«Quei giorni mi hanno distrutto la vita»

«Quei giorni mi hanno distrutto la vita» LA VITTIMA «Quei giorni mi hanno distrutto la vita» «Quel ricovero ha cambiato la mia vita - dice Carmelina Siciliano -. Mio figlio è nato il 3 ottobre '93, alle dieci e mezzo di sera. Un parto spontaneo, senza problemi. Ero così felice. Avevo un po' di febbre ma nessuno se ne preoccupava. Un po' di tachipirina e via». La donna continua: «Avevo abbondanti perdite di sangue, ma neppure questo allarmava i medici che sulla cartella scrivevano:"va meglio". Solo una settimana dopo il parto sono stata sottoposta a visita ostetrica». Si scopre così che non tutto è andato per il verso giusto, che una parte della placenta è rimasta nella cavità uterina. «Una dimenticanza» dice la donna. Che continua: «La sera dell'I 1 i medici decidono per un raschiamento. Mi riportano in camera. Ma continuo ad avere perdite di sangue. Chiamo un'infermiera. "E' tutto normale" risponde. Solo la sera, arrivano un'ostetrica e un medico che notano l'emorragia». La donna è sottoposta ad un secondo raschiamento. Che non risolve il problema: l'emorragia continua. Il mattino dopo, terzo raschiamento. Niente da fare: viene asportato l'utero. «Ora la mia vita è cambiata» dice la casalinga. Ha chiesto i danni ma si è vista offrire un'ottantina di milioni. Ma lei ha letto su un giornale che il tribunale di Genova in un caso analogo al suo ha fissato un risarcimento di un miliardo: 650 per la donna e 350 per il marito. E chiede la stessa cifra. Per l'assicurazione, l'Assitalia, la richiesta è spropositata.

Persone citate: Carmelina Siciliano

Luoghi citati: Genova