Denuncia il marito: insidia nostra figlia

Denuncia il marito: insidia nostra figlia Denuncia il marito: insidia nostra figlia Meccanico di Mirafiori nega tutto, ma finisce in carcere «Ho paura per quando tornerà a casa. Adesso lo licenzieranno? E io come farò?». Domande tra le lacrime, dietro alle quali si nasconde il dramma di una donna e dei suoi figli. Lei, invalida e claudicante alla gamba destra a causa della poliomielite, veniva picchiata e insultata quasi di continuo dal marito. Da 13 anni. La figlia, V. P., di 14 anni, invece, avrebbe anche subito - stando al racconto della donna - le attenzioni morbose del padre, meccanico di 42 anni, originario di Avellino, arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e indagato per corruzione di minore e violazione degli obblighi di assistenza familiare. Un uomo violento, incurante dell'educazione dei figli. Nell'82 era già stato denunciato per lesioni procurate alla moglie. Ancora l'altra sera ha usato la forza e le minacce nei suoi confronti, in presenza dei due ragazzini minorenni. Ma questa volta un vicino di casa, sentendo le urla e temendo il peggio, ha avvertito il 113. Gli agenti alle 22,30 sono intervenuti nel piccolo alloggio del quartiere Mirafiori dove abita la famiglia. Hanno sedato la rissa scoppiata in casa. Poi, in questura, il drammatico sfogo della donna, quasi una liberazione. Una storia che parla di 13 anni di matrimonio trascorsi tra violenze e angherie tra le mura domestiche, senza potere o avere il coraggio di ribellarsi. «Se vai alla polizia ti ammazzo», aveva più volte minacciato l'uomo. E lei ha avuto paura, una paura durata anni prima che il dramma venisse alla lu¬ ce. «Non volevo finisse in carcere dice E. P., 39 anni, singhiozzando -. Lo avevo avvertito che continuando così sarebbe finita male. Qualsiasi motivo andava bene per alzare la voce e picchiare, anche il più stupido. Ma non posso perdonargli quello che ha fatto alla bambina». Il padre si sarebbe mostrato più volte nudo, invitandola a toc¬ carlo nelle parti intime. Accuse confermate anche dal racconto della ragazzina e rilasciate nell'ufficio del vicequestore Filippo Dispenza. Un clima familiare che spiega anche i problemi di linguaggio del fratellino, C. P., di 7 anni. La mamma, operaia alla Fiat, da qualche tempo si era licenziata per badare ai figli: «Li abbandonava a casa e usciva spesso, anche di notte, fino a tardi». Poi la scoperta degli episodi di molestie, venuti recentemente alla luce dal racconto della ragazzina, che aveva trovato il coraggio di confidarsi. Il prossimo anno frequenterà la seconda media: «E' stata bocciata già due volte dice la madre -. La trattano come una stupida, ma mia figlia non è stupida. Ha solo bisogno di essere aiutata. Prima della fine della scuola ho parlato con gli insegnanti. Ho cercato di spiegare quello che succedeva, perchè le dessero una mano. Mi hanno risposto che tutti i ragazzini hanno "problemi" e se non capiscono devono ripetere l'anno». Prosegue la donna: «I bambini avrebbero bisogno di tranquillità, ma in tanti anni non ci siamo mai mossi da qui. Mai un giorno di vacanza. Secondo lui non c'erano soldi per queste cose. E l'altra sera mi ha picchiata perchè mangiavamo troppo». L'uomo adesso è in una cella del carcere Le Vallette. «La mia paura è che ritorni - sussurra con un filo di voce la donna -. Ha promesso di ammazzarmi». Giacomo Bramardo

Persone citate: E. P., Filippo Dispenza, Giacomo Bramardo

Luoghi citati: Avellino