«Mamma, dì cosa ti fa lo zio»

TESTIMONE A 5 ANNI «Mamma, di' cosa ti fa lo zio» Convinta dalla bimba a denunciare gli abusi TESTIMONE A 5 ANNI BARI AI, mamma, parla, racconta tutto dello zio». E la mamma, una donna di 34 anni, ha parlato. Ha raccontato tutto del fratello che tentava di violentarla anche legandola al letto. Che puntava il coltello alla sua bambina e la prendeva a calci. Due anni d'inferno, di lacrime, di sofferenza. Fino a quando, un paio di giorni fa, la piccoletta, 5 anni, uno scricciolo biondo, ha preso per mano la madre e l'ha portata dai carabinieri: «Adesso parla. Racconta che lo zio ti fa del male». Così Natale A., il fratello, lo zio cattivo, un trentanovenne disoccupato, precedenti penali per maltrattamenti, seguito dal servi- zio d'igiene mentale della Usi per il suo carattere instabile ed aggressivo, è finito in carcere per atti di libidine violenti continuati, minacce gravi, tentativo di violenza carnale e maltrattamenti nei confronti di minorenni. Da un paio d'anni, l'uomo viveva nella stessa casa della sorella, che era stata abbandonata dalla persona dalla quale aveva avuto la bambina. Vivevano, insieme con la piccola, nella casa che i genitori - entrambi morti - avevano lasciato loro al quartiere San Paolo, una delle zone più degradate di Bari. Anche i genitori aveva picchiato in passato, Natale A. E ora che viveva sotto lo stesso tetto della sorella Antonia - una vita di stenti, con la pensione del papà - la malmenava e tentava di stuprarla. Recentemente l'aveva legata al letto dopo aver picchiato la bambina. Due giorni fa l'ha spinta contro il muro per costringerla ad avere un rapporto sessuale con lui. Poi, come sempre, si era fermato, costringendo però la sorella a toccarlo. Quando si è allontanato, la bimba, che anche questa volta aveva visto tutto, ed era stata nuovamente picchiata, ha detto alla mamma: «Andiamo dai carabinieri». Erano le 12, mercoledì, quando, mamma e figlia, sono arrivate in caserma. La bimba indossava un vestitino a fiori. Occhi luminosi e vispi, sorrideva sotto il caschetto biondo e sembrava tutt'altro che impaurita. La madre è entrata neh'ufficio, si è seduta di fronte al comandante della stazione carabinieri, il maresciallo Tramontana, e al capitano Nazareno Zolli, che dirige la compagnia Bari-San Paolo. E ha denunciato: «Non ne posso più, non posso più andare avanti così. E' accaduto stamattina». Vincendo l'imbarazzo, la donna ha raccontato l'episodio. E il capitano: «Non era mai successo? E' questa la prima volta?». An¬ tonia era molto scossa. Si è bloccata, non voleva rovinare il fratello, sperava fosse quella l'ultima volta. Ha tentennato fino a quando la sua bambina non è intervenuta per spronarla: «No, mamma, ora devi dire tutto. Parla». E poi: «Di' che ti picchiava». Sorpresi dalla spigliatezza della piccola i carabinieri hanno potuto ricostruire la vicenda. Perché a quel punto la donna ha raccontato tutto. «Non volevo denunciare mio fratello perché speravo che non lo facesse più. Pensavo: è l'ultima volta, ora la smette». La bambina l'ha invogliata ancora ad andare avanti. Le ha ricordato gli altri episodi di violenza: «Di' che questa storia va avanti da tanto tempo». Poi, quando 0 racconto è entrato nei particolari intimi, la piccola è stata allontanata. I carabinieri le hanno comprato un gelato, e lei ha continuato a chiacchierare, a dire il suo nome (che ometteremo sostituendolo con un nome di fantasia), a esibire l'eloquio che aveva sorpreso il capitano nel momento in cui le aveva rivolto le classiche domande che si fanno ai bambini: «Come ti chiami? Vai a scuola?». E lei: «Mi chiamo Maria Rosaria, ma il mio vero nome è Anna. Ho cinque anni. Vado all'asilo, mi trovo bene, mi diverto». Antonia, una donna senza famiglia alla quale è rimasta adesso soltanto la sua bambina, ha avuto fiducia, ha spiegato, svelato i dettagli, ha detto che il fratello cercava di violentarla e, di fronte alle sue resistenze, desisteva solo se lei accettava di toccarlo. Sei ore è durato il suo racconto. Alla fine, i carabinieri hanno raccolto i riscontri, hanno eseguito una perquisizione nella casa della donna ritrovando due coltellacci con i quali il fratello la minacciava, e minacciava la bambina. Natale A. è stato così arrestato. Verrà interrogato nelle prossime ore dal magistrato che segue la vicenda, Giovanni Giorgio, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari, insieme con il giudice per le indagini preliminari. In caserma, Antonia e la sua bambina si sono riprese per mano. Hanno salutato i carabinieri, e sono andate via, sole, senza nessuno. La piccola sorrideva ancora sotto il caschetto biondo. Tonio Atti no

Persone citate: Giovanni Giorgio, Maria Rosaria, Natale A., Nazareno Zolli, Tramontana

Luoghi citati: Bari, San Paolo