kolossal e invito a cena di Armando Caruso

Rossini-kolossal e invito a cena Il «Guglielmo Teli» apre alle 18 il XVI Festival di Pesaro: sei ore di spettacolo Rossini-kolossal e invito a cena Dirige Gelmetti, lungo intervallo per il buffet PESARO. «Guillaume Teli» nell'edizione integrale, quella che l'autore non ebbe cuore neppure di presentare alla prima mondiale di Parigi il 3 agosto 1829: sei ore di spettacolo, intervalli compresi, tutti i tagli aperti per ascoltare un Rossini inedito; anche i 40 minuti di purissimo, geniale balletto mai rappresentato prima, e l'aria di Jemmy mai eseguita in teatro. Il «Guglielmo Teli», ultima opera del compositore pesarese, questa sera inaugura il 16° Rossini Festival (s'inizia alle 18 e si finisce alle 24, riprese Raiuno e Tv di Stoccarda) e riserva al pubblico persino un'ora per il buffet, allestito nel grande parcheggio che fa da appendice al Palafestival ormai dotato di aria condizionata. Una cena ristoratrice, alla maniera di Bayreuth, non certo dei tempi in cui, nei palchi, si divoravano succulenti manicaretti, mentre i cantanti si sgolavano in arie e difficili recitativi. Dice Gianfranco Mariotti, sovrintendente e anima musicale di Pesaro: «Stranieri e italiani che sempre più numerosi affollano il Festival non devono sentirsi prigionieri della musica. Godere di un intervallo per la cena credo sia un diritto innegabile. Credo che l'idea, alla fine, si rivelerà premiarne. Non si possono costringere gli spettatori ad mutili sacrifici. Star sei ore seduti in poltrona è sicuramente stressante, anche se si ascolta Rossini». Due rniliardi per allestire la prima edizione critica integrale del «Guglielmo Teli» non sono una cifra sproporzionata, se si considerano le lunghe ricerche fatte, i costi di gestione, non soltanto quelli dell'allestimento: quattrocentosettanta persone prendono parte ad una produzione kolossal in tutti i sensi, frutto di anni di studi filologici, ma non tesa ad affermare, costi quel che costi, che esiste un Rossini-doc. Mariotti afferma: «Abbiamo puntato sin dall'inizio alla riscoperta del Rossini serio, la Fondazione ha portato a termine studi approfonditi, ma non abbiamo mai preteso di vendere una verità assoluta. Rispettiamo i tagli voluti dal compositore, perché in alcuni casi i tagli sono funzionali alla rappresentazione dell'opera». Tuttavia di un Rossini-doc si tratta: anche per questo il Festival pesarese guadagna sùnpatie all'estero. Lo dimostrano le cifre: il 52 per cento degli spettatori sono stranieri e il 70 per cento delle testate accreditate a Pesaro sono europee. Un grande festival, cinque titoli rossiniani, quattro concerti per dieci miliardi; ma vanno in scena anche le repliche del «Teli» il 16-19-22 agosto; le tre rappresentazioni del dittico «Edipo a Colono» (sotto forma di conceno e «La cambiale di matrimonio» il 13-17-20 agosto alle 20,30 e il 23 agosto alle 18; «Zelmira» - altra edizioone critica - in cartellone il 14-18-21-24 agosto alle 20,30); la «Messa di Gloria» il 23 agosto alle 21 e infine una serie di concerti. Si rinnova la collaborazione con l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e con l'Orchestra della Radio di Stoccarda (si è conclusa quella con l'orchestra Sinfonica Rai di Torino, ormai nazionale a tutti gli effetti), riapre dopo anni di restauri la bella sala del Conservatorio Pedrotti, si perpetua lo stile Rossini, che allinea in palcosce- nico giovani cantanti, la terza generazione; giovani ma affermati, dopo aver lanciato rossinianamente artisti del calibro di Marilyn Home, Katia Ricciarelli, Lucia Valentini Terrani, Rockwell Blake, Samuel Ramey. Protagonisti del «Guillaume Teli» saranno il basso Michele Pertusi che qui si cimenta anche come baritono; il soprano Daniela Dessi, il tenore Gregory Kunde che si cimenterà nel famoso do di petto «inventato» lì per lì al «Giglio» di Lucca dal grande Gilbert-Louis Duprez il 1° aprile 1887. Protagonisti del balletto saranno invece la splendida Alessandra Ferri e José Manuel Carreno. Dirige Gianluigi Gelmetti; regìa, scene e costumi sono di Pier Luigi Pizzi, le coreografie di Hemz Spoerli. «Zelmira», opera del più fervido periodo napoletano, sarà invece l'acclamatissima Mariella Devia, diretta da Roger Norrington. Armando Caruso II soprano Daniela Dessi (foto) sarà Matilde nel «Teli» di Pesaro. Il basso Michele Pertusi debutta nel ruolo baritonale dell'arciere svizzero e il tenore Gregory Kunde sarà Arnoldo. La regia è di Pizzi

Luoghi citati: Bologna, Parigi, Pesaro, Stoccarda, Torino