Sciopero evitato in extremis di Maurizio Caravella

Tour donne: la la britannica Purvis, Luperini sempre in giallo CICLISMO Tour donne: la la britannica Purvis, Luperini sempre in giallo Sciopero evitato in extremis Burrascosa riunione notturna dei et, vivaci proteste prima della partenza Troppi trasferimenti, alberghi di infimo ordine, premi ancora da definire ROCHEFORT DAL NOSTRO INVIATO Si parte o non si parte? Si sciopera o si continua a subire? Quello era il problema. A mezzanotte i grandi strateghi del Tour femminile stavano ancora sfogliando la margherita su un prato. Sì, proprio su un prato: seduti, al buio, in cerchio, cercando di dribblare le zanzare. Se volevano riunirsi e protestare, anziché andarsene docilmente a dormire, peggio per loro. Non c'erano altri posti disponibili, almeno nel raggio di qualche chilometro. L'organizzatore della corsa, l'ineffabile Pierre Boue-Merrac, aveva sistemato se stesso e pochi altri eletti in un confortevole hotel di Bordeaux e pare che mentre avveniva quella mezza rivoluzione fosse ancora duramente impegnato in un cenone. Le cicliste, invece, erano relegate con direttori tecnici, massaggiatori e meccanici all'estrema periferia della città, in una specie di convitto universitario per studenti poveri, con self-service a debita distanza. Prendere o lasciare. 0 accamparsi così, o dormire sotto le stelle. E non basta. La squadra italiana, essendosi presentata a cena verso le 20,30, aveva trovato la porta chiusa a chiave e si era sentita dire: «E' tardi, non si mangia più. Mangerete domani». Un meccanico allora aveva avuto la grande idea. Aveva mandato avanti Fabiana Luperini e aveva detto: «Come, fate andare a letto senza cena anche la Maglia gialla? E se poi ne parlano i giornali?». Insomma, sembrava davvero troppo. Qualche febbrile trattativa e la porta finalmente si era riaperta per tutti. Grazie a Fabiana: la grande scalatrice, l'eroina del Tour. Eppure la giornata di Bordeaux era stata una delle meno faticose. Non per il percorso. Quello preoccupa, ma neppure tanto. E' il «dopo» a far imbestialire tutti: trasferimenti lunghi e faticosi, alberghi di infimo ordine (quando sono alberghi), spesso quasi introvabili. E i premi? Mistero: nessuna tabella, solo vaghe promesse, eppure il Tour domani finisce. A quei noiosi dei giornalisti monsieur Boue-Merrac, forse per farli stare buoni, parlava di un totale di 300 mila franchi (un po' più di cento milioni), ma poi gli si allungava subito il naso, come a Pinocchio. Ai commissari tecnici che si permettevano di chiedergli notizie al riguardo, infatti, rispondeva invariabilmente così: «Vedremo alla fine, se rimarrà qualcosa: ho tante spese, tante». Se rimarrà qualcosa per lui, o per quelle brave ragazze che hanno scalato il Tourmalet? Insomma, ecco il Tour delle donne visto da dietro il sipario. Logico che l'altra sera a Bordeaux, su quel prato davanti al convitto, tirasse aria di ribellione. Le azzurre, dopo aver miracolosamente mangiato, erano andate a letto senza sapere se il giorno dopo avrebbero pedalato per 142 chilometri da Bordeaux a Rochefort, oppure se si sarebbero prese una giornata di vacanza. Sarebbe stata la loro sorpresa del mattino. Dario Broccardo, che da quest'anno guida la Nazionale femminile al posto di De Dona, diceva: «Così non si può andare avanti. Fra un po' ci piazzeranno in qualche campo di zingari. Non è dignitoso subire sempre e stare zitti». E gli altri tecnici, seduti con lui su quel prato, facevano cenno di «sì» con la testa, lanciavano improperi e battevano i pugni sul prato. Ma monsieur Boue-Marrac continuava a mangiare e forse non gli fischiavano neppure le orecchie. Alla fine lo sciopero, l'avrete capito, non c'è stato. Solo una manifestazione di protesta, prima del via. Boue-Marrac ha fatto delle promesse (lui ne fa sempre: il guaio è che non mantiene mai) e la tappa è partita, anche se in ritardo. A Rochefort ha vinto la britannica Marie Purvis, battendo in volata due compagne di fuga:la francese Sylvie Riedle e la spagnola Fatima Blasquez. A 2'25"il gruppo, preceduto allo sprint dalla tedesca Petra Rossner. Fabiana Luperini, detta la Pantanina, è ovviamente ancora in maglia gialla. Ancora due tappe e il Tour de France è suo. Certo, non si arricchirà, visto l'andazzo. Si arricchirà di gloria, questo sì. A lei basta. Maurizio Caravella Fabiana Luperini a 2 tappe dal trionfo

Persone citate: Dario Broccardo, Fabiana Luperini, Luperini, Marie Purvis, Rochefort, Sylvie Riedle

Luoghi citati: Bordeaux