Negozi, 100 mila chiusi per racket

Negozi, 100 mila chiusi per racket IMPRESE Dalla Confesercenti un censimento di estorsioni, truffe, corruzione ed usura Negozi, 100 mila chiusi per racket La delinquenza costa al commercio 20 mila miliardi Vanno ROMA. Ogni anno usura, racket, corruzione e truffe provocano al settore del commercio un danno superiore ai 20 mila miliardi di lire. La stima è della Confesercenti, che è giunta a questa cifra sia «assemblando» le indagini compiute dai suoi esperti nel corso dell'ultimo anno, sia dalle risultanze delle telefonate a «Sos impresa». La voce usura ha visto colpiti 140 mila commercianti, che hanno pagato nel complesso 5 mila miliardi. Emerge un giudizio particolarmente negativo verso il sistema bancario (il 73 per cento degli intervistati ha risposto che le banche danno credito con maggiore difficoltà rispetto al pissato). La corruzione della pubblica amministrazione costa alla categoria 2 mila 500 miliardi (il 62 per cento è al corrente di episodi di corruzione nella propria città). Sul banco degli imputati ci sono in particolare l'amministrazione fiscale e i vigili urbani, un po' più nelle aree meridionali. La voce truffe incide invece per 2 mila 250 miliardi, e sono stati 232 mila i commercianti raggirati. Il valore medio del danno è di 20 milioni. La casistica pone ai primi posti assegni a vuoto o falsi, carte di credito e cambiali false, false generalità. I clienti pesano per un terzo, un terzo dei truffatori sono fornitori, un altro terzo circa sono millantatori, ma non mancano funzionari pubblici. Sull'altare della microcriminalità (furti, rapine, vandalismi) vengono poi bruciati annualmente 2 mila 50 miliardi, con un danno medio di poco meno di 5 milioni per l'86 per cento dei commercianti; il restante 14 paga ben 68 milioni. I maggiori responsabili di questo tipo di crimine sono i tossicodipendenti, seguiti da bande organizzate e giovani teppisti (27). Ma è il racket quello che continua a pesare più massicciamente sui negozianti con 8 mila 500 miliardi pagati per estorsioni subite, un fenomeno che appare in forte aumento dopo un periodo di stasi. Complessivamente ad essere più martoriate sono le grandi città, le aree turistiche e le regioni meridionali, specialmente Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Le città più colpite sono Roma per le truffe, Napoli per l'usura, Bari per la microcriminalità, Palermo per il racket, Catania per la corruzione. Fra le grandi città quelle più «pulite» sono Torino per la microcriminalità, Padova per le truffe, Bergamo per la cor¬ ruzione, Cagliari per l'usura. A queste, per il racket, si aggiungono varie città del Centronord. «Corruzione nella pubblica amministrazione, usura, racket, microcriminalità e truffe - ha osservato il segretario generale della Confesercenti, Marco Venturi hanno un effetto devastante sulle piccole e medie imprese del commercio. Accerchiate da corrotti e criminali, attanagliate da una lunga e profonda crisi economica, ben 100 mila aziende hanno chiu¬ so i battenti negli ultimi tre anni fra l'indifferenza generale. Occorre invece un più capillare e convinto impegno contro i fenomeni criminali, in particolare con una più capillare azione di controllo del territorio, con l'approvazione di una efficace legge contro l'usura, stranamente bloccata in Senato, con una maggiore informazione sul fondo antiracket, con la procedibilità di ufficio per le truffe e con la confisca dei beni mafiosi sequestrati». [r. e. s.l Il ministro dell'Interno Coronas Il segretario della Confesercenti Marco Venturi

Persone citate: Coronas, Marco Venturi