Un fucile dell'Età puntato su Juan Carlos di Gian Antonio Orighi

Le teste di cuoio spagnole sventano nel porto di Alcudia il più clamoroso attentato basco Le teste di cuoio spagnole sventano nel porto di Alcudia il più clamoroso attentato basco Un fucile dell'Età puntato su Juan Carlos Pronto l'agguato a Maiorca MADRID NOSTRO SERVIZIO La banda terrorista basca Età stava per colpire mercoledì a Palma di Maiorca, con un fucile di precisione munito di telescopio, l'amatissima e popolarissima famiglia reale spagnola, in vacanza nell'isola. Un blitz della polizia ha sventato quello che sarebbe stato il più grave attacco al cuore dello Stato mai tentato da Età nei suoi 36 anni di esistenza. Dal 17 luglio scorso, la polizia spagnola era stata avvertita dall'antiterrorismo francese che era arrivato da Nizza nell'isola delle Baleari un «tre alberi» di 20 metri battente bandiera inglese e denominato «La Belle Poule». L'equipaggio della «colonna marinara» di Età era composta da un pezzo da novanta della banda, Juan José Rego Vidal, 53 anni, «etarra» dal '70, da suo figlio Iaki, 25 anni, finora incensurato, e da Jorge Garcia Serticha, 27 anni, esperto in auto-bombe. Il terzetto aveva ormeggiato «La Belle Poule» nel porto di Alcudia, a 70 chilometri da Palma di Maiorca, e affittato un appartamento proprio nel centro del capoluogo dell'isola, in calle de Rafaletas. Il monolocale non era stato scelto a caso: è situato ad appena 500 metri dal Palazzo di Marivent, la residenza estiva dei monarchi spagnoli e dalle sue finestre si vedeva benissimo «Porto Pi», dove i sovrani ormeggiano il loro yacht «Fortuna». Il capo del terzetto dei killer, Rego senior, un lupo di mare, era molto conosciuto dalla polizia. Nel '78 venne arrestato a Ibiza mentre stava raccogliendo informazioni su Sua Maestà Juan Carlos e l'allora premier Adolfo Suarez, in vacanza nell'isola (e per questo venne condannato a un anno di galera). Nel '75 venne sospettato di far parte di un commando che doveva attentare alla vita del compianto Don Juan de Borbón, il padre dell'attuale sovrano, a Montecarlo. La polizia, secondo quanto ha dichiarato ieri pomeriggio il numero due del ministero degli Interni, Margarita Robles, controllava strettissimamente il terzetto. Intanto la famiglia reale continuava ad andare in barca, un hobby storico dei Borbone, e a partecipare a regate, l'ultima delle quali domenica scorsa. I servizi di sicurezza della Casa Reale (650 poliziotti, 50 guardie reali, 20 agenti di scorta, 1 elicottero, specialisti in esplosivi e cani antibombe, uomini rana), apparentemente, erano quelli di sempre. L'antiterrorismo aveva però un altro asso nella manica. Aveva intercettato un telefono di Età in Spagna da cui doveva partire l'ordine del regicidio a Rego padre che, a quanto pare, arrivò mercoledì. E allora è partito il blitz dei «Geos», le teste di cuoio della polizia. Alle 23,30 di mercoledì i Geos hanno fatto irruzione, sparando, nell'appartamento e arrestato Rego junior e Garcia. Poco prima avevano arrestato Rego senior nella barca ad Alcudia. Poi partiva un'azione antiterrorista che ha portato all'arresto di altri nove «arras», otto in Francia (tra cui la moglie e l'altro figlio di Rego) e uno a San Sebastiano. La stampa ieri paventava la possibilità che la «colonna marinara» di Età preparasse un attentato contro il vertice dell'Unione europea che si terrà a Capo Formentor (a pochi chilometri dal porto di Alcudia) in settembre. Ma, sia pur con molta prudenza e senza scar¬ tare altri obiettivi, Robles ammetteva: «E' un'ipotesi abbastanza ragionevole che gli arrestati stessero studiando di compiere un attentato contro qualche membro della famiglia reale, considerando l'ubicazione dell'appartamento e le armi trovate». Nell'alloggio, oltre ad una bomba di mezzo chilo già pronta per l'uso, a mitra e pistole, c'ora un fucile di precisione con telescopio. Un'arma mai utilizzata finora da Età, la cui escalation terrorista (quattro mesi fa mancò per poco il leader dei popolari Aznar) promette lutti eccellenti. Gian Antonio Orighi Irruzione nel covo catturati dodici terroristi Volevano colpire il sovrano mentre era a bordo dello yacht Re Juan Carlos e due dei baschi dell'Età che volevano assassinarlo a Palma di Maiorca |fOTO KFUTfR]