Splendori e miserie a casa del rais

Splendori e miserie a casa del rais Splendori e miserie a casa del rais II clan incrinato dopo il cambio della first lady UNASAGA SUNNITA ELLE abitudini arabe, tra gente di pari grado, o tra amici, ci si bacia sulle guance; per esprimere la propria sottonùssione a una persona ritenuta superiore nell'ambito della gerarchia familiare, sociale o politica, lo si bacia sulla fronte, gli si bacia la mano, oppure lo si abbraccia portando la bocca ai due lati del petto. Nelle apparizioni ufficiali, quando il rais incontra i collaboratori più stretti del regime, nessuno si azzarderebbe a baciarlo sulle guance, a qualunque livello si collochi nella nomenklatura irachena. Il cerimoniale è rigido, scelto personalmente da Saddam, e comunica un messaggio esplicito: non ci sono numeri uno, due, tre e così via. Il potere del dittatore non ammette improbabili classifiche. C'è Saddam, tutti gli altri... appoggiano la bocca al suo petto. Che contasse, semmai, con lui, dopo di lui, c'era soltanto il clan sunnita Tikriti, dal nome della cittadina a 170 chilometri a NordOvest di Baghdad. Clan compatto, all'interno del quale sono stati scelti i parenti e compaesani meritevoli di essere collocati con posti di responsabilità nell'organigramma del potere. Finché nel clan Tikriti si è aperto un conflitto con il sottoclan «al Majid» che ha iniziato a produrre guasti, non sempre rimediabili, fino alla fuga di ieri dei due fratelli (entrambi generi e cugini di Saddam) Hussein Kamel Hassan e Saddam Kamer Hassan (entrambi «al Majid»). Un colpo probabilmente mortale per il regime, perché i due generi del rais si sono trascinati dietro nel programma del viaggio in Giordania (che prevede con ogni probabilità, una volta rimosso Saddam, anche un ritorno), le due fighe maggiori del dittatore. Raghda e Rana, mogli dei fuggiaschi. Anche il figlio più grande di Saddam, il trentunenne Uday, è in queste ore ad Amman, ma - pare soltanto per recuperare i pezzi della famiglia tentando di convincere re Hussein a non concedere asilo politico alle sue due sorelle ed ai rispettivi mariti. Comunque sia, il clan fino a ieri alle prese con problemi di sottoclan, adesso è spezzato verticalmente. Anzi ad essere spezzata è proprio la famiglia di Saddam. E la credibilità del rais appare compromessa irrimediabilmente. Raghda, Rana, Uday, Qusay e Hala sono tutti figli di una delle due (ma qualche fonte sostiene tre) mogli di Saddam: Sajida Khairallah Talfah. Un matrimonio combinato piuttosto precocemente (perlomeno in una visione occidentale), cioè quando lui e lei, cugini di primo grado, avevano rispettivamente cinque e sette anni. Poi, nel 1988, Saddam ha pensato di dotarsi di una seconda moglie, sceglien- do per questo ruolo Samira Fadel Shahbandar, hostess bella e con un solo difetto, per altro rimediabile: il fatto di essere già sposata, con il pilota di linea Nurredin al-Safi. L'uomo è stato consolato breve¬ mente con la promozione a direttore delle linee aeree irachene e subito depo è sparito di scena. Il fatto che tutti i figli conosciuti di Saddam siano nati dal matrimonio con Sajida fa sì che quest'ulti¬ ma continui ad apparire nelle immagini ufficiali della famiglia, come quella del 1990 pubblicata nella pagina in alto. Il nuovo matrimonio non piacque al figlio di Saddam, Uday. Il primogenito del rais, con una certa propensione all'omicidio, fino ad allora brillante manager della compagnia alimentare «Super pollo» e della società produttrice di gelati «Onda», non ci pensò due volte ad assassinare il servitore, Kamal Hanna Jajjo (degustatore dei cibi del Presidente), che aveva fatto entrare la nuova «first lady,» nella camera da letto di Saddam (durante una festa in onore della moglie del presidente egiziano Mubarak). Uday per quell'omicidio è stato condannato a morte e poi graziato «su richiesta della famiglia dell'ucciso». L'unica pena effettiva che l'uomo scontò fu un breve esilio in Svizzera. Paese dal quale è stato espulso dopo aver aggredito un poliziotto. Uday in precedenza aveva già ucciso due ufficiali dell'esercito, responsabili di avergli, il primo, rifiutato un ballo con la moglie, e il secondo rifiutato una figlia. Ora Uday, come è noto, è direttore del quotidiano «Babel», con¬ trolla uno dei canali televisivi ed è presidente del Comitato olimpico. Non è andata altrettanto bene ad un altro scontento del nuovo legame di Saddam: il fratello della prima moglie. Adnan Khairalla Tolfah è morto in un misterioso incidente di elicottero. Saddam si è fatto vedere in prima fila al funerale, gli ha fatto erigere un monumento sulle rive dello Shatt el Arab, ed ha battezzato con il nome «Adnan» un nuovo tipo di missile. Tutti i personaggi coinvolti nella fuga avevano posti di potere. Dall'esterno della cerchia familiare e tribale sono emersi pochissimi personaggi. Lo sciita Saadun Hammadi, uno dei vice primi ministri. Il curdo Taha Yassin Ramadan, già primo ministro, e il cristiano Tareq Aziz, ministro degli Esteri. Sarebbe paradossale se proprio a loro ora Saddam dovesse affidarsi per salvare le sorti del suo clan e dell'intero regime. Salvatore Rotondo Di fianco uno dei due generi, oltre che cugino, di Saddam, il generale Hussein Kamel Hassan al Majid, ex ministro dell'Industria e capo del potentissimo Ufficio dell'industrializzazione militare Più a sinistra Saddam Hussein Solo tre estranei al vertice del regime Nella cronaca familiare omicidi e morti strane

Luoghi citati: Amman, Baghdad, Giordania, Svizzera