Cittadini grintosi a Mururoa; Tomba, la Benemerita non è una viacard

Cittadini grintosi a Mururoa; Tomba, la Benemerita non è una viacard LETTERE AL GIORNALE Cittadini grintosi a Mururoa; Tomba, la Benemerita non è una viacard La vera democrazia è lo Stato sociale E' vero che i quotidiani ospitano articoli di giornalisti che esprimono pareri diversi e questa linea è una garanzia per il lettore, ma è anche vero che qualche giornalista, pur avendo tutto il diritto di dichiararsi «interventista» nella tragedia della ex Jugoslavia, ha esagerato nelle accuse contro coloro che, a suo parere, si battevano per fermare certe decisioni di Chirac e nulla facevano per bloccare un genocidio. Che cosa sarebbe accaduto se i Paesi occidentali avessero usato i loro eserciti in favore dei più deboli di ieri, oggi che questi ultimi sono diventati i più forti? Questi stessi eserciti, a lume di logica, avrebbero dovuto cambiar fronte. La decisione dell'Onu di porsi come Forza di pace per interventi umanitari, seppure sofferta, si è rivelata la più saggia. E non è vero che noi modesti cittadini siamo stati a guardare indifferenti: ciò che potevamo, lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo senza volercene attribuire alcun merito. Se abbiamo mostrato maggiore grinta sulla questione degli esperimenti nucleari a Mururoa ciò è dovuto sia al fatto che potevamo agire anche se disarmati che alla volontà di fermare in tempo una decisione scriteriata. Insegnante per quarant'anni nella scuola primaria, vedo con terrore rinascere la turpe idea della scuola di selezione cui fa riscontro un considerevole aumento delle tasse. Con la distruzione dell'assistenza sanitaria, della previdenza sociale e dell'istruzione accessibile a tutti, si è dato un colpo mortale allo Stato sociale che, tra tante distorsioni della democrazia, era l'unica vera conquista. Prof. Nicola Galluccio Scafati (Salerno) Il tormentone dell'Albertone In Florida, con trenta gradi, l'Albertone nazionale per scusarsi dei 130 orari in auto estrae il tesserino dei Carabinieri. A Cortina, a meno dieci, tira fuori la paletta dell'Arma e supera tranquillamente una colonna di macchine bloccate da una abbondante nevicata. Il 31 luglio scorso, e faceva di nuovo molto caldo, giustifica la foga con cui ha spaccato la macchina fotografica a un paparazzo colpevole di violare la sua privacy in discoteca, estraendo ancora la tessera dei Carabinieri. Un tormentone. Visto allora che lui considera quel documento della Benemerita quasi una Viacard buona a tutti gli usi, vien da pensare che se il prossimo inverno perderà qualche gara, lo vedremo esibire la stessa gridando: ho vinto io, sono un carabiniere!! Lina Penisi, Volpedo E' ora di applicare i Diritti dell'uomo Vorremmo inviare questa lettera aperta ai parlamentari italiani: Egregi onorevoli, vi preghiamo di prendere in considerazione la nostra proposta di un emendamento costituzionale con cui la Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 10-12-1948, sia accolta come parte integrante della Costituzione della Repubblica italiana. Mentre Vi lasciamo la scelta dei tempi e delle forme in cui la nostra proposta può essere realizzata, vogliamo illustrarle brevemente le ragioni ideali e pratiche della nostra iniziativa che certamente non contrasta con i più nobih ideali che hanno ispirato gli autori della nostra Costituzione. Tali ideali hanno trovato la compiuta espressione, accettata dai popoli di ogni parte del mondo, nella Dichiarazione del 10-12-1948 e l'accoglimento favorevole della nostra proposta da parte del Parlamento e dell'opinione pubblica sarebbe un segno che è ancora viva nel popolo italiano la «fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana» a cui si appella lo stesso preambolo della Dichiarazione. Pensiamo che una esplicita affermazione di questa fede sarebbe oggi molto importante, costituirebbe una ragione di speranza per tante persone che in ogni parte del mondo operano in mezzo alle più grandi difficoltà e ai più gravi pericoli per la concreta realizzazione dei principi affermati nella Dichiarazione universale. La Dichiarazione universale non si occupa di pure astrazioni ma di realtà molto concrete come il «diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza» (art. 3), il diritto «senza alcuna discriminazione ad un'uguale tutela da parte della legge» (art. 7), il principio per cui «nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato» (art. 9), la famiglia, «nucleo naturale e fondamentale della società che ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato» (art. 16), il «diritto alla libertà di pensiero, di coscienza, di religione», la «libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato la propria religione» (art. 18), il diritto di ciascuno a «un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione e alle cure mediche» (art. 25), il diritto «della maternità e dell'infanzia a speciali cure e assistenza», la protezione sociale «di tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso» (art. 25), il diritto «all'istruzione, indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana» che «deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia tra tutte le nazioni e i gruppi etnici e religiosi» e il «diritto di priorità dei genitori nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli» (art. 26), «le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale» (art. 29). prof. Ennio De Giorgi Scuola Normale Superiore, Pisa prof. Stefano Mortola Politecnico di Milano Seguono 208 firme di docenti di varie sedi Scuola, il potere si accontenta di sudditi Le critiche di «fax Einaudio», (La Stampa del 28 luglio, al comportamento «asociale (!?)» di tanti docenti che all'inizio dell'anno scolastico sanno distribuire alla «popolana classe studentesca» solo aridi elenchi di argomenti da studiare e «vessatorie» condizioni per andare d'accordo e per non incorrere in spiacevoli conseguenze...; e che (sempre i docenti!) non sanno o si rifiutano di affrontare l'attualità di fatti politici e sociali, denotano una gran confusione mentale in chi le muove e la poca dimestichezza con ruoli che la ed. «società civile» assegna alle diverse sue componenti: genitori, scuola, agenzie socio-culturali, mass media e gli stessi ragazzi. L'equivoco si aggrava quando quello stesso che muove critiche cosi severe mostra simpatia ed ammirazione per i compagni che sanno di «destra o sinistra», piuttosto che di matematica ed altre materie. Il «fax Einaudio» mostra poca voglia di studiare e pensa, erronea¬ mente, che la comprensione dei fatti politici e sociali sia avulsa dal sapere e dalla cultura. «Omnia tempus habent!» e le carenze denunciate dal nostro simpatico «fax»» non tengono conto di quella solida base culturale, fondamentale per poter arrivare, con gradualità, alla comprensione corretta, obiettiva ed intelligente dei fatti, politici e sociali, che ci circondano. Il docente affronta contemporaneamente due ruoli, quello culturale istituzionale e quello di educatore, complementare all'azione educativa dei genitori, in gran parte assenti. In questa doppia funzione, il docente è quindi sovrastato dal dilemma scespiriano se dare spazio al programma (suo compito fondamentale!) o privilegiare argomenti interessanti, ma poggianti, se si trascura il «dovere primo», su gambe malferme e perciò soggetti a cattiva comprensione o, peggio, ad equivoco. Ecco allora la correttezza nel mettere in prima linea il programma da svolgere e le «regole» necessarie per realizzarlo. Il malessere che pervade la scuola non è colpa solo dei soliti bistrattati docenti, che, in molti, hanno dimenticato dignità professionale e umana. E' colpa soprattutto dei mass media, pronti a denigrare la scuola quando succedono fatti come l'omicidio del tifoso di Genova, l'omicidio dei genitori per motivi di eredità o i crimini di tangentopoli. Mai la scuola viene messa al centro di un vero progetto costruttivo. E' colpa dei genitori che, tranne qualche eccezione, sono pronti a difendere, anche se ingiustamente, la promozione non meritata dei propri Figli. E' colpa di un ministero che, avulso dalla realtà complessa della scuola, la inonda di ordinanze contraddittorie, non certo a favore dei ragazzi, ultimamente violentati con i corsi di recupero e le promozioni facili. Il Potere vuole sudditi e non cittadini, ossia vuole una scuola ap pena sufficiente per fornire capa cita di leggere, scrivere e far di conto. prof. Nicola Cassano Segratarìo Nazionale Sinad

Persone citate: Albertone, Chirac, Ennio De Giorgi Scuola, Lina Penisi, Nicola Cassano, Nicola Galluccio, Stefano Mortola Politecnico, Tomba

Luoghi citati: Cortina, Florida, Genova, Jugoslavia, Milano, Mururoa, Pisa, Salerno, Volpedo