«La naja può diventare un pericoloso nemico»
«La naja può diventare un pericoloso nemico» «La naja può diventare un pericoloso nemico» PARLA LO PSICHIATRA SIA ben chiaro, la questione caserma uguale suicidio è malposta. Non è certo il servizio militare di per sé a spingere al suicidio, altrimenti di morti non ce ne sarebbero, in proporzione, così pochi. 11 problema è invece l'impatto subito da ragazzi vulnerabili, insicuri, direi predisposti psicologicamente, con una realtà a loro estranea, caratterizzata da una forte componente d'ordine e disciplina e dal brusco allontanamento dalla famiglia», spiega Paolo Crepel, psichiatra ed esperto di problemi giovanili. Professore, vuol dire che molti diciottenni e ventenni soffrono in modo così drammatico questa separazione dai propri genitori? «L'attaccamento alla famiglia è un fattore che ispira protezione, oggi più che mai, per quanto possa sembrare paradossale. Altrimenti non si spiegherebbe come mai i giovani tendono a stare in casa fino ai 35 anni. Andarsene, per esempio per la leva, è una decisione percepita come un fattore di rischio». Come si potrebbero attenuare queste paure e scongiurare i rischi dei suicidi in caserma? «Un modo c'è e l'ho già proposto: al primo accoglimento delle reclute ci dev'essere uno "screening" di massa in modo da stabilire quali sono i giovani psicologicamente sani e quelli psicologicamenta a rischio. Oggi si fa il "Car" per il fisico e non si fa nulla per la psiche, che è invece la componente più fragile». Lei sta dicendo che queste morti sarebbero evitabili? «E' bene sottolinearlo e spiegarlo ai genitori, all'opinione pubblica e alle autorità: questi suicidi sono evitabili. Non sono mai raptus di buio della coscienza, ma nascono dal disagio di ragazzi particolarmente fragili». Dopo 18 casi di suicidi nelle forze armate e di 16 nei carabinieri, l'ex presidente della commissione Difesa della Camera, Falco Accame, sostiene che è essenziale ridare credibilità alla leva militare, altrimenti è inutile spendere soldi in armamenti sofisticati. Cosa ne pensa? «Credo che oggi il pacifismo sia molto diffuso e che, quindi, sia giustificato un cambiamento che trasformi l'esercito in un'organizzazione di professionisti. L'era delle tradotte è tramontata per sempre», [g. bec] Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet
Persone citate: Falco Accame, Paolo Crepel, Paolo Crepet
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