La guerra del crocifisso

L'Osservatore Romano: «Ricordate la croce uncinata». E Kohl si schiera con la Chiesa L'Osservatore Romano: «Ricordate la croce uncinata». E Kohl si schiera con la Chiesa Vaticano contro la sentenza tedesca CITTA' DEL VATICANO. Austria e Germania nel ciclone della «battaglia del crocefisso», mentre r«Osservatore Romano» critica duramente la sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe, secondo cui la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche viola la libertà di coscienza. Nessuna reazione ufficiale da parte della Santa Sede; e d'altronde non potrebbe essercene, perché la decisione della Corte è un problema tedesco, anzi bavarese, e quindi di competenza dei cattolici di laggiù. Ma l'organo ufficioso del Vaticano, 1'«Osservatore Romano», naturalmente non è rimaste muto, e ha ribaltato la motivazione della sentenza, affermando che togliere i crocefissi imposti nelle aule bavaresi da un'ordinanza ministeriale «costituisce violazione della libertà di religione sancita dalla Costituzione». «Nel momento in cui l'Europa è presa dalla memoria storica della guerra che uccise l'uomo in nome di un emblema malvagio come la croce uncinata - ricorda ai tedeschi il commentatore del quotidiano - ecco che si toglie dalle scuole, in nome di un malinteso pluralismo religioso, quel crocefisso che è segno dell'amore di Dio per tutti gli uomini. Ogni qualvolta si è distaccato dalle proprie radici spirituali e culturali cristiane, il Vecchio Continente si è avviato alla catastrofe. La storia non insegna proprio nulla»? E', sviluppata con altre parole, la tesi esposta a caldo dal Presidente della Conferenza Episcopale tedesca, Mons. Karl Lehmann, che ha minacciato battaglia: «I vescovi tedeschi - ha detto - non si rassegneranno a questa decisione... L'allontanamento delle croci dalle aule non ricorda un buon passato nel nostro paese». Un accenno all'ordine nazista di sostituire i crocefissi con la foto di Hitler. E i vescovi non saranno certo soli nella loro battaglia. Ieri il Cancelliere Helmut Kohl ha preso posizione nella polemica sollevata dal ricorso di due genitori bavaresi seguaci delle teorie antroposofiche di Rudolf Steiner. «Sia per me che per l'Unione Cristiano Democratica - ha commentato il Cancelliere Federale la sentenza della Corte Costituzionale è incomprensibile». L'ordinamento della società tedesca ò costruito, secondo Kohl, «sui valori di base della tradizione cristiana. Dopo le amare esperienze fatte in questo secolo con le ideologie anticristiane, siamo tenuti a tramandare questi valori alle generazioni future». Ma venti di guerra cominciano a spirare anche in Austria, dove la comunità cattolica è già scossa da crisi di fiducia nei confronti dei vertici ecclesiali. Il «Forum Liberale», un partito centrista di opposizione, ha annunciato che aprirà una campagna per eliminare i crocefissi dalle scuole, e per rinegoziare il Concordato in vigore fra Vienna e la Santa Sede. La portavoce del Forum, Heide Schmidt, ha ironizzato ieri sulla «trinità composta dai ritratti del Presidente della Repubblica e del governatore provinciale, sui montati dal crocefisso, esposta in ogni scuola». «Un inammissibile atto di culto», questa trinità, secondo il Forum; mentre un luminare di diritto costituzionale, Heinz Meyer, dell'Università di Vienna, ha sostenuto l'ammissibilità per la legge austriaca degli argomenti adottati dalla Corte Costituzionale tedesca. Appare improbabile invece che il problema possa varcare le Alpi; e forse questo spiega perché il quotidiano dei vescovi, «Avvenire», ieri dedicava solo poche righe al «caso» bavarese. Né i Patti Lateranensi del 1929 né il nuovo Concordato stipulato nel 1984 toccano il problema «crocefisso». La materia è regolata da due Regi Decreti, del 1924 e del 1928, che prevedono l'affissione della croce e del ritratto del Capo dolo Stato nelle scuole, nelle aule di Tribunale e nei pubblici uffici. A differenza che in Baviera, dove un'ordinanza ministeriale imponeva l'affissione del crocefisso, in Italia, come rileva l'Associazione Nazionale dei Presidi, «il crocefisso non va imposto nè vietato, ma la decisione di esporlo va lasciata all'autonomia dei singoli istituti, anzi delle singole classi, secondo un principio di autonomia e di parità». Nel 1988 una polemica, e un ricorso alla Suprema Corte, si conclusero con una sostanziale «assoluzione» del crocefisso nelle scuole. «Simbolo - affermò il Consiglio di Stato - della civiltà e cultura cristiana, e un valore universale, indipendentemente dalle specifiche confessioni religiose». Marco Tosarti La guerra del crocifisso

Persone citate: Heide Schmidt, Heinz Meyer, Helmut Kohl, Hitler, Karl Lehmann, Kohl, Rudolf Steiner

Luoghi citati: Austria, Baviera, Citta' Del Vaticano, Europa, Germania, Italia, Vecchio Continente, Vienna