«Per l'Enel Parlamento spaccato»
«Per l'Enel Parlamento spaccato» Carpi: il governo non ha convinto le Camere sulla privatizzazione «Per l'Enel Parlamento spaccato» Parlano ipresidenti delle Commissioni ROMA. Non c'è pace per le privatizzazioni. Mentre il governo accelera sull'Eni, il Parlamento esprime, ancora una volta, dubbi mai sopiti, soprattutto per l'Enel. Il giorno dopo le deliberazioni di Dini, Ciò e Masera, i presidenti delle commissioni Industria di Senato e Camera, Umberto Carpi e Alessandro Rubino osservano che se ritardi ci sono stati, forse non sono solo per il dibattito parlamentare sulle authority, ma per i contrasti che ancora esistono in ampi settori del Parlamento sulle stesse privatizzazioni. «In oltre 4 mesi di dibattito alla Camera - osserva Carpi - il governo non è riuscito a dissipare i dubbi che Rifondazione da una parte, An dall'altra, ma anche altre forze politiche avevano non tanto sulle authority, quanto sul tipo di privatizzazione dell'Enel». Questi «dubbi», osserva Carpi, «c'erano ed esistono ancora, specie sulla prospettiva di privatizzazione dell'Enel su cui insiste il ministro Ciò». E, secondo Carpi, è proprio su questo che anche nella maggioranza («compresi parte del Pds e della Lega», precisa) restano molte perplessità. «Il partito di chi vuole l'Enel divisa in tre - aggiunge il senatore progressista - non è mai morto». Ma l'idea che qualcuno in Parlamento possa ancora condividere l'ipotesi Gnutti di scindere l'ente elettrico manda su tutte le furie l'«azzurro» Alessandro Rubino. «Ma come? - si chiede - quando l'ex ministro Gnutti presentò quel progetto, Forza Italia, An e Pds erano contrari. Posso anche capire che la Lega si ricompatti sull'idea di un suo esponente e contesti l'attuale progetto, ma come farebbe il Pds a spiegarci che ora va bene?». Il presidente della commissione di Montecitorio in- vita le forze politiche che si oppongono alle privatizzazioni a venire allo scoperto: «Se i veri problemi non sono né i fondi, né il personale delle autorità - dice riferendosi agli emendamenti presentati in Senato dai progressisti alla legge sulle authority - ma il progetto di Ciò, allora lo dicano con chiarezza e propongano qualcosa di alternativo». Rubino teme che quella sulle authority rischi di diventare solo «una battaglia mia e del ministro dell'Industria» perché, sostiene, «il partito antiprivatizzazioni è fortissimo, ed è costituito da Rifondazione, dalle seconde linee dei vertici del management delle aziende pubbliche e dal mondo della finanza, che non vuole un Enel e o un Eni grandi e molto forti». Quanto al calendario delle cessioni, Rubino non ha dubbi: «Con o senza authority l'Eni può andare sul mercato, e se non si riesce a partire con l'Enel, allora va benissimo cominciare con l'Eni». Rubino appare ottimista sull'approvazione della legge alla ripresa autunnale. «Si può chiudere al massimo in due settimane». [r. e. s.] Alberto Ciò ministro Industria insiste per l'Enel ai privati
Persone citate: Alessandro Rubino, Dini, Gnutti, Masera, Rubino, Umberto Carpi
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