Il giorno delle donne di Giorgio Barberis
Azzurri ancora da applausi: un sofferto secondo posto di Perricelli nei 50 km di marcia Azzurri ancora da applausi: un sofferto secondo posto di Perricelli nei 50 km di marcia Il giorno delle donne Dramma Torrence, triplo record GOTEBORG DAL NOSTRO INVIATO Una cosa è certa: l'Italia sa marciare. Tre gare e tre medaglie. Dopo l'oro di Didoni e l'argento della Perrone, ecco un altro secondo posto nel massacrante impegno della 50 chilometri. L'ha conquistato un milanese ventottenne, Giovanni Perricelli, in una gara avvincente e drammatica, che l'azzurro ha interpretato con sapienza tattica, in rimonta, mostrando grande maturità. Ha vinto il finlandese Kononen, a sorpresa, perché gente come lo spagnolo Garcia, il messicano Mercenario o il russo Spitsyn erano più accreditati di lui. E di Perricelli. Ma si sono persi lungo la strada o sono stati squalificati, vittime della durezza di una gara che ha visto il cinese Zhao a lungo in testa, e poi, una volta raggiunto, crollare stremato. La medaglia di Perricelli, con legittimo sciovinismo, merita la copertina in una giornata che si annunciava «tranquilla» e che invece ha proposto il record del mondo dell'ucraina Kravets nel triplo, la prima medaglia d'oro conquistata dalla Siria nella storia dell'atletica e quella sfilata clamorosamente dal collo della Torrence, rea di aver pestato la striscia che delimita la corsia. Pedana magica, dunque, quella del salto triplo. Dopo Edwards anche Inessa Kravets ha firmato un notevole record (15,50), migliorando di 41 centimetri il limite stabilito due anni fa dalla Bir- yukova. L'impresa della ventottenne ucraina, che aveva deluso nel lungo finendo decima, è resa più significativa dal coraggio mostrato dall'atleta: due salti nulli, dunque la concreta possibilità di restare nuovamente fuori dalla finale, e lei che spara tutto egualmente al terzo tentativo, senza remore. Un premio al coraggio, in una gara in cui dalla finale è rimasta fuori la truccatissima russa Chen (ombretto sugli occhi, rossetto rosso vivo sulle labbra e smalto altrettanto evidente alle unghie), ma non l'azzurra Barbara Lah che, aiutata dal vento, si è garantita l'8° posto con 14,18. Di forfait e ritiri (dalla JoynerKersee alla Braun e alla Drechsler) ha approfittato nel migliore dei modi l'eptatleta Ghada Shouaa, per dare alla Siria la prima medaglia in assoluto. E per di più d'oro. Personaggio tutto da scoprire, questa ragazza che compirà 22 anni il 9 ottobre. Di fede cristiana ortodossa, ha dedicato la vittoria al popolo del suo Paese e a tutti gli arabi. All'atletica è arrivata grazie al crosscountry, dopo essere stata nazionale di basket. E' allenata da un tecnico russo, Bukhantsev, il quale per testimoniare del suo carattere sostiene come, negli 800 che concludono le sette prove, lei accreditata di un tempo intorno ai 2'17", sia in grado anche di ottenere 2'10". Ovviamente, se é quello che serve per vincere. E difatti ieri la Shouaa ha concluso le sue fatiche ottenendo il personale (2'14"33) e battendo nettamente in volata la russa Moskalets, accreditata di un tempo abbondantemente inferiore al suo. «Adesso devo concentrarmi su Atlanta, eliminare gli errori tecnici che ancora faccio per potermi ripetere all'Olimpiade», ha concluso. Di umore completamente differente Gwen Torrence, cui è sta¬ ta negata la doppietta (100-200) centrata nell'87 dalla Gladisch e nel '91 dalla Krabbe. Giornata nera, la sua. Quando ha concluso il riscaldamento prima della finale ha scoperto che le erano state rubate le scarpette da gara. Trovatene delle altre, è andata in pista vincendo nettamente i 200. Ma per un paio di appoggi sulla striscia che delimita la corsia, è stata squalificata. «Ho battuto le avversarie e non so come potrà gioire per un successo del genere chi era stata sconfitta» ha commentato acidamente. Ma il sorriso della Ottey, al di là delle parole, chiariva che la giamaicana non era certo dispiaciuta per l'oro a tavolino. «Gwen ha disputato una grandissima gara - ha comunque commentato - correndo in 21 "77 nonostante il vento contrario: credo che sia in grado di migliorare il record del mondo». Nei 400 hs, infine, ha vinto l'uomo di Atlanta, Derrick Adkins, la cui unica preoccupazione sembra quella di aver gettato la maschera un anno prima dei Giochi. Amante del jazz, suona la batteria: «Mi aiuta a sentire il ritmo - spiega -, quel ritmo che serve anche a cadenzare la corsa con ostacoli». L'altra sua passione è cucinare, ma su questa non si dilunga più di tanto. Partito forte, anche troppo, ha faticato molto nel rettilineo finale per contenere il ritorno di Matete e Diagana che avevano distribuito meglio la gara. Giorgio Barberis MONDIALI m Di ATLETICA t/4 PROTAGONISTE. Kravets (triplo) e Shouaa (eptathlon), oro come la Torrence, poi squalificata per la felicità della Ottey ASTA: 3 UOMINI OLTRE I 6 METRI
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